ROMA La Giunta per le Elezioni di Montecitorio, nella seduta di ieri sera, ha approvato con 17 favorevoli e 8 contrari la contestazione, proposta dalla relatrice Fdi Maddalena Morgante, dell’elezione della deputata M5s Anna Laura Orrico, eletta nel collegio uninominale Calabria U02. Poco prima la Giunta aveva respinto la richiesta del gruppo pentastellati di procedere ad un ampliamento dell’istruttoria con la revisione di un campione di schede valide del collegio. Il caso nasce ricorso presentato dal candidato Fi Andrea Gentile: il riconteggio delle schede ha ribaltato il risultato in favore del forzista. La questione è al centro di uno scontro acceso tra Fi e M5s: i pentastellati hanno più volte sottolineato le anomalie emerse dal controllo delle schede alcune definite «inquietanti»: con «schede verbalizzate come bianche» che «si sono rivelate poi misteriosamente votate». Sotto accusa anche la decisione della Giunta di «cambiare i criteri stabiliti dal Viminale e considerare valide le schede con voti espressi su due o più simboli di lista». Se l’annullamento dell’elezione di Orrico dovesse essere approvato definitivamente dall’aula, tuttavia, a perdere il seggio non sarà Orrico bensì un’altra deputata M5s: Elisa Scutellà. Come ha spiegato dopo il voto di ieri il presidente della Giunta Federico Fornaro, Pd, Orrico avrebbe titolo al seggio attribuito per la parte proporzionale nel collegio plurinominale unico della circoscrizione Calabria. E la proclamazione di Orrico in tale collegio comporterebbe l’annullamento della proclamazione di Scutellà nella circoscrizione Calabria che è stata conseguenza dell’esaurimento della lista di candidati pentastellati nel collegio plurinominale. Si apre ora la fase procedurale che prevede che i soggetti interessati (Orrico, Scutellà e Gentile) siano convocati in udienza pubblica. Subito dopo ci sarà la riunione della Giunta in camera di consiglio per assumere, senza intervalli o sospensioni, la deliberazione. La decisione definitiva sarà presentata all’Assemblea entro venti giorni dalla seduta pubblica in cui è stata assunta.
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