Ultimo aggiornamento alle 17:42
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

l’inchiesta

Patto tra ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra in Lombardia: la Cassazione deciderà a gennaio

La presunta alleanza è al centro dell’inchiesta “Hydra” della Dda di Milano. Già il Riesame aveva rivisto alcune decisioni dei giudici

Pubblicato il: 02/12/2024 – 15:30
Patto tra ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra in Lombardia: la Cassazione deciderà a gennaio

La Cassazione ha fissato un’udienza per gennaio per decidere sul caso “Hydra”, ossia la maxi inchiesta della Dda di Milano su una presunta alleanza tra componenti delle tre mafie, Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorra, nell’ambito della quale il gip Tommaso Perna nell’ottobre 2023 aveva rigettato 142 istanze di misura cautelare su 153, disponendo 11 arresti e bocciando l’accusa di associazione mafiosa come “consorzio” di mafie, ribattezzato dai pm “sistema mafioso lombardo”. Il Riesame, però, lo scorso ottobre, dopo il ricorso della pm Alessandra Cerreti su 79 posizioni con richiesta di carcere per associazione mafiosa nelle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, ha disposto la custodia cautelare per 41 indagati, tra cui Paolo Aurelio Errante Parrino, 77 anni e che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il “punto di raccordo” tra il presunto “sistema mafioso” in Lombardia e il “capo dei capi” Matteo Messina Denaro, che era suo cugino da parte di madre e morto nel 2023.

Accolto il ricorso della Dda

Per i giudici, che hanno accolto il ricorso della Dda guidata dal procuratore Marcello Viola, in Lombardia negli ultimi anni è esistita, sia dal punto di vista ‘militare’ con le attività più classiche, come estorsioni e traffici di droga, sia con le infiltrazioni finanziarie, una nuova e unica associazione mafiosa composta da presunti affiliati alle tre mafie, con una sorta di patto per affari in comune. Avrebbero “trasferito nel sodalizio orizzontale tutti i tratti genetici delle associazioni di appartenenza”. Per sei posizioni le misure cautelari sono state respinte anche dal Riesame per assenza di gravi indizi, mentre le restanti, ossia 32, non sono state accolte solo per mancanza delle esigenze cautelari, con conferma, comunque, dei gravi indizi. Ovviamente i legali degli indagati che, per decisione del Riesame, dovrebbero andare in carcere hanno presentato ricorso in Cassazione e alla prima sezione penale spetterà l’ultima parola. Per ora alcuni difensori hanno ricevuto la fissazione per il 23 gennaio di un’udienza “in camera di consiglio, senza la presenza delle parti”. Tuttavia, le difese potrebbero chiedere di discutere e il calendario delle udienze potrebbe ampliarsi.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x