L’Associazione Ncc Italia (presidente Luca Notabartolo) e un altro centinaio di ricorrenti tra società e conducenti Ncc, difesi dall’avvocato Giancarlo Pitaro, hanno depositato oggi un ricorso al Tar del Lazio con cui hanno richiesto «l’annullamento del decreto interministeriale n.226-2024 disciplinante le specifiche del Foglio di servizio elettronico per il noleggio con conducente».
Lo annuncia l’associazione in una nota, preannunciando che «nelle prossime ore, oltre ad inviare una richiesta di incontro urgente, notificheremo una diffida formale al ministero dei Trasporti chiedendo di sospendere qualsiasi iniziativa collegata al decreto sul foglio di servizio elettronico e riservandoci di impugnare con ricorsi per motivi aggiunti ulteriori atti lesivi che il ministro Salvini vorrà porre in essere».
Secondo Associazione Ncc Italia con il decreto «il ministro Salvini, in sfregio alla legge 21-1992 taxi/ncc, ha provveduto ad apportare una nuova normativa allo svolgimento dell’attività di noleggio con conducente, celandola attraverso l’approvazione di un decreto ministeriale che vorrebbe introdurre vincoli e limiti illogici e illegittimi. Un decreto fatto su misura per complicare, per far chiudere migliaia di imprese di noleggio con conducente, per limitare la libera iniziativa economica, regalando, di fatto, il mercato trasportistico italiano alle corporazioni taxi».
Nel ricorso al Tar si legge che «si è inteso impugnare il decreto ministeriale n. 226/2024 che ha stabilito, ai sensi dell’art. 11 co. 4 l. 21/1992, “le specifiche” al solo ed unico fine di bloccare, limitare, vincolare e sospendere l’attività di noleggio con conducente a discapito dell’intera categoria di Ncc e dei singoli ricorrenti autisti di Ncc che sono, oggi, manifestamente lesi dall’approvazione del Decreto impugnato che concretamente ha apposto vincoli e limiti e blocchi assolutamente ingiustificati all’esercizio dell’attività di noleggio con conducente, che non trovano nessuna ragione valida se non quella di creare un cartello al mercato del trasporto pubblico».
x
x