Il servizio Rifiuti costituisce uno dei principali settori di azione delle amministrazioni comunali, occupandosi della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti prodotti sul territorio e, in generale, dell’igiene urbana. Tali servizi comportano una spesa media di 386 euro per tonnellata, con punte minime per la Lombardia (290 euro) e massime per la Liguria e il Lazio (507 euro). La spesa media nelle Regioni del Sud è il 37% più alta di quella delle Regioni del Nord-Ovest e il 50% in più di quelle del Nord-Est. La spesa media nel Mezzogiorno sopravanza, pur se di poco, anche quella nel Centro. E questo anche se nel Sud si producono meno rifiuti: in Basilicata si hanno 357 Kg per abitante, in Molise 383 Kg, le altre Regioni del Sud non raggiungono i 500 Kg. In testa c’è invece l’Emilia-Romagna (641 Kg), seguita dalla Toscana (600 Kg) e dalla Liguria (545 Kg). È quanto rivela la Relazione annuale del Cnel sui servizi pubblici, presentata lo scorso ottobre. In Italia – evidenzia il Cnel nella Relazione sui servizi pubblici – la raccolta differenziata, che è parte del servizio Rifiuti dei Comuni, è mediamente pari al 65,4%, quindi in linea con gli obiettivi al 2025. Tuttavia, la media regionale non raggiunge livelli in linea con tale obiettivo nel Lazio (55,1%), nella Liguria (55,6%) e nelle Regioni del Sud (con una media del 57,6%). Risultano oltre il livello del 70% tutte le Regioni del Nord-Est, con il picco del 77,4% in Veneto. Seguono la Lombardia (73,3%) e le Marche (71,9%).
Con una media del 53%, i grandi centri urbani (oltre 100.000 abitanti) scontano evidenti difficoltà, ma fanno eccezione quelli del Nord-Est (67,3%). Treviso, Mantova, Belluno e Reggio Emilia sono i quattro territori italiani in cui la raccolta differenziata è oltre l’80%, mentre all’opposto si pongono Reggio Calabria e Crotone, con meno del 40%. Si registrano oscillazioni piuttosto consistenti all’interno di diverse Regioni: in Liguria si va da un minimo del 48,2% a Genova, fino a un massimo del 75,6% a La Spezia; in Toscana dal minimo di Arezzo con il 52,6% al massimo di Lucca col 76,4%; in Campania dal minimo di Napoli pari al 49,9% fino al massimo di Benevento con il 73,2%.
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