Vent’anni di attività con risultati evidenti ed una capacità attrattiva che non riguarda solo i turisti ma anche e soprattutto i territori limitrofi e le numerose amministrazioni locali che chiedono di farne parte. È attorno a questi tre elementi che può sinteticamente racchiudersi la celebrazione che il Parco Naturale regionale delle Serre ha dedicato, con una giornata di incontri e riflessioni, ai suoi due decenni di attività in e per un territorio all’interno del quale è sensibilmente aumentata la consapevolezza sul valore dell’ambiente e della biodiversità. «Ho fatto parte del primo Consiglio di amministrazione del Parco – racconta al Corriere della Calabria il Commissario Alfonso Grillo – e ricordo non solo le aspettative e l’entusiasmo, rammento anche le difficoltà dei primi anni, le resistenze fondate sulla concezione del Parco come freno allo sviluppo per un’area che era già depressa dal punto di vista sociale ed economico. Oggi, senza timore di smentita, possiamo invece dire che il Parco ha creato sviluppo».
Il segno più evidente di questo capovolgimento nella considerazione del ruolo e della funzione dell’area protetta Grillo lo individua nell’accresciuta consapevolezza delle istituzioni locali: «All’inizio c’era la tendenza ad uscire dal Parco, oggi abbiamo invece il fenomeno opposto, 10 Comuni hanno espresso la volontà di essere inseriti nella perimetrazione del Parco, abbiamo dovuto anche frenare la richiesta di altre municipalità perché il loro territorio non aveva le caratteristiche necessarie». «Tutto ciò è accaduto ed accade – aggiunge Grillo – perché oltre alla funzione di tutela della biodiversità, che per fortuna si è mantenuta integra negli anni, siamo riusciti a determinare condizioni di sviluppo, a valorizzazione il territorio dal punto di vista storico, ambientale e spirituale, ad attivare percorsi di turismo ambientale sui quali intendiamo essere modello per l’intero territorio».
Significativa la riflessione che il commissario Grillo dedica al più grande e conosciuto attrattore turistico del Parco, la Certosa di Serra San Bruno: «Sicuramente la Certosa è un unicum di cui beneficiamo dal punto di vista dell’immagine, la sua potenza evocativa però ha sbiadito la presenza di tanti altri luoghi simbolo di quest’area. Penso, per esempio, alla Cattedrale di Stilo o al Convento di Soriano Calabro che sono delle realtà, dal punto di vista storico, spirituale e naturale da valorizzare. Il Parco ha anche questa funzione, quella di promuovere un’immagine unitaria di un territorio straordinariamente ricco». «Dal punto di vista ambientale – aggiunge ancora Grillo – disponiamo del bosco archiforo che secondo l’immunologo Quing Li della Nippon Medical School di Tokio è tra i più belli al mondo e sta finalmente per essere valorizzato per come merita». «Per il 2025 – anticipa Grillo – abbiamo a disposizione dei fondi strutturali che investiremo per rafforzare l’offerta del Parco, costituiremo ad esempio il Museo della Biodiversità recuperando una struttura regionale abbandonata da molti anni e che rappresenta da troppo tempo uno sfregio per l’area urbana di Serra San Bruno».
Alla serie di incontri e confronti organizzati dal Parco per celebrare i venti anni di attività ha partecipato anche Giovanni Aramini, dirigente del settore parchi e aree marine protette della Regione Calabria. «I comuni limitrofi al Parco che chiedono di entrare – spiega Aramini – percepiscono il potenziale in termini di crescita del territorio, qui aumenta il turismo sostenibile, crescono le opportunità di lavoro e sono stati realizzati degli interventi straordinari, che danno una visibilità enorme al territorio delle aree interne». Il dirigente regionale cita la Ciclovia dei Parchi e fornisce numeri emblematici «nell’entroterra della Calabria abbiamo registrato quest’anno 15.000 presenze di cicloturisti del centro Europa e che hanno attraversato i piccoli borghi dove il turismo prima non arrivava, queste opportunità ovviamente sono percepite dalla comunità locale. E proprio intorno a questi progetti di valorizzazione dell’entroterra stanno nascendo attività importanti, grazie alla ciclovia, ad esempio, sono nate in due anni 45 nuove imprese nei quattro parchi terrestri della nostra regione. Imprese di giovani che hanno deciso di non fare la valigia per andare in altre regioni ma investire in questo territorio e contribuire alla sua crescita».
Infine, il richiamo alla consistenza delle aree sottoposte a tutela «le aree protette della nostra regione rappresentano il 35% dell’intera superficie regionale, di fatto è un sistema che è un gigante rispetto alla sostenibilità ambientale, un patrimonio immenso di naturalità che adesso può trasformarsi e si sta trasformando in opportunità di crescita per il territorio e miglioramento delle condizioni di vita per le popolazioni locali». (redazione@corrierecal.it)
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