CATANZARO «Nel primo semestre del 2024, l’occupazione in regione ha continuato a crescere: secondo i dati della “Rilevazione sulle forze di lavoro” dell’Istat, nella media dei primi sei mesi dell’anno in corso il numero degli occupati in Calabria è aumentato dell’1,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023. L’incremento risulta tuttavia inferiore rispetto a quello osservato in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno». Lo rileva la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nel rapporto sull’andamento congiunturale dell’economia in Calabria.
Secondo quanto scrive Bankitalia «il tasso di occupazione ha raggiunto il 44,3 per cento (era il 43,5 nello stesso periodo del 2023), per effetto anche dalla riduzione della popolazione in età da lavoro (15-64 anni), diminuita dello 0,4 per cento rispetto al primo semestre del 2023; il divario del tasso di occupazione regionale dalla media nazionale è rimasto comunque ampio e costante (pari a 17 punti percentuali). L’aumento del numero di occupati si è associato ad una riduzione delle persone in cerca di un impiego; il tasso di disoccupazione è quindi diminuito al 15,4 per cento pur confermandosi superiore alla media del Mezzogiorno e doppio rispetto a quello nazionale. La partecipazione al mercato del lavoro è invece rimasta stabile: il tasso di attività si è attestato al 52,6 per cento, un valore analogo a quello del primo semestre 2023». Per Bankitalia «l’incremento dell’occupazione ha riguardato prevalentemente le donne, con una conseguente riduzione del differenziale fra il tasso di occupazione maschile e quello femminile a 23,6 punti percentuali (era 24,9 nello stesso periodo dell’anno precedente). È stato inoltre alimentato dalla componente del lavoro alle dipendenze mentre il numero dei lavoratori autonomi è tornato a contrarsi, seguendo la riduzione del numero di imprese individuali attive riscontrata nel corso del semestre. I dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps relativi al settore privato confermano la dinamica positiva nel lavoro subordinato, con un numero di posti di lavoro creati tra gennaio e giugno lievemente superiore a quello dello stesso periodo dell’anno precedente. L’incremento è attribuibile alle posizioni a tempo indeterminato e ai contratti di somministrazione e intermittenti, mentre il ricorso ai contratti a termine si è leggermente ridotto; a livello settoriale, si è concentrato nei servizi e nelle costruzioni».
Per la Banca d’Italia peraltro «nonostante l’aumento dell’occupazione, le richieste di accesso alle misure di integrazione salariale sono tornate a crescere: secondo i dati dell’Inps, nei primi sei mesi del 2024 in Calabria sono state autorizzate circa 4,5 milioni di ore, con un incremento del 33,8 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale dinamica risulta significativamente più accentuata rispetto a quella osservata sia nel Mezzogiorno che in Italia. Distinguendo per tipologia di ammortizzatore sociale, è notevolmente aumentato il ricorso alla Cassa Integrazione Straordinaria (Cigs), concentrato soprattutto nel comparto dei servizi alle imprese e riconducibile ad alcune specifiche crisi aziendali». (a. c.)
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