ROMA Il contrasto al caporalato e la necessità di ribadire l’importanza della sicurezza sul lavoro, una piaga – quella degli infortuni e delle morti sui luoghi di lavoro – che non risparmia nessuna area del Paese. Questi i temi affrontati nel corso dell’evento “Lavoro sicuro in agricoltura” organizzato da Confagricoltura, a Palazzo della Valle a Roma. Temi che sono stati illustrati in apertura dal presidente Massimiliano Giansanti e da un intervento di Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. L’evento è poi è proseguito con le relazioni “Lavorare in sicurezza: manuale per imprese agricole”, di Aronne Strozzi, professore aggiunto della Luiss School of Government, e “Lavoro e sicurezza in agricoltura: analisi e proposte” di Roberto Caponi, direttore Politiche Lavoro di Confagricoltura. Le relazioni introduttive hanno costituito la base per gli interventi successivi di Fabrizio D’Ascenzo, Presidente di INAIL, Gabriele Fava, Presidente di INPS, Giovanni Mininni, Segretario Generale di FLAI-CGIL, Onofrio Rota, Segretario Generale FAI-CISL, Giancarlo Sponchia, Presidente ANIV-Associazione nazionale Ispettori di Vigilanza, Enrica Mammucari, Segretaria Generale di UILA-UIL, Claudio Paitowsky, Presidente di Confederdia.
Nell’ultimo quinquennio preso in esame dall’INAIL (2018-2022), gli incidenti occorsi ai dipendenti agricoli sono sensibilmente diminuiti, a parità di occupati. Nel 2022 si è registrato un decremento del 21,5% rispetto al 2018. Una tendenza positiva che prosegue anche nel 2023. Si evidenzia una contrazione anche degli incidenti mortali denunciati che, mediamente, sempre nel periodo di riferimento, sono risultati in leggero calo: il dato massimo, pari a 171 infortuni, è stato rilevato nel 2019 e quello minimo, 137 infortuni, nel 2022. “Ogni incidente sul lavoro – sottolinea Confagricoltura – rappresenta un dramma umano e sociale e non si deve abbassare la guardia; tuttavia, si può trarre un bilancio positivo in relazione a un settore, quello primario, che da diversi anni punta alla sicurezza alimentare e alla qualità dei prodotti, senza trascurare gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente e dei lavoratori”.
“Come Confagricoltura, – ha detto Giansanti a margine dell’evento – che rappresenta le imprese più produttive del Paese, abbiamo voluto questo momento di confronto con il Governo per sensibilizzare sulla necessità di dare maggiore attività di prevenzione nelle aziende agricole, implementando le piattaforme di lavoro per gli imprenditori dandogli la possibilità di avere una check list che possa diminuire al massimo e prevenire al massimo gli infortuni sul lavoro: vogliamo avere luoghi sicuri e garantire sicurezza ai cittadini nel rispetto delle leggi.
“Il caporalato è una delle piaghe più brutte e va debellata e sconfitta nel più breve tempo possibile“, ha spiegato inoltre Giansanti, che ha aggiunto: “Per chi rappresenta le imprese che rispettano le leggi dello Stato e il contratto di lavoro, il caporalato è qualcosa che va debellato perché vogliamo caratterizzare il lavoro in agricoltura per dare la possibilità a tutti i consumatori in Italia e nel Mondo di avere sicurezza in ciò che mangiano sapendo che i cicli produttivi sono stati ottenuti attraverso il rispetto dei nostri lavoratori”. “Sulle piattaforme – ha detto il presidente di Confagricoltura – dobbiamo lavorare di più. La norma probabilmente avrebbe bisogno anche di una piccola rivisitazione perché son passati anni da quando fu varata. Oggi ci sono elementi grazie anche alla tecnologia che permettono di semplificare molto i controlli, non in termini di semplificazione, ma in termini di poter maggiormente controllare e semplificare anche la vita amministrativa alle imprese e in quella dimensione credo che oggi più che mai dobbiamo rafforzare quella rete che era stata immaginata”. Sui rischi sul lavoro, Giansanti ha sottolineato infine che “non c’è un’area più o meno a rischio nei settori dell’agricoltura. Oggi il rischio è quello di avere degli imprenditori che non vogliono fare gli imprenditori con la I maiuscola ma vanno solamente a minimizzare i costi di produzione rincorrendo il massimo profitto. L’etica della produzione deve prevalere prima di tutto e noi vogliamo ovviamente dare un messaggio forte e chiaro andando a rappresentare quelle imprese che al contrario rispettano i loro lavoratori nelle nostre aziende agricole perché per noi è come essere all’interno di una famiglia lavoratori sono tanto importanti quanto i nostri familiari”. (m.ripolo@corrierecal.it)
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