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‘Ndrangheta, a Vibo le ‘ndrine «tutte soggette ai Mancuso». A Lamezia «l’area più instabile»

Nella relazione la Dia le situazioni del Vibonese e del Catanzarese. Gli interessi nel settore turistico e la collaborazione con i crotonesi

Pubblicato il: 28/11/2024 – 11:21
‘Ndrangheta, a Vibo le ‘ndrine «tutte soggette ai Mancuso». A Lamezia «l’area più instabile»

VIBO VALENTIA I «clan radicati» nel Catanzarese e «l’egemonia dei Mancuso» a Vibo. L’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia offre un quadro della criminalità organizzata nelle province calabresi, evidenziando come tutte «registrano indistintamente una marcata presenza di cellule ‘ndranghetiste», queste però caratterizzate da specifiche diverse. Il forte radicamento nella “terra natìa” ha consentito alla criminalità organizzata calabrese di evolversi ed espandersi fino al Nord e all’estero. Nella relazione viene confermata ulteriormente «la proiezione internazionale della ‘ndrangheta», in particolare nel settore del narcotraffico e del riciclaggio. Particolare è la situazione nel Vibonese, dove vengono evidenziati gli scioglimenti dei Comuni, due in particolare nel semestre luglio-dicembre analizzato dalla Dia, che confermano «l’elevata capacità di infiltrazione nella cosa pubblica da parte delle cosche».

Nel Catanzarese «clan radicati» e collaborazioni con le cosche crotonesi

Il report della Dia analizza la situazione del Catanzarese, confermando la forte influenza delle cosche dei Gaglianesi, dei Grande Aracri di Cutro e dei cosiddetti “Zingari”. L’operatività degli Zingari, che includono le famiglie Costanzo-Di Bona, Abbruzzese-Bevilacqua, Passalacqua e Berlingieri, «risulta ridimensionata da recenti operazioni di polizia», ma secondo gli investigatori continuerebbero a portare avanti la loro attività in particolare «a sud del capoluogo e prevalentemente nello spaccio di sostanze stupefacenti, nel racket delle estorsioni e nei furti di autoveicoli». Tre le operazioni rilevanti nel semestre: “Brown Eagle Honey” che ha coinvolto 13 indagati, l’operazione Karpanthos a settembre 2023 contro la cosca Carpino che ha portato all’arresto di 51 persone e l’operazione dello scorso novembre contro le cosche Bruno e Catarisano di Borgia e Roccelletta. La Dia sottolinea anche la collaborazione tra le ‘ndrine locali catanzaresi e quelle crotonesi, come i Grande Aracri e gli Arena, mentre l’area «più instabile risulta essere quella di Lamezia Terme, con la presenza e l’operatività delle famiglie dei Iannazzo, Giampà e dei Cerra-Torcasio-Gualtieri.

A Vibo l’egemonia dei Mancuso e le infiltrazioni nel settore turistico

Diversa è la situazione della provincia di Vibo, dove le numerose ‘ndrine sarebbero «tutte soggette e all’influenza criminale della famiglia Mancuso, che risulterebbe essere la più attiva nei Comuni di Nicotera e di Limbadi». Dall’operazione Imperium scattata tra il luglio e l’agosto del 2023 sarebbe emerso «il controllo esercitato dalla cosca Mancuso su alcune strutture turistiche, settore nevralgico per l’economia del nicoterese». Indagini che hanno condotto al sequestro preventivo di tre imprese operanti nel settore turistico, tra cui uno stabilimento balneare in attività a Nicotera e un’attività del settore floreale a Milano, entrambe «riconducibili a soggetti appartenenti ai Mancuso». Il 7 settembre scatta invece la seconda parte della maxi operazione Maestrale Carthago con 84 persone coinvolte. Operazioni che hanno dato il via a una serie di procedimenti nei confronti di amministrazioni comunali: nel solo semestre preso in considerazione dalla Dia sono arrivati gli scioglimenti di Acquaro e Capistrano, ai quali si uniranno tempo dopo altri comuni, fino allo scioglimento recente dell’Asp. (Ma.Ru.)


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