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il verdetto

Disabile maltrattato e segregato in casa nel Vibonese, condannato il fratello

Malnutrito e terrorizzato, è stato trovato nel 2017 in un locale di 4 metri quadrati tra gli escrementi. Inflitti 3 anni e 4 mesi

Pubblicato il: 05/12/2024 – 18:11
Disabile maltrattato e segregato in casa nel Vibonese, condannato il fratello

VIBO VALENTIA Per anni segregato in casa, chiuso in una stanza di 4 metri quadrati, maltrattato, insultato e lasciato senza cibo né acqua. È l’incubo vissuto nel 2017 da un 66enne disabile di Nicotera, affetto fin dalla nascita di grave forma di oligofrenia. Vincenzo Vecchio, fratello della vittima, è stato condannato dal tribunale di Vibo Valentia a 3 anni e 4 mesi per maltrattamenti in famiglia aggravati dal ruolo di tutore che aveva nei suoi confronti. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe assunto nei confronti del fratello disabile «atteggiamenti offensivi, violenti, prevaricatori e intimidatori». La vittima, rappresentata dall’avvocato Francesca Comito, si è costituita parte civile. I giudici hanno, inoltre, deciso per una condanna di risarcimento di 5 mila euro più circa 2 mila euro di spese legali, oltre ad aver girato gli atti in procura per falsa testimonianza per il figlio dell’imputato.

L’incubo del 66enne

Un vero e proprio incubo quello vissuto dall’uomo, all’epoca dei fatti 59enne, trovato dai carabinieri nel 2017 in uno stato di abbandono e rinchiuso in uno stanzino di 4 metri quadrati con copertura in eternit e apribile solo dall’esterno, pieno di sporcizia ed escrementi. I militari hanno potuto constatare «uno stato di abbandono totale» con la vittima che «anziché essere accudita veniva maltrattata e abbandonata a se stessa». Condizioni che avrebbero ulteriormente peggiorato le condizioni psicofisiche, già fragili, del fratello dell’imputato, ritrovato anche «in forte stato di malnutrizione». L’imputato avrebbe mantenuto continuamente atteggiamenti violenti nei confronti della vittima, «percuotendolo e insultandolo in maniera reiterata e gratuita, mantenendo un ostante atteggiamento intimidatorio tale da indurre il fratello in un vero e proprio stato di terrore». (redazione@corrierecal.it)

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