LAMEZIA TERME Svolta 5 Stelle. L’Assemblea costituente pentastellata è una (auto)rivoluzione epocale che cambia completamente pelle a quello che è oramai un partito a tutti gli effetti: consumato il “parricidio” con l’eliminazione politica – anche un po’ violenta – del fondatore Beppe Grillo e distrutti alcuni tabù come il limite dei due mandati per gli eletti e l’autosufficienza (anche elettorale) a tutti i costi, il M5S entra in una fase completamente nuova, a Roma come sui territori, in uno slancio che peraltro è anche “senza rete”, mentre in tanti preconizzano una scissione da parte del duro e puro Beppe Grillo.
Perché da ieri i 5 Stelle hanno definitivamente chiuso con il passato, hanno stabilito qualche punto fermo per il presente e guardano al futuro con tante incognite, anche queste con dinamiche che si riverbereranno anche nelle regioni, Calabria compresa. Subito un dato: secondo gli osservatori più attenti, anche il M5S Calabria, a partire dalle sue componenti rappresentative e nelle istituzioni, ha seguito il leader Giuseppe Conte schierandosi con l’ex premier nello scontro per la leadership con Beppe Grillo. Del resto, anche in Calabria ormai da tempo prevalgono i pentastellati di “seconda generazione”, più contiani che grillini. Compulsando il variegato pianeta del M5S calabrese, la gran parte ritiene che la Costituente registrerà qualche defezione ma non una fuga di massa nella base. La pattuglia regionale è in asse con Conte, a partire anzitutto (e quasi ovviamente) dai portavoce, dalla coordinatrice regionale Anna Laura Orrico alla vicecapogruppo alla Camera Vittoria Baldino per arrivare ai parlamentari come Riccardo Tucci e Elisa Scutellà e via via discorrendo per quanto riguarda gli eletti (laddove ci sono). Certo, anche in Calabria come altrove ormai è cambiato l’elettorato M5S, anche se nella regione ancora c’è una sacca molto consistente come dimostra l’ottimo risultato del M5S alle Europee (il terzo partito nella regione, terzo, davanti anche al Pd): il problema è che nelle elezioni territoriali i consensi sono in genere a una cifra, a conferma del fatto che il radicamento territoriale è un vulnus al momento irrisolto. C’è poi la sensazione di una progressiva erosione della militanza, una sensazione che peraltro si sarebbe anche già concretizzata nei numeri, secondo quanto riferito alcune settimane fa da organi di stampa nazionali. Inoltre, il M5S Calabria rischia di vedersi alleggerito anche il proprio “peso” in Parlamento, con la sempre più probabile perdita del seggio di Cosenza (e di quello della Scutellà in particolare) a vantaggio di Forza Italia e di Andrea Gentile.
Ma intanto la trasformazione definitiva del M5S anche in Calabria apre una nuova fase, e anche se gli osservatori non prevedono nel medio termine particolari cambiamenti negli attuali assetti interni, potrebbe essere un motivo di chiarezza. E un motivo di chiarezza anche se non soprattutto sull’annoso tema delle alleanze, per quanto proprio in Calabria il modello del “campo largo” ha avuto proprio i primi esperimenti e le prime attuazioni, con risultati anche abbastanza confortanti (si vedano le ultime Amministrative di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia). E un M5S che ha definitivamente fatto calare il sipario sul radicalismo e sul movimentismo esasperati (e anche con tratti destrorsi) e con una caratterizzazione maggiormente a sinistra potrebbe essere un fattore di rilancio del centrosinistra in un’ottica ancora più unitaria anche in Calabria, dove peraltro il dialogo tra i due leader regionali Orrico, e, per il Pd, Nicola Irto appare molto fitto e proficuo. L’orizzonte anche qui ovviamente sono le prossime Regionali e la costruzione dell’alternativa al centrodestra di Roberto Occhiuto, e tanti analisti già sostengono che nel gioco degli equilibri nazionali il nome del candidato governatore potrebbe anche spettare al M5S – tra i “papabili” si annoverano già l’europarlamentare calabrese Pasquale Tridico, dato in irresistibile ascesa nel Gotha del M5S nazionale, la stessa Orrico, Laura Ferrara – anche se ovviamente la probabile candidatura di Roberto Fico in Campania potrebbe precludere questa strada. Si vedrà. Soprattutto, si vedrà se in Calabria (come altrove) comunque il M5S resisterà all’auto-rivoluzione di queste ultime ore. (a.cantisani@corrierecal.it)
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