Sono favorevole alla città unica e lo scrivo subito senza entrare nei particolari, in vista del referendum del 1 dicembre prossimo che riguarderà Cosenza, Rende e Castrolibero.
Detto questo è ovvio che rispetto chi la pensa diversamente. Il dato su cui è importante riflettere è invece quale possa essere la partecipazione elettorale. Le elezioni regionali in Emilia e Umbria hanno confermato la scarsa partecipazione della gente.
Un tema che su un referendum, per quanto identitario, pesa ancora di più.
Molti cittadini non sanno nemmeno che ci sia l’appuntamento referendario. Si vota solo il 1 dicembre dalle otto alle 21 recandosi nel proprio abituale seggio con la tessera elettorale.
Forse i tre comuni potevano fare di più per informare la popolazione.
Si deve essenzialmente ai comitati, sia quelli per il Si che per il no, e agli organi di stampa, la conoscenza dell’evento referendario.
Al netto di qualche eccesso mi pare che i confronti siano corretti. Ci sono partiti ed esponenti più coinvolti e altri che dimostrano una scarsa passione.
Cercare di far votare la gente dovrebbe essere un obiettivo comune e l’auspicio è che si raggiunga una percentuale dignitosa.
Un referendum è di per sé divisivo e dicotomico: o si o no ma registrare una discreta partecipazione dovrebbe essere interesse prevalente.
Per questo i vari comitati dovranno impegnarsi in questi giorni per sollecitare l’opinione pubblica.
Se è vero che la democrazia è partecipazione è altrettanto vero che solo un interesse di mobilitazione può smuovere l’apatia generale.
Votare rappresenta sempre un diritto fondamentale a cui è meglio non sottrarsi.
Esprimendo liberamente la propria opinione che dovrà essere vincolante nel dato generale su una scelta che riguarda tre comunità.
Andate a votare.
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