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A Catanzaro una rete sempre più forte per creare una “barriera” contro la violenza di genere

La Questura del capoluogo e il Centro Calabrese di solidarietà hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per il recupero dei soggetti maltrattanti

Pubblicato il: 23/11/2024 – 12:27
A Catanzaro una rete sempre più forte per creare una “barriera” contro la violenza di genere

CATANZARO Una rete sempre più stretta e sempre più forte tra istituzioni e associazionismo per contrastare il fenomeno della violenza di genere con gli strumenti della prevenzione, della formazione, della sensibilizzazione e del sostegno: è questo l’obiettivo a cui tende il protocollo d’intesa “per il recupero dei soggetti maltrattanti” sottoscritto oggi a Catanzaro dalla Questura del capoluogo e dal Centro Calabrese di solidarietà, centro che da anni è in prima linea nell’assistenza alle fasce deboli della popolazione, nel sostegno alle donne vittime di violenza e nel recupero dei “soggetti maltrattanti”. Il protocollo di intesa è stato firmato dal questore di Catanzaro, Giuseppe Linares, e dalla presidente del Centro Calabrese di solidarietà, Isolina Mantelli, alla presenza del sottosegretario all’Interno Wanda Ferro e del prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci: l’iniziativa si pone nell’ambito della campagna permanente della Polizia di Stato contro la violenza di genere denominata “Questo non è Amore”, che – ha spiegato Linares – «vede impegnata l’Istituzione al contrasto del fenomeno, a far conoscere gli strumenti di tutela delle vittime e, soprattutto, in un’opera di sensibilizzazione per riconoscere i segnali di comportamenti che potrebbero nascondere le molteplici forme di violenza nei confronti delle donne».

La firma del protocollo con Linares, Ferro e Mantelli

Il protocollo

Questo protocollo – ha poi aggiunto Linares – «è uno strumento nuovo che nella fase applicativa applicativa ha dimostrato di poter infrenare nell’80% dei casi le condotte dei maltrattanti, se vengono intercettate all’inizio dell’escalation del ciclo della violenza. Moltissimi casi di femminicidio avrebbero potuto essere evitati non solo con una denuncia ma intervenendo su soggetti che hanno dei problemi nell’accettazione del loro rapporto rispetto alla donna. Non si tratta di criminali, ma di persone che devono essere in qualche modo prese in consegna dai centri specialistici. In questo senso – ha proseguito il questore di Catanzaro – siamo disponibili con tutte le associazioni che operano sul territorio a stipulare altrettanti protocolli, più ce ne sono più avremo dei presìdi che saranno delle antenne per intercettare la violenza dall’inizio sul territorio di Catanzaro». A sua volta Mantelli ha spiegato che il protocollo «è una prevenzione di secondo livello, alla quale da anni lavoriamo perché siamo convinti che l’uomo che è maltrattato può reiterare l’azione con un’altra donna: ecco perché è necessario curarli, comprendendo che il problema della violenza sulle donne è un problema unicamente maschile. D’ora in poi mi piacerebbe vedere gli uomini per strada che gridano contro la violenza degli uomini e non tante donne che si affaticano. Noi ci saremo sempre in tutti i casi, ma va fatto comprendere che occorrono due livelli: una prevenzione di primo livello fatta nelle scuole con una formazione affettiva del maschile e una prevenzione di secondo livello, un recupero degli uomini che hanno già maltrattato. Il delitto del Circeo – ha sostenuto la presidente del Centro Calabrese di Solidarietà – insegna che uno che sta in carcere 25 anni esce e uccide di nuovo se non è trattato». La firma del protocollo d’intesa è stata preceduta da un dibattito, moderato dalla giornalista Emilia Brandi, con esperti di diversi settori intervenuti sul tema della violenza sulle donne. (c. a.)

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