La calabrese Ilaria Nicoletti ha vinto la medaglia di argento agli Europei Cadetti 2024 di Tirana (Albania), nella categoria -33 chilogrammi. Incitata da diversi tifosi, l’atleta della Taekwondo in Fiore e della Nazionale, che nei mesi scorsi aveva riconquistato il titolo di campionessa italiana, ha combattuto tutti gli incontri con testa, coraggio, grinta e tecnica sopraffina. Purtroppo, si è fermata in finale, sconfitta di misura dall’avversaria greca Ilektra Tsouprou, che ha sfruttato il vantaggio della maggiore altezza. Poco importa, però, perché Ilaria ha costruito con assiduo impegno il proprio successo, fino a diventare vicecampione d’Europa grazie ad allenamenti continui, alla partecipazione a gare di grande livello, a sacrifici e rinunce, tra l’altro per tenere il passo a scuola.
La storia sportiva di questa tredicenne è esemplare: ha iniziato a quattro anni e appena dopo ha capito che il taekwondo sarebbe stata la sua vita, guidata ogni giorno dagli impeccabili maestri Zeno Mancina e Jessica Talarico, la quale l’ha seguita in quest’ultima avventura europea. Il taekwondo è una disciplina in cui a livello agonistico contano i secondi: tutto può cambiare in un solo istante. Perciò è indispensabile avere fermezza mentale e intraprendenza tecnica nello stesso tempo, qualità che Ilaria ha dimostrato di possedere e che, senz’altro, potrà ulteriormente sviluppare nella sua società e nella squadra nazionale. Oggi, anche per la Calabria, è stata scritta una pagina sportiva bellissima, molto al di là del risultato lusinghiero di Ilaria. Nella stessa regione, infatti, il taekwondo non attira, in genere, l’attenzione di sponsor privati, più orientata verso sport di massa come il calcio. Eppure, il taekwondo ha una straordinaria funzione educativa e sociale. Inoltre, abitua i ragazzi a credere in loro stessi, all’autocontrollo e al miglioramento progressivo delle proprie doti, anche sul piano umano. Ilaria, i suoi genitori che l’hanno assecondata, i maestri Mancina e Talarico e la Taekwondo in Fiore hanno dimostrato, non solo alla Calabria, che si può vincere credendo nelle proprie capacità e alzando ogni volta l’asticella degli obiettivi. Certo, sarebbe ancora meglio se qualcuno si accorgesse di questa realtà e decidesse di sostenerla per un progetto di ampio respiro centrato sullo sport come strumento di rinascita sociale.
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