Lasciano l’amaro in bocca alle rispettive tifoserie i due pareggi casalinghi raccolti da Catanzaro e Cosenza nelle sfide contro Mantova e Modena. La sensazione in entrambi i casi è che si sia persa una buona occasione per tirarsi fuori dalle zone basse della classifica.
La svolta ancora non arriva. Il ritorno alla vittoria è ancora rimandato. Al Ceravolo contro il Mantova il Catanzaro incamera l’ennesimo pareggio, il decimo, in 14 gare di campionato ma questa volta vede il bicchiere mezzo vuoto. Se altri pareggi sono stati accolti con discreto entusiasmo quello contro la neopromossa formazione lombarda non ha pienamente convinto.
Non tanto per la prestazione che, primi 10 minuti a parte, c’è stata, quanto più per la mancanza di risolutezza della squadra giallorossa. Le aquile approcciano male, prendono il gol su una disattenzione della difesa ed un non perfetto intervento di Pigliacelli, ma poi schiacciano il Mantova trovando il pareggio con il sesto centro stagionale di capitan Iemmello e dando l’impressione di poter riuscire a far loro l’incontro.
Nella ripresa, però, quando il rosso a Cella sembra poter spianare la strada verso la vittoria, il Mantova trova in contropiede il nuovo vantaggio (anche qui qualche sbavatura e qualche errore di lettura) che complica terribilmente la situazione. Il gol di Buso, appena entrato, vale il nuovo aggancio ma nei 15 minuti di assalto finale al Catanzaro manca la lucidità per pungere e fare veramente male alla squadra dell’ex Reggina Davide Possanzini.
Non c’è stata la freddezza e la convinzione di andare a prendere un successo che era nelle corde e che avrebbe risollevato un’intera stagione. Punito da errori dei singoli il Catanzaro ha pagato anche, e forse soprattutto, il peso della ricerca estenuante della vittoria.
Crema: il Catanzaro prosegue la sua serie utile, per quanto caratterizzata quasi esclusivamente da pareggi. La formazione giallorossa è in serie positiva da 8 giornate, 7 pareggi ed il solo successo ottenuto contro il SudTirol. Ultimo ko quello contro la Cremonese sempre al Ceravolo. Buone indicazioni sono giunte poi da Seck, schierato sin dal primo minuto sull’out di destra e autore di buoni spunti e valide giocate. La manovra giallorossa si è concentrata soprattutto sulla corsia da lui occupata.
Amarezza: se è vero che il Catanzaro non perde, l’altra faccia della medaglia è che continua a non vincere. Il decimo pareggio in 14 gare di campionato rischia di rallentare troppo il cammino verso la salvezza per i giallorossi di Caserta. L’ansia e la ricerca spasmodica dei tre punti cominciano a pesare sulla mente dei giallorossi. (Stefania Scarfò)
Ciò che è emerso più di ogni altra cosa in questo avvio di stagione del giovane e luminoso Cosenza di Massimiliano Alvini, è la capacità di giocare alla pari, spesso anche meglio, rispetto ad avversari sulla carta nettamente superiori. È accaduto anche nell’umida e poco frequentata (sugli spalti) serata di venerdì scorso al “San Vito-Marulla”. Di fronte a un Modena forte, in grado di schierare gente del calibro di Defrel, l’ex Caso, Palumbo e Caldara, i Lupi hanno dimostrato per l’ennesima volta di avere cuore, compattezza, identità e consapevolezza nei propri mezzi. Mezzi, tecnici, che, bisogna dirlo, non sarebbero (almeno oggi, in prospettiva chissà) da costante lato sinistro della classifica, ma che riescono ad essere ben nascosti proprio dalla voglia di mettere in campo, sempre e comunque, tutto quel che si ha e si sa grazie ad Alvini. Mezzi che limitano troppo la grande mole di gioco espressa di partita in partita. Per dirla in parole povere e ripetitive: il Cosenza fa un gran possesso palla ma non riesce mai o quasi mai a concretizzare. Non è un caso che per raggiungere il pareggio contro i canarini, sia servita una prodezza di un rigenerato Mazzocchi, di cui parliamo sotto. Manca un bomber e manca chi negli ultimi venti metri abbia in testa l’invenzione giusta per svoltare la giornata. Ma ormai questo è un discorso vecchio che serve solo a mordersi le mani mentre una nuova occasione di risalita in classifica se ne va.
Crema: a Simone Mazzocchi da Milano va la palma di migliore di questa settimana. Un po’ di più dei soliti Florenzi e Micai, soprattutto per quel gol in rovesciata che ha dato un senso, seppure limitato, alla prestazione del Cosenza. Ma anche per la continuità (a Brescia è andato in gol), per il suo abbraccio coinvolgente (in foto) con un capitan D’Orazio momentaneamente accantonato, per i suoi occhi nell’esultanza, rigidamente felici e completamente dentro il clima battagliero di una squadra che bisogna solo ringraziare per quanto sta facendo in questa annata ricca di ostacoli lontani dal campo e penalizzazioni.
Amarezza: a questo Cosenza, al di là delle difficoltà nel concretizzare la grossa mole di gioco sistematicamente prodotta, viene da volergli bene e si ha voglia di vederlo giocare. Non accadeva da anni. Eppure, venerdì sera, sugli spalti del “San Vito-Marulla” c’erano appena 5 mila spettatori. Colpa dell’anticipo serale e del maltempo, si dirà giustamente. Ma forse c’è qualche motivo in più. Uno di questi riguarda la struttura bruzia, gestita dal club silano, da tempo in stato di abbandono totale. Durante e dopo la sfida contro il Modena sono fioccate le lamentele dei presenti (tifosi e giornalisti, vedi Quotidiano del Sud) in tutti i settori dello stadio: accesso per le persone con disabilità ostruito da un enorme gruppo elettrogeno, bar di tutti settori desolatamente chiusi, bagni e seggiolini sporchi, tornelli non funzionanti, sconforto, rabbia e voglia di tornarsene a casa. Tutto questo – e parliamo solo dei settori popolari – alla modica cifra di 19 euro per le curve e la tribuna B, 33 per la tribuna A, 31 per la “Rao”. Insomma, uno scenario triste, vetusto, malinconico, da far pensare, quasi, che chi guida i fili di cotanto sfasciume, non stia aspettando altro che la fine. Di cosa, però, non è ancora dato sapere. (Francesco Veltri)
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