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CREMA&AMAREZZA

Cosenza spettacolare e commovente. Catanzaro, non tutti i pareggi sono uguali

Alvini e i suoi ragazzi non smettono di sorprendere, e non mancano i rimpianti. Il rammarico delle Aquile per l’ennesimo pari e la rabbia di Iemmello

Pubblicato il: 02/12/2024 – 7:14
Cosenza spettacolare e commovente. Catanzaro, non tutti i pareggi sono uguali

Due pareggi bellissimi, spettacolari eppure diversi tra loro che confermano il buon momento che stanno attraversando Cosenza e Catanzaro (rispettivamente al settimo e nono risultato utile di fila), capaci di bloccare sul pari e in trasferta due corazzate (almeno sulla carta) come Pisa e Sampdoria. Ma non mancano i rimpianti. Può essere riassunta così l’ultima giornata di campionato delle due calabresi di B.

Cosenza commovente

Forse, per spiegare meglio questo folle e bellissimo Cosenza targato Massimiliano Alvini, bisogna fare un passo indietro e andare al minuto 87 della partita giocata ieri in terra pisana da Micai e compagni. Sul risultato di 2-1 per i nerazzurri di Filippo Inzaghi, l’allenatore di Fucecchio abbandona la panchina e corre come un matto a raccogliere il pallone finito in fallo laterale. Lo prende al volo e lo mette nelle mani di un suo calciatore, proprio sotto il settore dei quasi 900 tifosi rossoblù ancora speranzosi di tornarsene a casa con un sorriso. Come a volergli dire: “Io ci credo più di voi”. Pochi minuti dopo, gli assalti alla porta avversaria dei suoi ragazzi tutto cuore e voglia maledetta di non morire mai – neanche quando la fossa è già stata scavata fino in fondo – vengono premiati da un capolavoro di Tommaso Fumagalli da Milano, l’erede (forse era troppo) non erede di Gennaro Tutino che,  vai a capire perché, sembrava scomparso dai radar del pallone bruzio e nazionale.
Lo ammettiamo, prima del suo ingresso in campo, arrivato solo nel finale (in una giornata in cui mancava all’appello mezzo reparto offensivo), probabilmente più per disperazione che per reale convinzione, ci eravamo chiesti che fine avesse fatto Fumagalli. Ed ecco, immediata, la risposta perfetta, di quelle classiche e retoriche, in grado, con uno shock, di smentire dubbi e certezze come solo questo sport sa fare.
Detto questo, della prova dei Lupi a Pisa, ancora una volta bisogna salvare l’anima di un gruppo che rispecchia la bravura del suo allenatore mai domo. Sotto di due gol più per suoi limiti e demeriti che per valore dei padroni di casa, il Cosenza, senza il suo (piccolo) uomo migliore, Aldo Florenzi, ancora una volta è andato oltre l’impossibile e attraverso la fatica, il sacrificio e il gioco (possesso palla nettamente superiore) ha messo sotto l’ennesimo avversario blasonato. Ha rischiato grosso, certo, vedi rigore del 3-0 fallito da Marin, ma la reazione poi è stata immensa, commovente, e soprattutto spettacolare. Quindi, anche stavolta e comunque andrà a finire tutto il resto, solo applausi a questo gruppo.

Crema: superando il solito trascinatore Alvini e, nel complesso, tutti i suoi ragazzi terribili, la crema di giornata è da dividere per tre: Mazzocchi (al suo bellissimo terzo centro di fila), Fumagalli (redivivo e nuovamente unico con quel gol che così bello neanche in sogno) e Micai, sempre lui, il numero uno e la faccia felice di una squadra capace di subire e parare brutte botte, per poi restituirle al mittente quando meno te lo aspetti. Chapeau.
Amarezza: solo poche cose, anzi, soprattutto una. Ed è una sensazione: anche a Pisa, senza gli immancabili errori difensivi, il Cosenza avrebbe potuto aspirare a qualcosa di più grande di un pareggio (in questo la vediamo diversamente da Alvini che ha detto che i toscani avrebbero meritato i tre punti). Ma si sa, con i se si fa poca strada. Certo, però, considerate, in tal senso, le lacune comunicative del club e non conoscendo tutte le dinamiche interne, così come per Fumagalli, viene ingenuamente da chiedersi che fine abbia fatto un calciatore esperto come Camporese. Ma chi lo sa, magari già dalla prossima, ci risponderà anche lui sul campo. (Francesco Veltri)

Catanzaro, non tutti i pareggi sono uguali

Beffato nel finale della sfida di Marassi, il Catanzaro vede sfumare proprio sui titoli di coda la prima vittoria esterna della sua stagione ed il ritorno ai tre punti dopo una lunga serie (4 prima di sabato) di pareggi consecutivi.
Una gara incredibile, rocambolesca quella contro la Samp di Sottil, che conferma, ancora una volta, che non tutti i pareggi sono uguali. Nella lunga serie di “X” inanellati in questo torneo quello contro i blucerchiati brucia in particolar modo. Si perché il Catanzaro era andato due volte sotto e per due volte, trascinato dal suo capitano e leader indiscusso, Pietro Iemmello, aveva recuperato per poi piazzare il sorpasso, sempre con la firma del numero 9. L’espulsione di Pompetti a 10’ dalla fine ha fatto il resto, restituendo fiducia ad una Samp che aveva subito il colpo e permettendole di trovare il nuovo pareggio proprio sul finale. Nel recupero, addirittura, Tutino fallisce da due passi il possibile 4-3 che avrebbe reso ancor più amaro il ritorno a Catanzaro dei giallorossi.
L’analisi, a freddo, della gara, ci restituisce un Catanzaro che, subita in avvio la Samp, è poi stato capace di proporre e imporre il proprio gioco, una squadra che ha provato a far male ad un avversario che attraversa un momento delicato. Una squadra forse ancora alla ricerca del miglior assetto e della migliore condizione di tutti, comunque una squadra che conferma di essere in un buon momento, seppure ancora senza vittoria. Resta un altro dato: per l’ennesima volta il Catanzaro ha dovuto prenderle prima di trovare la giusta reazione e riuscire a macinare gioco. Non è la prima volta che succede e non sempre è possibile o facile rimontare. Migliorare l’approccio resta uno dei punti su cui Caserta deve ancora lavorare.

Crema: non può non prendersi la scena lui, l’assoluto beniamino della tifoseria giallorossa, Re Pietro Iemmello. Una tripletta la sua che gli vale il pallone della gara ma che lo lascia con l’amara in bocca. «Mi rode» dirà a fine gara. Già perché, dopo tre gol come quelli che è stato capace di mettere a segno non portare a casa la vittoria è una beffa. Primo gol di rapina, in anticipo su due avversari in area di rigore arrivando sul pallone con la punta del piede destro. Secondo con un cucchiaio delizioso, tanto folle quando geniale, dagli 11 metri che ha palesato classe sì, ma anche estrema freddezza. Infine, il colpo di testa sulla punizione ben battuta da Pompetti, abile il capitano a prendere il tempo a tutti e a girare in porta il suo terzo gol di testa della stagione. Si carica la squadra sulle spalle, pareggia due volte i conti e poi porta il Catanzaro a mettere la testa avanti. Sostituito nei minuti finali, e con giallorossi già in inferiorità numerica, non può aiutare e sostenere i suoi compagni nell’assalto finale della Samp che porta al gol del 3-3 di Leonardi.
Amarezza: l’espulsione di Pompetti al 34’ del secondo tempo compromette il finale di partita delle aquile. Trovato il vantaggio, infatti, l’inerzia della gara in quel momento sembrava essere appannaggio proprio della squadra giallorossa. Quell’episodio ha riacceso le speranze blucerchiate poi concretizzatesi grazie a Leonardi. A bocce ferme facile dire che Caserta avrebbe dovuto sostituirlo in avvio di ripresa o comunque nel corso della stessa, i cinque cambia garantiscono copertura anche in questo senso. (Stefania Scarfò)

Capitan Iemmello sotto il settore ospiti a Marassi

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