LAMEZIA TERME Nel corso degli ultimi anni, una serie di attività ispettive compiute sull’intero territorio nazionale dalle autorità di verifica fiscale, hanno fatto emergere un fenomeno illecito particolarmente diffuso tra le imprese operanti nel settore turistico alberghiero, con pesanti ricadute sia sotto il profilo del danno erariale, sia sotto il profilo del pregiudizio subito dalle imprese che operano lecitamente sul mercato, in termini di distorsione delle regole della libera concorrenza. Quello messo in luce dalla Guardia di Finanza di Catania, è un sistema caratterizzato dalla presenza di entità giuridiche – consorzi e società consorziate – prive però di consistenza patrimoniale, e aventi un ciclo di vita molto breve durante il quale accumulano, però, ingenti crediti IVA fittizi. Altro tratto distintivo è l’elevato numero di dipendenti assunti solo formalmente. Secondo il gip, il profitto illecito è quindi conseguente all’indebito risparmio fiscale, conseguito per effetto del meccanismo fraudolento architettato.
Secondo l’accusa, sarebbe stato a Catania, nello studio del commercialista Antonio Paladino, 61 anni, originario di Monza, e del suo collaborate Gaetano Sanfilippo, 47enne di Gela – entrambi finiti in carcere – il centro delle decisione delle frodi fiscali con false fatture al centro dell’operazione “Dentro o fuori” della guardia di finanza che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per 15 indagati. Il gip di Catania, inoltre, ha disposto il sequestro di 28 società che, secondo l’accusa, sarebbero utilizzate per realizzare il sistema di frode, nonché di disponibilità finanziarie, di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo di oltre 8,2 milioni di euro.
Nell’inchiesta catanese sono coinvolti anche due calabresi: si tratta di Sergio Riitano (cl. ’69) di Cosenza e Giuseppe Paparatto (cl. ’69) di Ricadi, entrambi ai domiciliari. Proprio Riitano, ad aprile di quest’anno era stato nominato commissario straordinario della neonata Agenzia per le aree industriali e per l’attrazione degli investimenti (Arsai). Il 23 ottobre l’ex sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, è stato nominato presidente.
Riitano, inoltre, era già commissario liquidatore del Corap, il Consorzio industriale che di fatto è stato soppiantato dalla nuova Agenzia, istituita dalla legge regionale 16 dello scorso 23 marzo, legge che assegnava dieci giorni al governatore per nominare la nuova governance dell’Arsai.
Giuseppe Paparatto, invece, è sotto processo per l’inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Vibo Valentia sul fallimento della “501 Hotel S.p.A”, del “501 Hotel Gestione S.r.l.”, della “Phoenices General Trade S.r.l.” e della “Onda Verde Mare S.r.l”, con l’accusa di bancarotta fraudolenta, ocietà che avevano gestito importanti strutture ricettive della provincia vibonese come l’Hotel 501 di Vibo Valentia, il Lido degli Aranci di Vibo Valentia e l’Acquapark di Zambrone.
Le indagini hanno messo in luce il ruolo svolto da Sergio Riitano, considerato di fatto è un “dirigente” dell’organizzazione. Riitano, infatti, si sarebbe occupato per la Calabria e il Lazio «di procacciare, per conto dell’organizzazione, società alle quali proporre il core business del sistema criminale», riporta il gip nell’ordinanza. Si sarebbe proposta, inoltre, l’assunzione da parte delle società consorziate del personale dipendente di fatto già all’opera presso i clienti del Consorzio Logatrans e del Consorzio In&Out, consentendo così ai clienti di ottenere molteplici vantaggi, come la maggiore flessibilità nel la gestione dei lavoratori e l’ottenimento di indebiti vantaggi fiscali. Grazie alle intercettazioni, inoltre, gli inquirenti hanno ricostruito i rapporti di Riitano con Paladino e Sanfilippo, «per procacciare clienti con cui stipulare i contratti di appalto in Calabria e nel Lazio», annota ancora il gip nell’ordinanza.
Anche Paparatto, secondo l’accusa, sarebbe il referente di alcune strutture ricettizie operanti nella regione Calabria, «nelle plurime vesti di imprenditore, professionista consulente del lavoro e depositario delle scritture contabili di società clienti dei consorzi “Logatrans” “In&Out”», annota il gip nell’ordinanza. In “Giubola 2000 S.R.L.” – cliente del “Consorzio In&Out” – il Paparatto è legale rappresentante, consulente del lavoro, commercialista e depositario delle scritture contabili, cura i flussi telematici all’INPS dei dipendenti delle consorziate affidatarie. Lo stesso sarebbe avvenuto per la “Valentour”, la “Deborah Valente S.R.L.”, “Meditarranean Hospitality S.R.L.” e, soprattutto, Paparatto, mentre era consulente del lavoro delle società clienti dei consorzi, in molti casi era, contemporaneamente, «colui che presentava gli Unilav e il modello 770 delle consorziate affidatane e, quindi, aveva tutti gli elementi per comprendere la frode verso l’erario», riporta ancora il gip nell’ordinanza. (g.curcio@corrierecal.it)
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