CATANZARO È morto in carcere a ventotto anni e il suo corpo presentava evidenti ematomi e varie e profonde ferite da taglio. Ma il referto parla di «abuso di sostanze stupefacenti e arresto cardiaco». Il messinese Ivan Domenico Lauria ha perso la vita ieri sera all’interno della casa circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro: a darne notizia è l’edizione palermitana del quotidiano la Repubblica.
Lauria era tossicodipendente e invalido civile al 75% con gravissimi problemi di salute mentale. Numerose le richieste di avvicinamento in strutture in cui la mamma che era stata nel frattempo nominata sua amministratrice di sostegno avrebbe potuto seguirlo e accudirlo più facilmente ma mai prese in considerazione. La madre e i familiari sono andati questa mattina in Calabria a prendere il corpo di Ivan per portarlo in Sicilia. Il giovane aveva compiuto ventotto anni lo scorso 27 ottobre.
La sua famiglia pretende adesso chiarezza e verità sulla sua morte e ha deciso di presentare una denuncia. «Erano le 23.30 di ieri quando sono stato informato dai suoi familiari – racconta l’avvocato Pietro Ruggeri – Ivan avrebbe dovuto scontare in tutto diverse pene per un totale di undici anni, due mesi e ventuno giorni». Il legale aggiunge: «Era tossicodipendente e invalido civile al 75% con gravi problemi di salute mentale accertati anche dai consulenti d’ufficio nominati nel corso dei vari procedimenti e il tribunale di sorveglianza di Palermo il 7 dicembre del 2023 non gli ha concesso il differimento dell’esecuzione della pena. Innumerevoli le richieste dal 2021 in poi di avvicinamento in carceri in cui la madre che era stata nominata amministratrice di sostegno avrebbe potuto più facilmente accudirlo ma mai prese in considerazione e consistente anche il numero di richieste di collocazione in una struttura più adeguata alla cura delle gravi patologie del ragazzo tra l’altro avallate e richieste anche dall’Asp di Trapani e dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria della casa circondariale di Trapani. Innumerevoli anche le istanze fatte al Dap e al ministero di giustizia».
Di fatto Ivan era stato trasferito ma in carceri come Palermo, Rossano e Catanzaro sempre distanti per la madre che vive invece a Messina e mai in strutture più adeguate alla cura delle sue gravi patologie. E proprio all’interno del carcere di Catanzaro Ivan ha perso la vita. Secondo il certificato medico per «abuso di sostanze stupefacenti e arresto cardiaco». Il corpo del ragazzo presentava però evidenti ematomi e varie ferite da taglio e diverse parti del corpo erano ancora sanguinanti: «La madre e i familiari – aggiunge ancora il legale della famiglia Pietro Ruggeri – sono andati questa mattina a prenderlo per portarlo a Messina. Nel frattempo presenteranno una denuncia per chiarire le modalità del decesso».
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