REGGIO CALABRIA Un nuovo evento a tinte filorusse in Calabria, questa volta in riva allo Stretto. L’occasione è la presentazione del libro “Le vere cause del Conflitto Russo – Ucraino” scritto proprio dal leader russo Vladimir Putin. Una iniziativa, prevista per il 1° dicembre, che vede la partecipazione di Giuseppe Modafferi, tra i fondatori del Centro Studi Federico Caffè, il direttore di StrettoWeb Peppe Caridi e, tra gli altri, anche l’ambasciatore Bruno Scapini.
Un’altra occasione, come tante già registrate in Calabria, in cui si illustrano le idee politiche e imperialiste del presidente russo, responsabile dell’invasione dell’Ucraina su larga scala del febbraio del 2022.
La presentazione del libro peraltro avviene proprio in un momento in cui la tensione tra Russia e Occidente è altissima, con Putin che ha minacciato di colpire le capitali europee e, con l’ultima ondata di bombardamenti, ha ridotto al buio centinaia di migliaia di cittadini ucraini.
La presentazione del libro ha quindi scatenato l’indignazione della nutrita comunità ucraina in Calabria ma anche i componenti del Congresso Nazionale delle associazioni ucraini in Italia.
«Consideriamo tale evento non solo un affronto alla memoria delle migliaia di vite perse nell’aggressione russa contro l’Ucraina, ma anche un atto di legittimazione delle ideologie e delle narrazioni del principale responsabile della guerra brutale che devasta il nostro paese dal 2014, intensificata con un’invasione su larga scala nel febbraio 2022», scrivono in una nota.
«Putin è un dittatore responsabile di crimini di guerra, non è uno storico neutrale né un intellettuale. È un dittatore accusato di crimini di guerra e responsabile dell’aggressione ingiustificata contro l’Ucraina. Il libro, scritto nel 2021, tenta di distorcere la verità, giustificando la sua visione imperialista e negando il diritto dell’Ucraina all’indipendenza e alla sovranità».
«Il testo – scrivono ancora – rappresenta un chiaro strumento di propaganda, basato su falsificazioni storiche e politiche che mirano a confondere l’opinione pubblica e a diffondere narrazioni volte a giustificare l’invasione russa. Dare spazio a tali opere significa contribuire alla disinformazione e minare i valori di libertà, democrazia e rispetto per i diritti umani. Disprezzo per le vittime della guerra». «Ospitare un evento che promuove le idee del principale responsabile dell’aggressione militare è un atto offensivo nei confronti delle vittime: civili ucraini innocenti, donne e bambini uccisi, famiglie distrutte e milioni di rifugiati costretti a fuggire dalla propria terra». «La presentazione di un libro di questo tipo in una cornice accogliente e accompagnata da musica classica rischia di normalizzare una narrazione falsa e pericolosa, alimentando ulteriore confusione e divisioni», scrivono ancora. Poi l’appello: «Invitiamo le autorità locali, le istituzioni culturali e l’opinione pubblica italiana a riflettere sulle implicazioni di eventi come questo. Dare spazio alla voce di un dittatore non significa “ascoltare tutte le parti”, ma legittimare chi sta distruggendo la pace e la sicurezza globale». E ancora: «Rivolgiamo un appello agli organizzatori del Centro Studi Federico Caffè affinché rifiutino il loro supporto a questa iniziativa, e invitiamo i cittadini di Reggio Calabria a non partecipare a un evento che dà voce alla propaganda del regime che ha scatenato una guerra ingiustificata e disumana. Non c’è spazio per la propaganda dei tiranni. Non c’è giustificazione per chi opprime, invade e uccide». (g.curcio@corrierecal.it)
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