Un territorio che si estende per quasi 18mila ettari ed interessa il territorio di 26 Comuni a cavallo tra le provincie di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria. Dieci i nuovi comuni che vogliono entrare a far parte della perimetrazione dell’area protetta, quella vibonese è, ovviamente, la provincia maggiormente rappresentata. Il Parco regionale delle Serre è una delle aree protette che assieme ai tre parchi nazionali ed alle riserve marine fa della Calabria una delle regioni più attente alla tutela della biodiversità.
Ieri l’ente con sede a Serra San Bruno ha celebrato i 20 anni dalla sua istituzione «in questi due decenni – spiega il direttore del Parco Francesco Pititto – il Parco si è fatto strada e possiamo tranquillamente ragionare di una storia di successo. Siamo decisamente soddisfati non solo per la condivisione, da parte di comuni, comunità e cittadini, della prospettiva di tutela del territorio ma anche per le performance dell’Ente Parco nell’impiego e nella spesa dei fondi comunitari».
I progetti finanziati nell’ambito della programmazione 2014/2020 sono numerosi, si va dalla realizzazione di aree didattiche a progetti di educazione e diffusione della conoscenza del parco, dalla realizzazione di itinerari naturalisti agli investimenti per le piste ciclabili, dalla realizzazione dell’itinerario di archeologia industriale sulla via del ferro fino alla sentieristica ed all’immissione del cervo italico. Un ventaglio di iniziative, già concrettizzate, che ha ricevuto sostegni per più di 8 milioni di euro, il 92% dei quali spesi e rendicontati.
«Nonostante la numerosità e la complessità dei finanziamenti assegnati – spiega ancora Pititto – siamo riuscisti a spenderli, a farlo velocemente e bene. È un risultato che ovviamente ci riempie di orgoglio ed è merito di una squadra, dai dipendenti ai tecnici ed anche alle ditte coinvolte, tutto ciò ci ha permesso di dare un forte impulso allo sviluppo del territorio».
Un investimento, quello sulla tutela dell’ambiente, ritenuto decisivo «nelle ultime settimane – spiega Roberto Cosentino, neo-dirigente della UOA valorizzazione e promozione del patrimonio naturale istituita presso il dipartimento ambiente della Regione – la Giunta regionale, il Presidente Occhiuto e l’assessore Calabrese hanno scelto di istituire una struttura organizzativa dedicata proprio a questi temi. «Certamente – aggiunge Cosentino – il nostro patrimonio ambientale deve essere conosciuto innanzitutto da noi calabresi e deve essere lo strumento attraverso il quale ci rimettiamo in contatto con il senso di appartenenza, con l’orgoglio di essere calabresi». «Questi luoghi – prosegue Cosentino – in parte lo sono già e possono diventare ancor di più motore di sviluppo sostenibile attraverso un turismo qualificato e legato alla capacità di narrare e raccontare la nostra terra».
Per il sindaco di Serra San Bruno, città sede dell’ente Parco, Alfredo Barillari «per noi è senz’altro motivo di orgoglio poter collaborare con questa nuova direzione del Parco che si sta muovendo su obiettivi che sono comuni ai nostri e cioè valorizzare la biodiversità e stimolare un turismo lento che consenta di far scoprire la nostra identità con una consapevolezza piena». «Serra San Bruno – aggiunge il primo cittadino – è la capitale del Parco, la definizione che abbiamo coniato è quella di anima verde della Calabria con l’intento di tenere assieme la spiritualità che deriva dalla presenza della Certosa con la meraviglia dei nostri boschi. Siamo consapevoli dell’importanza dello stare assieme, del creare sinergie e devo dire che ci stiamo riuscendo. Sono molte le iniziative in cui questa collaborazione è diventata realtà, penso ad esempio al cammino del Normanno, un percorso che unisce, attraverso la nostra montagna, le due coste. Dobbiamo continuare a crederci e lavorare per obiettivi comuni». (redazione@corrierecal.it)
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