«Avevo suggerito al governo un surplus di riflessione e una moratoria sull’autonomia differenziata. La moratoria con molta più autorevolezza del sottoscritto la impone la Corte Costituzionale». Così il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, intervistato dal Mattino. «Io mi ero permesso di suggerire al governo una pausa di riflessione dopo l’ok alla Camera – aggiunge -. E poi avevo chiesto con i colleghi di Forza Italia della mia regione una moratoria sulle materie non lep. I pericoli c’erano ed io dicevo solo di fermarsi un attimo. Ora queste cose le mette nero su bianco la Corte Costituzionale con maggiore autorevolezza: a cominciare dal fatto che alcune questioni potevano e dovevano essere meglio chiarite nella norma sull’Autonomia».
«Il testo – aggiunge Occhiuto – deve tornare in Parlamento e ci sarà spazio per accogliere i rilievi e svolgere il giusto approfondimento di tutte le questioni. Come poteva essere fatto mesi fa senza arrivare a questo punto». «Tajani – spiega il governatore – accolse subito i dubbi di noi governatori del Sud. Guardi da parte nostra non c’era alcun pregiudizio ma solo la sincera preoccupazione che questa legge non superava la spesa storica e rischiava di essere solo una bandiera ideologica di una forza politica. Ma Forza Italia e Tajani hanno avuto sempre una posizione equilibrata. lo chiesi di non avere fretta sul trasferimento delle funzioni non Lep che potevano generare sperequazioni e lui capì queste preoccupazioni».
E alla domanda se tema contraccolpi politici sulla maggioranza risponde: «Non credo. Qui nessuno mette in dubbio l’attuazione della modifica del Titolo V della Costituzione ma si deve procedere nella sua interezza. A cominciare dall’articolo 117 della Costituzione in cui si sancisce come debbano essere garantiti i diritti di tutti i cittadini. Mentre l’articolo 119 recita come le risorse debbano essere usate per le perequazioni. Ma questi ultimi due obblighi da 23 anni sono rimasti solo sulla carta. Mentre l’Autonomia differenziata da possibilità che era, è passata per un obbligo. Guardi la legge Calderoli parte male». «Ci si è concentrati troppo – conclude Occhiuto – ad andare incontro le richieste di alcuni governatori e troppo poco per realizzare gli obblighi invece previsti. Lo sbaglio è tutto qui».
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