LAMEZIA TERME Aria di sfida, larghi occhiali da sole specchiati, camicia senza manica e una inconfondibile canzone neomelodica in sottofondo che, testualmente, recita una frase suo malgrado nota: «una presta libertà a tutti i detenuti». Il protagonista del video è un nome noto della criminalità organizzata lametina, uno che i social – da molti anni su Facebook con la pagina “ONORE e’ dignita’” e da qualche tempo anche su TikTok e Instagram contando migliaia di followers – li ha sempre usati per divulgare messaggi di “incoraggiamento”, massime più o meno filosofiche e proverbi ad effetto, rivolti a chi ha a che fare con la giustizia (di quelli che non indossano una divisa s’intende) o a chi cerca di ritagliarsi un ruolo da protagonista nella società.
Questa volta Vincenzo Torcasio (cl. ’78) noto a tutti come “U Giappone” o anche come “U russu”, alias ormai desueto, ha alzato il livello della sfida. Nell’ultimo video (fino a questo momento) pubblicato sulla celebre piattaforma TikTok, Torcasio si è fatto filmare mentre finge di essere scarcerato definendosi un «attore amatoriale». A fare discutere, però, è il set utilizzato ovvero l’ex carcere di Lamezia Terme, struttura chiusa ormai da tempo e sulla quale si continua a “fantasticare” da anni, immaginando progetti e riutilizzi tra i più disparati, senza arrivare a nulla di concreto. La struttura è solitamente visitabile in occasione delle Giornate del Fai ma, evidentemente, Vincenzo Torcasio è riuscito ad aggirare gli ostacoli.
Con il volto sorridente Vincenzo Torcasio apre la porta della cella, passeggia per l’ex casa circondariale e si fa filmare mentre esce dalla porta laterale dell’edificio, accompagnato – come si può vedere dal video – da almeno altre tre persone. A conclusione delle riprese, Torcasio festeggia e sorride di gioia, proprio come farebbe un ex detenuto, memore anche del suo passato.
Le performance social di Vincenzo Torcasio sono storiche, sfiorando quasi il mito a giudicare dalle decine e decine di migliaia di visualizzazioni e delle centinaia di commenti che arricchiscono un profilo TikTok molto popolare.
Il paradigma perfetto di quelle preoccupazione che, ormai da un po’ di tempo, accompagnano gli osservatori di una piattaforma social che non conosce limiti e di cui, recentemente, si era occupato proprio il Corriere della Calabria, allarmando anche l’ex procuratore della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri.
Vicenzo Torcasio “U Giappone”, infatti, non è affatto un nome qualunque. Finito per davvero in carcere con l’operazione “Andromeda” della Dda di Catanzaro, eseguita il 14 maggio 2005, il classe ’78 secondo l’accusa sarebbe «partecipe della famiglia di ‘ndrangheta Cannizzaro-Daponte» operante nel tenitorio lametino, in particolare nel quartiere Sambiase, e storica alleata della potente cosca Iannazzo – nonché dei Pesce di Rosarno – contrapposta alla cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme, storicamente segnate da una sanguinosa guerra di mafia. Vincenzo Torcasio “U Giappone”, in particolare, secondo l’accusa «avrebbe avuto un ruolo di “specchietto” nel corso dell’omicidio di Antonio Torcasio», assassinato peraltro davanti al Commissariato di Polizia di Lamezia Terme il 23 maggio del 2003.
Nel processo di primo grado, celebrato con rito abbreviato, Vincenzo Torcasio era stato condannato 30 anni di carcere, pena ridotta a 16 anni in Appello. Ad ottobre 2020 la seconda sezione penale della Corte di Cassazione aveva annullato la condanna per il solo reato di omicidio, confermando l’associazione mafiosa, lasciando spazio ad un nuovo processo d’Appello. Intanto, a maggio 2021, Torcasio è stato scarcerato, in attesa della nuova sentenza.
Il nome di “U Giappone” è noto ormai da tempo. Dei suoi successi da influencer se ne discute da anni, così come delle performance su TikTok dove sfoggia muscoli, passeggiate a mare o per il centro, oltre a pranzi e cene nei locali alla moda di Lamezia Terme. In un video, tanto per citarne alcuni, si mostra a testa in giù in una esibizione di forza con una massima in sovraimpressione che parla di ironia oppure mentre assaggia una portata di carne sfoggiato un orologio d’oro (forse solo dorato). In un altro video, appeso ad un gazebo di un locale mentre esegue i soliti esercizi fisici, se la prende con i “leoni da tastiera” che lo avrebbero offeso nascondendosi dietro profili falsi. Insomma, ce n’è per tutti i gusti seguendo comunque una trama invisibile ma ben definita: l’uomo d’onore che non ha paura di nessuno, soprattutto dei nemici (che non si sa bene chi siano).
Sembrano lontani i tempi in cui Vincenzo Torcasio, per sfuggire ad un mandato di cattura, si è reso irreperibile per qualche giorno. La star dei social la sera del 14 febbraio del 2017, dopo che il giudice gli aveva appena inflitto trent’anni di carcere, festeggiando San Valentino con la compagna in un ristorante, sulla storica pagina Facebook “Onore e dignità” scriveva: «Noi non ci disperiamo festeggiamo lo stesso San Valentino a base di pesce» con tanto di selfie. Gli uomini della Squadra mobile sono sulle sue tracce ma lui, con un coup de théâtre – da buon attore amatoriale che dice di essere – sparisce nel nulla dopo aver lasciato un messaggio su Facebook: «I carceri a 41 bis sono stati paragonati da Papa Francesco a forme di tortura». Nel frattempo, per Vincenzo Torcasio scatta un nuovo ordine d’arresto per l’operazione “Andromeda 2, insieme ad altre 13 persone. Di Torcasio però si perdono le tracce, almeno fino al 24 febbraio quando “U Giappone” si consegna alla Squadra Mobile di Catanzaro, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Antonio Larussa.
Altri tempi e storie di un’epoca che pare lontanissima, ma Vincenzo Torcasio continua a spopolare su TikTok e su Instagram, fino ad inscenare una scarcerazione. Un modo, forse, per esorcizzare la paura di tornare ad occupare una cella godendosi invece la libertà. In attesa di una nuova sentenza. (g.curcio@corrierecal.it)
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