VIBO VALENTIA Meno di 5 mila euro in totale, con il Pd “capofila” nelle spese seguito da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Sono state elezioni comunali al “risparmio” quelle svolte a Vibo Valentia lo scorso 8 e 9 giugno. A spuntarla è stato l’attuale sindaco Enzo Romeo, volto della coalizione del centrosinistra guidata da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Un esperimento vincente di campo largo che ha consentito al centrosinistra di tornare alla guida di Palazzo Luigi Razza dopo 15 anni, quando a vincere era stato Franco Sammarco. Fronte progressista che aveva anticipato di molto la nomina del candidato, con una lunga campagna elettorale non priva di spese, come riporta la Corte dei Conti, che ha rendicontato le spese delle liste e dei partiti.
Sono tre i partiti che, al netto di spese dei singoli candidati (che dovranno essere riportate al Collegio regionale di garanzia elettorale), hanno dichiarato uscite, per lo più dovute alla produzione, acquisto o affitto di materiale e mezzi di propaganda. In vetta alla (breve) classifica si posizione il Partito Democratico con 3586 euro spesi e derivanti da «risorse proprie della lista, partito, movimento». Denaro investito con successo data la vittoria finale al ballottaggio contro l’avversario del centrodestra Roberto Cosentino. Per supportare quest’ultimo solo due i partiti che hanno speso di tasca propria per la campagna elettorale: Fratelli d’Italia con 977 euro, divisi in 457 per l’acquisto del materiale e 520 per l’organizzazione di manifestazioni di carattere sociale, culturale e sportivo; Forza Italia con 384 euro derivanti da libere contribuzioni incassate in denaro e spesi, anche in questo caso, per la «stampa, distribuzione e raccolta dei moduli per le firme di presentazione delle liste elettorali. (Ma.Ru.)
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