VIBO VALENTIA «Il tribunale di Vibo Valentia ha stabilito che l’equipaggio della Sea-eye 4 ha adempiuto pienamente al proprio dovere di salvataggio in mare durante un’operazione nel Mediterraneo lo scorso anno». Così l’organizzazione Sea-Eye e.V., annunciando di aver ottenuto un «importante successo legale». I fatti risalgono al 30 ottobre dello scorso anno, quando fu stabilita una detenzione di 20 giorni per l’imbarcazione, dopo un salvataggio in mare di circa 50 persone. «L’equipaggio – così Sea-Eye – si era rifiutato di obbedire agli ordini della ‘cosiddetta’ guardia costiera libica». Erano stati «documentati i metodi spietati e brutali della ‘cosiddetta’ guardia costiera libica» e all’equipaggio fu «ordinato di lasciare l’area sotto minaccia di violenza. Durante diverse manovre pericolose delle navi battenti bandiera libica, quattro delle persone che cercavano protezione sul gommone sono state recuperate morte».
«Il giudice – fa sapere l’Ong in merito alla decisione del tribunale di Vibo Valentia – ha chiarito che l’operazione di salvataggio effettuata da Sea-Eye non ha mai rappresentato una minaccia per la sicurezza delle persone coinvolte», sottolineando che «seguire le istruzioni della ‘cosiddetta’ guardia costiera libica non sarebbe compatibile con il diritto internazionale». «Ancora una volta – commenta Gorden Isler, presidente di Sea-Eye – i tribunali italiani si sono pronunciati contro la politica e la pratica amministrativa italiana. Questa sentenza è un successo complessivo perché il giudice non si è concentrato su questioni procedurali, ma ha sottolineato il dovere di salvare in mare e ha chiarito che nessuno dovrebbe annegare nel Mediterraneo».
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