TARANTO “Ho strappato il cuore a mia madre”. E’ un crescendo di orrore quello che emerge dall’interrogatorio del figlio di Silvana La Rocca, la 73enne originaria di Saracena (Cosenza) trovata senza vita ieri sera nel giardino della sua villetta a Marina di Leporano (Taranto). L’uomo, Salvatore D’Ettori di 46 anni reo confesso dell’omicidio della madre, ha ricostruito passo dopo passo, le modalità con cui ha posto fine alla vita della madre dopo una lite. Il 46enne è stato rintracciato dai carabinieri e portato al comando provinciale per essere interrogato. L’uomo inizialmente si sarebbe contraddetto sui suoi spostamenti e infine, incalzato dagli inquirenti, avrebbe confessato il delitto. Avrebbe spiegato di aver ucciso la madre “utilizzando due coltelli che aveva portato con sé”, uno sardo tipo ‘Pattada’ e l’altro a scatto. Poi ha riferito di aver prima colpito la madre dietro la nuca e, non essendo riuscito subito a ucciderla, di averle inferto diverse coltellate alla gola, all’addome e allo sterno “per prelevarle il cuore, restando vicino a lei fino al momento del suo ultimo respiro”. Dall’interrogatorio emerge ancora che l’uomo voleva far saltare in aria la casa. “Dopo aver sparso candeggina all’interno dell’abitazione, avrebbe staccato il tubo del gas nella prospettiva di far esplodere l’abitazione”. Infatti, quando sono arrivati, i carabinieri hanno avvertito un forte odore di gas e hanno chiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Ora il reo confesso sarà sottoposto a fermo, su disposizione del procuratore Eugenia Pontassuglia e del pm Salvatore Colella, con l’accusa di omicidio volontario. Contestate le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Il pubblico ministero Salvatore Colella ha affidato l’incarico al medico legale per l’autopsia. La donna, insegnante in pensione, aveva perso il marito, un ex operaio specializzato dell’Ilva, nel novembre del 2002 in un incidente sul lavoro, e viveva da sola nella villetta di Marina di Leporano. Aveva due figli. A lanciare l’allarme, era stato lo stesso figlio sottoposto a fermo.
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