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Soppressione della “Decontribuzione Sud”, Perciaccante: «Decisione dannosa per il Mezzogiorno»

«La misura introdotta nel 2020 si è rivelata, negli anni, uno strumento molto efficace. Serve un confronto urgente con il Governo»

Pubblicato il: 16/11/2024 – 9:53
Soppressione della “Decontribuzione Sud”, Perciaccante: «Decisione dannosa per il Mezzogiorno»

COSENZA «La soppressione della ‘Decontribuzione Sud’ rischia di creare effetti particolarmente dannosi per il Mezzogiorno e di riflesso per il Paese». È quanto ha detto Giovan Battista Perciaccante, vicepresidente Ance con delega al Sud e alle Isole e presidente di Confindustria Cosenza commentando le anticipazioni riguardanti la manovra finanziaria in corso di definizione. «La misura introdotta nel 2020 per salvaguardare i livelli occupazionali dopo il Covid – ha aggiunto il presidente Perciaccante –  si è rivelata, negli anni, uno strumento molto efficace che ha contribuito a favorire l’occupazione e la crescita del PIL, offrendo un sostegno concreto per lo sviluppo dell’intero tessuto produttivo nazionale». Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, il PIL delle regioni meridionali è cresciuto del 12,7% nel triennio 2021-2023, avvicinandosi all’eccezionale crescita manifestatasi a livello nazionale (13,7%). Anche in termini di occupazione si registra per il Mezzogiorno una performance decisamente positiva con un aumento degli occupati del +7%, superiore alla media nazionale (+5,3%). Un risultato che ha contribuito a ridurre il tasso di disoccupazione in un’area che storicamente registra valori più alti rispetto alla media nazionale.
«La Decontribuzione Sud estesa a tutti i dipendenti con sede di lavoro nelle regioni del Mezzogiorno, indipendentemente dalla sede legale dell’impresa di appartenenza – ha detto ancora il vicepresidente di Ance e presidente di Confindustria Cosenza – ha rappresentato un sostegno efficace e concreto per tutte le imprese italiane che hanno deciso di operare nelle regioni del Mezzogiorno. Inoltre, la possibilità di beneficiare di un minor costo del lavoro ha certamente contribuito all’emersione del lavoro nero, favorendo la regolarizzazione di numerosi lavoratori e rendendo il contesto produttivo più sano e competitivo. Anche sul versante Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza la misura ha dato un significativo impulso all’avvio degli ingenti investimenti che per il Sud valgono 80 miliardi di euro, di cui circa 45 per investimenti di interesse per il settore delle costruzioni».
«Le agevolazioni previste dal Governo per sostituire la Decontribuzione Sud – ha detto ancora il vice presidente Ance con delega al Sud e alle Isole e presidente di Confindustria Cosenza Perciaccante – seppur condivisibili negli obiettivi di riduzione dei divari di sviluppo e occupazione nel Mezzogiorno, con l’introduzione di agevolazioni mirate per l’assunzione di soggetti svantaggiati, come giovani e donne, e dal 2025 con l’istituzione di un fondo quinquennale per il Sud, dotato di 9,1 miliardi di euro, non appaiono di rapida e facile attuazione tenuto conto che la misura, oltre a dover essere negoziata con l’Unione Europea, dovrà essere coordinata con le altre misure esistenti come il credito d’imposta per gli investimenti nella ZES Unica». «Se si vogliono mantenere i progressi sin qui raggiunti e proseguire il percorso di sviluppo avviato, quello che serve è un confronto urgente con il Governo per individuare e condividere le modalità più opportune per far funzionare in maniera efficace e tempestiva la nuova misura, in maniera tale che possa continuare a sostenere le imprese e il tessuto produttivo del Mezzogiorno e del Paese», ha concluso il presidente Giovan Battista Perciaccante.

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