Riceviamo e pubblichiamo la replica del delegato del Sindaco ad Agenda Urbana, Francesco Alimena, al “Corriere della Calabria” sul cantiere di Santa Lucia
“Ci appare estremamente fuorviante non solo il titolo dell’articolo, ma anche il contenuto che, senza dire niente di falso, in maniera molto intelligente, sottolinea problemi reali, ma molto, molto parziali, facendo fuoriuscire un quadro della situazione che è esattamente l’opposto di quello reale e che riferisce fatti e circostanze non verificate preventivamente con l’Amministrazione comunale, influenzando chi legge, nella formazione di un convincimento che non è veritiero”. Lo afferma Francesco Alimena, consigliere delegato del Sindaco Franz Caruso ad Agenda Urbana in riferimento all’articolo, a firma di Eugenio Furia, pubblicato dal “Corriere della Calabria”, dal titolo “Fine cantieri mai: così a Cosenza finisce in discarica il sogno della rigenerazione urbana”. “Abbiamo fondate ragioni per ritenere – argomenta Francesco Alimena – che si sia preso un enorme abbaglio, soprattutto nella misura in cui si ipotizza che a Cosenza i cantieri di Agenda Urbana non finiscano mai. E’, invece, esattamente il contrario. I cantieri sono tutti ultimati, semmai ce n’è qualcuno che non è stato ancora inaugurato. E per fondate ragioni. Cosenza – aggiunge Francesco Alimena – ha avuto encomi proprio perché ha raggiunto una percentuale altissima di spesa dei fondi e ultimato la chiusura di cantieri al 31 dicembre 2023”. Alimena si sofferma, inoltre, sulla foto utilizzata dal giornale a corredo dell’articolo. “E’ chiaro che una foto del genere, presentata in quei termini, fa inevitabilmente sensazione. Sarebbe bastato, invece, che si guardasse di fronte alla catasta di detriti immortalata, che altro non sono se non i detriti di cantiere, sommati all’inestirpabile degrado sociale, per accorgersi di quel che l’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso ha realizzato, e cioè trasformare un rudere a rischio crollo (uno dei famosi palazzi cassonetto di Santa Lucia) in un edificio nuovo e già completato che, appena sarà pronto il bando per i residenti, sarà restituito alla collettività in alloggi, di social housing, salubri, nuovi e soprattutto sicuri. Proprio in attesa di questo bando, il cantiere non è inaugurato anche per evitare le occupazioni abusive che spesso, per inerzia dell’azione amministrativa, in precedenza avvenivano. E’ questo un vero e proprio fiore all’occhiello ed il primo di altri interventi di riqualificazione previsti nel quartiere di Santa Lucia che partiranno a breve. C’è da dire, inoltre, che la fotografia fissa un cumulo di immondizia di cui il 70 % è materiale che sarà smaltito a cantiere ultimato e che non è ancora chiuso, in quanto si stanno formalizzando con la Regione Calabria gli ultimi adempimenti che riguardano alcuni cantieri della città relativi ad Agenda Urbana, peraltro certamente non addebitabili all’impresa citata; è questo il caso di San Gaetano. Le lavorazioni sono finite, tant’è che si sta predisponendo anche il bando per l’individuazione dei futuri proprietari e l’assegnazione degli alloggi ai cittadini. Il Comune ha provveduto ad effettuare tre bonifiche che però, pur rappresentando il 70% di questo materiale di risulta, non sono state sufficienti perché il restante 30% è ascrivibile unicamente all’annoso degrado sociale presente, soprattutto in quella zona. I primi a conoscerne la situazione siamo proprio i residenti, che con tale degrado combattiamo quotidianamente. Tutto questo ha generato per l’Amministrazione comunale – ha sottolineato ancora Francesco Alimena – una voce di costo perché, con un onere aggiuntivo, abbiamo dovuto provvedere a raccogliere questa immondizia e conferirla in discarica. Sul problema è mancato forse il coordinamento tra livelli istituzionali altri per risolvere il problema alla radice, nonostante le richieste pubbliche e private più volte espresse dal nostro Sindaco. E siamo arrivati al punto di assistere a una sorta di tela di Penelope che di giorno si fa e la notte si disfa. Per cui si è giunti ad una soluzione che fa dell’attesa strategica l’unica via percorribile. Senza contare che stiamo parlando di un cantiere particolare per la posizione in cui si trova, ma anche per le oggettive difficoltà con le quali si è chiamati a fare i conti. Non si capisce poi cosa c’entri San Domenico che è un cantiere CIS che, come tutti i cantieri CIS, ha termine previsto per dicembre 2025. Sulla sottolineatura secondo la quale “l’unica opera di rigenerazione nel centro storico l’hanno fatta dei privati”, all’estensore dell’articolo – rimarca ancora il delegato del Sindaco ad Agenda Urbana – sfugge che il Comune di Cosenza ha finanziato con Aiuti di Agenda Urbana la nascita o il potenziamento 12 imprese (Cooperativa Centro R.A.T., Teatro in Note, Società Cooperativa a r.l. Onlus, La Grangia srls, Telesio srls, RIBE SERVICES SRL, Open Fields Productions Srl, Italian Health Rider srls, Figo Srls, Le Seppie ETS, Ellebi Galleria D’Arte, Figaro SRL, GUIDES4YOU SRLS) e non vedere e dimenticare questo aspetto è fortemente scoraggiante per coloro i quali hanno raccolto la sfida di investire e credere nella rigenerazione del centro storico. E’ la solita storia dell’albero che cade che fa più rumore di una foresta che cresce. Al termine di questa disamina forse un consiglio mi sento di elargirlo: sarebbe bastato chiedere all’Amministrazione per attingere informazioni corrette, precise, dettagliate ed anche documentate. Altrimenti il rischio che si corre è quello di distorcere le informazioni e di perseguire solo il sensazionalismo che di certo non fa bene a Cosenza Vecchia e al duro lavoro che noi tutti, Amministrazione, imprese e cittadinanza attiva del quartiere, stiamo portando avanti”.
Fa davvero molto piacere avere conferma che il contenuto del nostro articolo non dica “niente di falso” e anzi riportai fatti “in maniera molto intelligente”, sottolineando “problemi reali, ma molto, molto parziali”: incassati i complimenti di Palazzo dei Bruzi non resta che soffermarsi su quell’aggettivo – parziali – sperando che non sia inteso come “di parte” quanto piuttosto come “limitati”. Il consigliere delegato Alimena infatti conosce bene il centro storico per il fatto stesso di abitarvi (“I primi a conoscerne la situazione siamo proprio i residenti, che con tale degrado combattiamo quotidianamente”) e non può negare, andando spesso in giro per quella zona della città, che di situazioni come quella di Santa Lucia ne esistano a decine, e non solo nel centro storico. Il senso del nostro articolo era soprattutto una fotografia – non è casuale il corredo di foto – dello stato del quartiere qui e ora, lontano da annunci roboanti, verbi declinati al futuro (faremo, vedremo), taccuini su cui scrivere sotto dettatura e microfoni tenuti a favore di telecamera senza fare domande. Nel merito: nell’articolo non si cita volutamente Agenda Urbana né CIS ma non per omissioni o “parzialità”, piuttosto nella consapevolezza che chi abiti o frequenti il centro storico e si imbatta in una montagna di rifiuti (“catasta di detriti” e “cumulo di immondizia” la definisce ancora meglio Alimena) maleodorante e abitata da topi non sia interessato più di tanto alle sigle (semmai, a proposito di trasparenza servirebbe una tabella dei lavori a San Domenico). Allo stesso modo, scrivere che un cantiere è fermo significa che un cantiere è fermo, come peraltro Alimena conferma: nemmeno sui rifiuti non rimossi – su cui anche nell’articolo è specificato che si tratta di “materiale di risulta del cantiere su cui nei mesi si è accumulata una quantità di spazzatura” – il consigliere delegato non smentisce e anzi spiega e ammette quanto da noi segnalato: “Sul problema è mancato forse il coordinamento tra livelli istituzionali altri per risolvere il problema alla radice, nonostante le richieste pubbliche e private più volte espresse dal nostro Sindaco. E siamo arrivati al punto di assistere a una sorta di tela di Penelope che di giorno si fa e la notte si disfa. Per cui si è giunti ad una soluzione che fa dell’attesa strategica l’unica via percorribile”. Le foto fornite dall’amministrazione comunale si guardano bene dall’inquadrare la “catasta” di cui parla giustamente Alimena, di sicuro ci sbagliamo ma forse non sono foto freschissime come le nostre di lunedì mattina. Un’ultima annotazione sulla (immancabile) lezioncina deontologica: “fatti e circostanze” non vanno “verificati preventivamente con l’Amministrazione comunale” per due motivi e cioè 1) l’esperienza diretta dei fatti stessi ha la meglio sulla cosiddetta “narrazione” di chi governa perché 2) chi amministra una città ha, appunto, tutte le occasioni per comunicare ripetutamente quanto fatto, con ogni mezzo, sia esso un comunicato o una conferenza stampa. Infine, anche per controreplicare alle accuse di “sensazionalismo” ricorriamo al nostro estimatore Alimena secondo cui “E’ la solita storia dell’albero che cade che fa più rumore di una foresta che cresce”: è esattamente così, si chiama giornalismo. (Eugenio Furia)
Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x