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Frodi nella manodopera per i resort vibonesi e l’ombra dei Mancuso. «La Calabria l’ha sempre avuta Paparatto»

L’imprenditore di Ricadi è finito ai domiciliari nell’inchiesta di Catania. Per gli inquirenti è «probabile il coinvolgimento di esponenti della criminalità organizzata»

Pubblicato il: 13/11/2024 – 19:07
di Giorgio Curcio
Frodi nella manodopera per i resort vibonesi e l’ombra dei Mancuso. «La Calabria l’ha sempre avuta Paparatto»

VIBO VALENTIA Un possibile «trait d’union tra il consorzio (e le relative consorziate) e le società che necessitano della manodopera che gestiscono i resort». Da una parte, infatti, «era il consulente del lavoro delle società consorziate» ovvero colui che materialmente «ha delineato lo schema fraudolento inerente alla somministrazione illecita di manodopera», dall’altra, era il legale rappresentante e depositario delle scritture contabili e «consulente delle società che gestiscono i resort del Vibonese». È il profilo di Giuseppe Paparatto delineato dagli uomini della Guardia di Finanza di Scalea. L’imprenditore di Ricadi, classe ’68, è finito agli arresti domiciliari in seguito all’inchiesta “Dentro o fuori” condotta dalla Procura di Catania contro le presunte frodi sui consorzi e le assunzioni di personale, «fenomeno illecito particolarmente diffuso tra le imprese operanti nel settore turistico alberghiero, con pesanti ricadute sia sotto il profilo del danno erariale», annota il gip nell’ordinanza che ha portato all’arresto di 15 persone e al sequestro di 28 società.

La vicenda 501

Quello di Giuseppe Paparatto non è affatto un nome nuovo. Il vibonese, infatti, è già coinvolto nell’inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Vibo Valentia sul fallimento della “501 Hotel S.p.A”, del “501 Hotel Gestione S.r.l.”, della “Phoenices General Trade S.r.l.” e della “Onda Verde Mare S.r.l”, con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Si tratta di società che avevano gestito importanti strutture ricettive della provincia vibonese come l’Hotel 501 di Vibo Valentia, il Lido degli Aranci di Vibo Valentia e l’Acquapark di Zambrone. I Finanzieri di Scalea – su richiesta da parte del Nucleo PEF di Catania, ha trasmesso la trattazione originata da un controllo in materia di normativa sul lavoro nei confronti della società “Autopollino S.p.a.”, ad insegna “Santa Caterina Village”. Nell’annotazione sono state esaminate le figure giuridiche del “Consorzio In&Out” e delle sue consorziate paventando, tra l’altro, «il probabile coinvolgimento di esponenti della criminalità organizzata calabrese nel presentare tali società consorziate (ed il consorzio) alle società che gestiscono i resort, al fine di consentire il realizzarsi della frode fiscale e contributiva», si legge nell’ordinanza.



I villaggi di Ricadi

Nell’annotazione si individuavano principalmente tre società, destinatarie di provvedimenti di interdittiva antimafia, a causa dell’infiltrazione nella gestione delle loro attività economiche del clan Mancuso di Vibo Valentia: la “Capo Vaticano Resort Thalasso & Spa” di Ricadi, gestito dalla società Giubola 2000 S.R.L.; il “Villaggio Albergo Baia Del Sole” di Ricadi, gestito dalla società Mediterranean Hospitality S.R.L.; il “Villaggio Turistico Cala di Volpe”, sempre a Ricadi, gestito dalla società Turiano S.R.L. Come riporta ancora il gip nell’ordinanza, nelle tre società «aveva un ruolo determinante Giuseppe Paparatto, individuato quale trait d’union tra le consorziate e i resort beneficiari».

Le ispezioni dell’Ispettorato del Lavoro

II coinvolgimento di Paparatto, secondo l’accusa e come riportato dal gip nell’ordinanza, si ricava anche dai risultati delle attività ispettive condotte dall’Ispettorato del Lavoro di Vibo Valentia. A cominciare da un accertamento relativo ad un contratto di appalto stipulato tra la “Giubola 2000 S.R.L.” ed il “Consorzio In&Out”, formalmente eseguito dall’affidataria consorziata “Telese S.R.L.”, fondata quest’ultima nel 2009 per le attività di “Intermediazione in servizi di telecomunicazione e trasmissione dati” ma che, di fatto, non aveva alcuna esperienza nel settore turistico-alberghiero, non aveva alcun personale alle proprie dipendenze, e il suo amministratore unico e socio di maggioranza non aveva alcuna precedente esperienza imprenditoriale o di amministrazione di aziende.

«La Calabria quasi tutta Paparatto sempre l’ha avuta…»

Il ruolo di Paparatto è stato chiarito, tra l’altro, nel corso di una telefonata intercorsa ed intercettata tra Simonetta Massimi (cl. ’68) e Mariangela Granvillano (cl. ’82), entrambe finite agli arresti domiciliari al pari di Paparatto e Riitano. Le due, a causa di alcune ispezioni avviate da parte dell’ispettorato del Lavoro di Roma riguardanti il Consorzio Logatrans, il Consorzio In&Out e le consorziate, fanno un breve excursus delle società ispezionate e delle persone alle quali fanno riferimento. «(…) per alcuni di Roma, insomma, l’ispezione riguarda Consorzio Logatrans e Consorzio In&Out… e poi varie società… ora per Logatrans e tutte le società in pratica collegato dove c’erano i dipendenti in comune…di queste società sia in Logatrans che In&Out insomma guardando le carte ho capito che la situazione è questa…ora siccome chiedono eh…i documenti relativi…». E ancora: «(…) e quindi stiamo parlando dei contratti di… all’epoca c’era Paparatto (…) e Giubola (Giubola 2000 SRL ndr) che è di Paparatto…poi una cosa…chiedono perché dicono la verifica riguarda anche l’esecuzione di appalti (…) poi vabbè Mediterranean Hospitality che era di Paparatto e poi Uvet Viaggi E Turismo Spa…». Poi la chiosa: «(…) ma che quella è tutta roba quella è tutta roba della Calabria… la Calabria quasi tutta Paparatto sempre l’ha avuta…». (g.curcio@corrierecal.it)

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