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«Regione parte civile nel processo sull’aggressione a Lamezia. Ma in sanità servono riforme»

Occhiuto: «Intervenire sulle modalità di reclutamento e di retribuzione degli operatori, altrimenti richiamo di fallire anche gli obiettivi del Pnrr»

Pubblicato il: 15/11/2024 – 21:18
«Regione parte civile nel processo sull’aggressione a Lamezia. Ma in sanità servono riforme»

ROMA «Sono convinto che occorrano più risorse, ma sono ancora più convinto che occorrano più riforme». Lo ha detto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ospite di “Casa Italia” sulla Rai. Al centro dell’attenzione la sanità, con particolare riferimento a due emergenze che riguardano da vicino anche il sistema sanitario calabrese: le difficoltà nel reclutamento di medici e infermieri e l’esposizione degli operatori sanitari alle aggressioni di pazienti e familiari di pazienti, come è avvenuto di recente al pronto soccorso di Lamezia Terme.

Il tema del reclutamento

Occhiuto si è soffermato anzitutto sul tema del reclutamento, partendo dall’esperienza che ha visto la Calabria fare da “apripista”, quella di ricorrere a medici cubani. «Ci hanno consentito di non chiudere gli ospedali perché il problema del reclutamento di medici specializzati è gigantesco in tutta Italia, si figuri in regioni nelle quali dopo tanti anni di commissariamento il sistema sanitario va ricostruito ancora più in profondità. Chi sarebbe venuto a lavorare a Locri, a Polistena, a Merito Porto Salvo? Infatti – ha spiegato il presidente della Regione, che è anche commissario della sanità calabrese – tutti i concorsi andavamo deserti, anche oggi fatichiamo ad assumere medici attraverso i concorsi. I medici cubani ci hanno consentito di non chiudere gli ospedali. La cosa più bella è che i pazienti calabresi sono felicissimi del rapporto con questi medici, del resto il sistema medico cubano è uno dei migliori al mondo, sono medici con un paio di specializzazioni, stanno riscuotendo grandissimo successo non solo fra i pazienti ma anche fra i medici calabresi che lavorano insieme a loro negli ospedali. Un esperimento riuscito, all’inizio molto contestato: ho dovuto sudare le proverbiali sette camicie ma ora tutti parlano della necessità – purtroppo – di prendere medici e infermieri da fuori Italia». Occhiuto ha quindi osservato: «Quando ho cominciato a farlo avevo contro il ministro del Lavoro, le prefetture, quindi sono contento che oggi ci si renda conto che le emergenze vanno affrontate, mentre si programma una soluzione strutturale. In questo Paese spesso sui temi della sanità si parla con troppa semplificazione. Io per esempio sono molto convinto che occorrano più risorse, ne occorrono tante, ma sono ancora più convinto che occorrano più riforme, perché non sono state fatte. In Italia c’è un problema ulteriore rispetto ad altri paesi europei, la remunerazione dei medici: occorrono riforme che riguardino il sistema della retribuzione dei medici».

Le aggressioni agli operatori sanitari

«Si può fare molto organizzando meglio il sistema perché molti dei problemi che ci sono nei pronto soccorso sono dovuti anche ad una inefficiente organizzazione del lavoro», ha poi proseguito Occhiuto con riferimento alla vicenda del primario del Ps di Lamezia Terme aggredito dal parente di una paziente. «A volte ii pazienti sono costretti a rimanere nel pronto soccorso per molte più ore di quello che sarebbe necessario. Ma molto bisogna fare intervenendo sulle riforme a livello nazionale. Io – ha sostenuto il presidente – ho sentito il primario del pronto soccorso di Lamezia Terme, sono molto felice che il suo aggressore sia stato arrestato e la Regione si costituirà parte civile nel processo, ma quel primario probabilmente prende meno di un medico di medicina generale. Chi sta nei pronto soccorso e deve far fronte a problemi anche assurdi – come magari quello del paziente che viene col manganello – viene retribuito, dal sistema sanitario nazionale e quindi conseguentemente dalle Regioni, meno dei medici di medicina generale. Poi ci lamentiamo di quello che avviene nei pronto soccorso, ma ormai non c’è più l’assistenza territoriale, non c’è più il filtro sui pronto soccorso che sono diventati l’unica ma non possono dare risposte tutti i bisogni di salute del territorio». Secondo Occhiuto «per fortuna fra qualche mese avremo le case di comunità e gli ospedali di comunità ma molti dimenticano che questi presidi di assistenza territoriale, che dovranno servire a ridurre i ricoveri nei pronto soccorso, dovranno essere i presìdi nei quali staranno i medici di medicina generale e gli infermieri. Ma se gli infermieri non li abbiamo e i medici di medicina generale non sono organizzati in una logica non dico di dipendenza, ma di dipendenza almeno funzionale con il sistema sanitario, rischiamo di fallire anche gli obiettivi del Pnrr, rischiamo di fallire questa importante occasione di migliorare il sistema sanitario nazionale».  (a. c.)

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