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Ospedale di Paola, la protesta dei dipendenti della società di servizio mensa

Sit-in oggi dei lavoratori davanti al nosocomio. Usb: «Indire una nuova gara e sanare le perdite economiche»

Pubblicato il: 13/11/2024 – 13:35
Ospedale di Paola, la protesta dei dipendenti della società di servizio mensa

PAOLA Presidio stamani dinanzi l’ospedale di Paola di cittadini e una rappresentanza dei lavoratori Ladisa. Accanto ai lavoratori anche l’Unione sindacale di base di Cosenza per denunciare «le inaccettabili condotte della società, la quale mette in atto pratiche vessatorie e persegue i lavoratori aderenti alle organizzazioni sindacali». «Grave – scrive l’Usb-Confederazione provinciale di Cosenza – la mancanza di controllo dell’Asp di Cosenza che teoricamente tutela i lavoratori con un solido capitolato d’appalto, ma praticamente non ha vigilato sul rispetto dei loro diritti e sulla qualità del servizio. È per questo che ci appelliamo alla direzione generale aziendale, affinché in quanto stazione appaltante effettui un cambio di passo e intervenga per il ripristino della legalità nella prosecuzione del contratto d’appalto. Tanto per i lavoratori, i quali subiscono anche gravi danni retributivi, ma anche per i degenti». «Giornalmente – prosegue la nota – la degenza denuncia, con varie modalità, la condizione del servizio mensa, la qualità dei pasti, spesso freddi, maleodoranti, acidi e con una consistenza insolita. Non sono parole nostre, sono testimonianze quotidiane di pazienti, genitori, dei loro familiari, così come avviene in decine di appalti per la refezione scolastica e ospedaliera, in tutta Italia. Dal Policlinico di Foggia alle scuole d’infanzia del comune di Torino, il marchio Ladisa porta con sé solide logiche manageriali che gravano su lavoratori e utenza; sfruttamento e critiche diffuse che testimoniano un modus operandi non apprezzato dal variegato pubblico destinatario del servizio». «Riteniamo essenziale – conclude la Rsu – discutere i termini per l’indizione di una nuova gara per il servizio mensa; sanare le perdite economiche dei lavoratori e le violazioni in atto, con priorità sulla sicurezza; proporre un modello organizzativo che tenga presente la complessità del nostro territorio e preveda non un unico grande centro cottura, bensì diversi centri di cottura distrettuali, grazie alle cucine Asp Cosenza. In questo modo potrebbe innalzarsi la qualità del servizio, seppur esternalizzato, restituendo pari dignità a tutti i cittadini della provincia residenti nei cinque distretti territoriali».

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