COSENZA Sì, la città unica però alla fine la testa va sempre alla Regione: «Il vento è favorevole – è il ragionamento del sindaco Franz Caruso riguardo la doppietta Umbria-Emilia Romagna – quindi dobbiamo iniziare a pensare come centrosinistra a una nuova legge regionale sulle fusioni, una legge che dia protagonismo ai Comuni». A margine della conferenza stampa a Palazzo dei Bruzi per esporre le ragioni del Sì al referendum di domenica 1 dicembre, il primo cittadino si spinge già alla fine del biennio in cui si dovranno mettere le basi per il Comune unico, ma piuttosto pensa a Catanzaro. Non prima di aver rivendicato la massima «coerenza» sul tema, retrodatando di 5 anni il Sì alla grande Cosenza rispetto al suo programma da candidato sindaco, ovvero al 2016 in cui a correre per la fascia tricolore era Carlo Guccione.
Al proposito, Caruso fa subito notare che «la mia linea è chiara da sempre, e il deliberato del Consiglio comunale votato a maggioranza lo conferma, non ci sono interpretazioni diverse sulla mia posizione: nel 2021 dissi che sarebbero serviti 5 anni per arrivare a definire il processo di fusione. Oggi come allora penso che il capoluogo debba diventare il motore di sviluppo dell’area urbana e oltre, anzi io penserei già in ottica di area vasta metropolitana sulla scorta della legge regionale che istituisce l’ambito unico dei trasporti. Un’area che abbracci anche il Savuto, la Presila, la media valle del Crati e le Serre cosentine» aggiunge il sindaco. «E’ una battaglia che non cedo a nessuno, tanto meno a chi da sindaco ha voluto bloccare questo processo per difendere il proprio orticello»: le critiche di Caruso sono rivolte sia al suo predecessore Mario Occhiuto (sul blocco della metroleggera) quanto a suo fratello Roberto che da governatore ha accantonato il progetto di nuovo ospedale a Vaglio Lise: «L’hub che dovrà sostituire l’Annunziata – attacca – è un progetto della Regione datato 2017, tanto che i finanziamenti stanno per scadere, inoltre è un’altra cosa rispetto al Policlinico dell’Unical: Vaglio Lise è in uno snodo strategico per la Città unica che immagino, a differenza di Arcavacata che taglia fuori il centro storico di Cosenza e i comuni limitrofi oltre a presentare criticità nel traffico visibili già oggi tanto allo svincolo autostradale quanto sulla statale 107. L‘ospedale a Vaglio Lise non sia un’altra occasione persa come l’Alta Velocità».
Il sindaco aggiunge un elemento mai rivelato prima: «Caputo e De Francesco mi avevano già anticipato due anni fa che il processo di fusione sarebbe stato rimandato al 2027, ma avevo rispedito questa proposta ai mittenti perché non avendo interessi personali e non essendo attaccato alla poltrona potevo anche andarmene. Quello del rinvio – continua – è un tema che non mia ha mai appassionato, ma ho apprezzato l’impegno e il senso di responsabilità dei consiglieri regionali del Pd (nel salone di rappresentanza stamattina anche Franco Iacucci, ndr) nell’ordine del giorno presentato a fine luglio e poi nell’emendamento firmato dai capigruppo. Domani un nuovo documento confermerà quei paletti sulla tempistica ma anche che lo spostamento della data non è dettato da esigenze politiche ma da valutazioni concrete: in tempi ristretti l’iniziativa fallirebbe, per la fusione servono criterio, serietà e competenze, si deve pensare al disegno di un riassetto territoriale su scala regionale e non alla volontà di sovvertire il responso delle urne del 2021». Per questo Caruso propone un gruppo di lavoro da istituire già il 2 dicembre, in caso di vittoria del Sì, con Comuni, Regione, Unical e associazioni, per ragionare sullo statuto, su uno studio di fattibilità che «non fotografi l’esistente ma ci proietti al futuro» e sui metodi di armonizzazione dei bilanci o su altre priorità come il Psc unico e i servizi come i rifiuti e l’acqua ma anche sulla cultura e «riempire di contenuti quella che ad oggi è ancora una scatola vuota». (e.furia@corrierecal.it)
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