COSENZA Liriel Sylvaril ha quasi 10 anni ed è “speciale”. Se non avesse le orecchie a punta, di sicuro, qualcuno direbbe che la sua condizione rientra in quella che si definisce “neurodivergenza”. Pietro Calomino, autore del romanzo: “Il Rimedio di Talion”, auto-pubblicato con formula self publishing, ci porta tra le pieghe del suo libro ispirato al genere fantasy che tocca in realtà il delicato tema della diversità. Un romanzo dedicato ai lettori più giovani, della scuola secondaria di primo e secondo grado ma anche al pubblico più adulto.
Pietro Calomino è laureato in Economia all’Unical, dottore di ricerca in Marketing all’Università Bicocca di Milano, ha scritto molti libri di saggistica, ha un canale YouTube piuttosto seguito in cui si parla di Intelligenza Artificiale e soprattutto, nella vita lavorativa si occupa di altro. «Sì, è vero – dice Calomino – non sono uno scrittore di professione, nella vita faccio un lavoro impiegatizio e molto delicato. Per una decina di anni, sono stato impiegato come Marketing Manager di una casa editrice che all’epoca era abbastanza nota e così una parte di quel mondo penso mi sia rimasta attaccata addosso».
Il Rimedio di Talion non è affatto un manuale ma un romanzo che prende ispirazione da diversi libri come ha dichiarato lo stesso Calomino: “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Haddon, ma anche “La storia infinita” di Michael Ende, vero cult di una generazione ma non solo, e poi grandi classici come “Il giovane Holden” di Salinger, “Il libro della giungla” di Kipling, “La Gabbianella e il gatto” di Sepúlveda e, ovviamente “Harry Potter e la Pietra Filosofale” di J.K. Rowling. Vari libri fantasy e anche serie tv come “Atypical” e “Pablo” una bellissima serie trasmessa su Rai Yoyo. Il Rimedio di Talion è un libro che strizza l’occhio al genere fantasy per ragazzi, ma che tocca un tema particolarmente delicato che è quello della neuro-divergenza. Come mai proprio questo argomento? «E’ un tema che mi interessava particolarmente per via della mia personale esperienza di vita – dichiara Calomino –, chiaramente nel libro c’è molto di me, non voglio però dire molto di più su questo, perché ritengo che sia giusto non condizionare l’esperienza del lettore».
Tra le pagine affiora il tema della neuro-divergenza, « quella condizione – spiega l’autore – è per la quale un individuo si trova a percepire il mondo in modo diverso dalla maggior parte degli altri, che sono i cosiddetti “neuro tipici”. Nel libro si parla, anche se in modo non dichiarato, di autismo. Il disturbo dello spettro autistico non viene dichiaratamente citato nel romanzo ma il lettore viene comunque condotto in un mondo e in un vissuto tipico delle persone con diversità. Il lettore viene infatti trasportato nei pensieri, e negli atteggiamenti del protagonista che è un piccolo elfo apparentemente “diverso” dagli altri».
«Il libro parla di autismo ma questa è una parola che non ho mai usato nel romanzo – dice Calomino – perché spesso la diagnosi di autismo o, come si dice oggi di “disturbo rientrante nello spettro dell’autismo” è una “diagnosi calderone” dentro la quale rientrano moltissime situazioni diverse».
Il “Rimedio di Talion” è scritto nella forma narrativa della prima persona in modo tale da condurre il lettore direttamente nel mondo del giovane protagonista, Liriel, un Elfo di 10 anni con “neuro diversità”. «La scelta di avere per protagonista un elfo è stata fatta perché volevo scrivere un libro che i ragazzi potessero leggere e ho pensato alla saga di Harry Potter a quanto i giovanissimi lo amano ed ho capito che quella poteva essere la chiave per avvicinarli al tema della diversità che volevo affrontare».
Il messaggio primo che l’autore vorrebbe trasmettere ai lettori più giovani «è che la diversità in realtà non esiste perché, come scrivo anche da qualche parte nel libro “ciò che può sembrare strano a qualcuno può essere perfettamente logico per un altro”. Dunque anche una questione di conoscenza, perché alcuni comportamenti che potrebbero sembrarci strani sono in realtà perfettamente normali se consideriamo che sono il frutto di un universo sensoriale diverso».
Molti capitoli del libro sono dedicati ai sensi: la vista, l’udito, l’olfatto. Infatti come riportato in letteratura scientifica, le persone neuro-divergenti potrebbero percepire il mondo in modo diverso. I rumori possono essere amplificati, come anche i gusti e gli odori. Ci sono poi dei sensi di cui nessuno parla mai, come il senso della “propriocezione” ovvero il modo in cui percepiamo il nostro corpo nello spazio, che potrebbe essere alterato nelle persone con neuro- diversità.
Questo significa, cioè, che alcuni bambini, proprio come il protagonista del romanzo, Liriel, possono avere difficoltà a coordinarsi risultando impacciati rispetto ai loro coetanei. Le persone con neuro diversità possono avere un particolare modo di comunicare, ma occorre precisare, e questo viene trasmesso attraverso le pagine del Rimedio di Talion, non vuol dire che non siano sensibili e intelligenti proprio come le persone considerate “tipiche”. «Se si conosce la natura del problema si è capaci di comprenderlo, in modo tale da evitare le discriminazioni» aggiunge Calomino.
Il protagonista, Liriel parla in modo diverso dagli altri elfi, non guarda negli occhi il suo interlocutore ma parla con gli animali.
Nel libro ci sono molte situazioni divertenti e lo stesso autore ammette di averle inserite proprio per compiacere i su primi lettori più esigenti: i suoi due bambini.
All’interno del romanzo anche la descrizione degli animali è un po’ particolare: una volpe con tre zampe, un gufo con un occhio solo e vermi ciechi, «perché, anche in quello volevo rimarcare il concetto che in questo mondo nessuno è perfetto e nessuno è identico agli altri. La diversità non è un handicap ma è una ricchezza» afferma l’autore del romanzo.
Infatti quando Liriel propone alla Volpe una magica cura per farle ricrescere la zampa, lei rifiuta, in quanto questa è la sua natura e le sta benissimo così. Lei ha capito ciò che Liriel capirà solo alla fine della storia. “Il Rimedio di Talion” è un libro a suo modo unico nel suo genere, interessante, educativo ma anche divertente.
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x