COSENZA Città unica? No, grazie, almeno per adesso. Rende e Castrolibero rispondono (no), Cosenza tace, o quasi: prevale la “paura del nuovo” e il referendum sulla fusione fra i tre comuni conferma le aspettative di una scarsa partecipazione soprattutto nel capoluogo di provincia, che secondo le previsioni avrebbe dovuto trainare il sì ma che invece incassa la grande affluenza nei due comuni considerati satellite, dove si presume prevarrà il No a quella che per molti rendesi e castroliberesi viene vista come una “annessione” nella peggiore delle ipotesi, o una fusione a freddo nelle migliori. A Rende è il centro storico a polarizzare il “sentiment” anti-fusione, mentre a Castrolibero ha avuto un suo peso il seguito elettorale vantato da quasi due decenni dal sindaco Orlandino Greco, da subito in prima linea per il no: da subito i suoi seguaci sparsi nelle sezioni della antica “Castrofranco”, da Orto Matera ad Andreotta, non hanno fatto mistero nello sbilanciarsi ipotizzando un 70 80% di no.
E dal lato nord del Campagnano? Già dalla mattina e dalle prime proiezioni sull’affluenza era emerso il dato della scarsa risposta nel capoluogo – addirittura una cifra che rappresentava a Cosenza la terza parte rispetto a Rende: 5 contro 15 –, ma anche Castrolibero ha mantenuto nel corso della giornata un trend elevato rispetto a Cosenza.
Ad una prima analisi e comunque con la premessa che le urne sono state chiuse ancora da poco si può notare come prevalga il no al comune unico e, non essendo – come noto – richiesto un quorum, il dato politico che viene dai due comuni confinanti dovrà essere tenuto in considerazione dal momento che due enti locali su tre esprimono la loro contrarietà alla fusione. Sulla questione, che è formale ma di fatto anche sostanziale, c’è il precedente del comune nato esattamente 10 anni fa in Emilia Romagna: la nascita di Valsamoggia, (istituita nel 2014 dopo il referendum del 2012) evocata come paradigma del decisionismo di un presidente di Regione (il dem Bonaccini), è andata avanti nonostante il No in 2 dei 5 Comuni coinvolti (tra i quali Bazzano, sede del Municipio). Nel caso cosentino il peso relativo (due comuni su tre sono contrari) è superiore: cosa ne sarà di questo segnale? Se ne terrà conto o il valore assoluto dei voti avrà la meglio?
«I cittadini e le cittadine dell’area urbana di Cosenza si sono espressi bocciando la proposta di legge regionale sulla fusione dei 3 comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. Il dato è chiaro, nonostante la scarsa affluenza e l’ampia vittoria del Sì a Cosenza»: Antonio Curcio, portavoce del Circolo di Sinistra Italiana dell’Area Urbana di Cosenza, è il primo a commentare a caldo i dati. «Nonostante la posizione del Circolo di Sinistra Italiana dell’area urbana sia stata convintamente per il Sì alla fusione, già un mese fa con un apposito comunicato stampa avevamo evidenziato tutte le criticità della proposta di legge regionale. Le colpe della destra al governo regionale per la proposta di fusione sono palesi: mancato coinvolgimento dei cittadini e dei consigli comunali, polarizzazione e politicizzazione del voto. Il NO vince per colpa della destra che ha presentato una proposta di legge sbagliata, che nasce dal palazzo e non dai cittadini/e. Ora la Proposta di Legge Regionale dovrà immediatamente interrompere il suo iter, è impensabile che la Regione possa andare avanti, anche se la partecipazione popolare è stata bassa. Il No vince anche per l’ambiguità di alcuni partiti del centro sinistra che, nonostante le dichiarazioni di facciata, si sono disinteressati al tema. Sinistra Italiana è stata coraggiosa nell’esprimere la propria posizione, non ha lavorato in modo ambiguo, proponendo una posizione che, nonostante le critiche alla proposta di legge, guardava verso il futuro della nostra Area Urbana. Ora occorre immediatamente andare al voto a Rende, ricostruendo un centro sinistra oggi diviso, che ci auguriamo che, nella chiarezza delle posizioni, possa ritrovare l’unità per sconfiggere una destra che tanti danni ha apportato al nostro territorio. Ci auguriamo inoltre che i consigli comunali lavoreranno per arrivare alla città unica con un percorso ponderato, democratico e partecipato, utilizzando il tempo ed i giusti strumenti legislativi per arrivare con consapevolezza ad una fusione. Chi ha voluto accomunare la nostra posizione con quelle della destra ha ragionato in malafede, noi rispondiamo ai nostri iscritti ed alle cittadine ed ai cittadini e continueremo a lottare e tracciare percorsi politici di giustizia e libertà». (e.furia@corrierecal.it)
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