TORINO «Dal punto di vasta di ‘ndrangheta, gli Assisi attivano a San Giusto in quanto compari di Natale Romeo, e Micheal fu “fatto” alle Vallette, nella copiata anche Antonio Agresta. Lo so perché mi passarono “novità”, nel senso che mi informarono che gli avevano “tagliato la coda” a Micheal. Patrick, invece, è stato “fatto” nel 2006, sempre a San Giusto. Patrick nella copiata aveva suo padre Nicola, Natale Romeo, Pino Fazari ed il cognato di lui “prologo”. Nicola Assisi è stato affiliato nel 2001 o 2002, dopo aver rotto con Rocco Piscineri. Non so chi facesse parte della copiata di Nicola, certamente ritengo Natale Romeo (…) Antonio Agresta invece era capo locale di Volpiano, fino al 2016, quando il locale fu chiuso all’atto dell’uscita di Peppe “‘u sparitu”. Michelangelo Versaci attivava nel locale di Volpiano come Picciotto». Ad illustrare le dinamiche interne alla criminalità organizzata calabrese attiva in Piemonte, è Vincenzo Pasquino. Il nuovo collaboratore di giustizia, classe 1990, ha rilasciato una serie di dichiarazioni quando era ancora in Brasile e quindi prima ancora di essere estradato in Italia e di aver formalmente avviato il suo percorso con i magistrati.
E quello offerto dall’ormai ex broker del narcotraffico internazionale è uno spaccato illuminante per gli inquirenti della Distrettuale antimafia di Torino, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, ex capo della Procura di Reggio Calabria, soprattutto nell’ambito degli affari della famiglia Assisi, al centro dell’inchiesta “Samba” condotta dai Carabinieri solo qualche giorno fa. «Nel settembre 2017 – ha raccontato ancora Pasquino – venni la prima volta in Brasile, mi incontrai con Giampaolo Sebastiano a Caulonia, in un bar sotto i portici. Li Sebastiano mi porta quello dell’uscita dal porto di Gioia Tauro. Ad agosto 2017 erano successi tutti questi casini che portarono alla separazione tra Pino Grillo e gli Assisi, per dissapori connessi al fatto che Pino Grillo aveva detto, solo dopo 6 mesi, che la merce faceva schifo, ma i brasiliani volevano comunque il pagamento. Gli Assisi erano nel mezzo e quindi si separarono da Grillo».
Il potente narcotrafficante legato alla ‘ndrangheta spiega anche i suoi “movimenti” in giro per l’Europa, alla ricerca di un porto sicuro per far arrivare i carichi di cocaina dal Sudamerica, ma non solo. «(…) parto, vado in Germania, mi incontro con Ivano e vado in Belgio, ad Anversa, per cercare “una uscita” dal porto, ma non la trovo. Volevamo organizzare una rotta con veliero dall’Olanda al Brasile per un carico di ecstasy e per aver in cambio cocaina verso l’Europa, ma non ci siamo riusciti. Quindi andai in Calabria, dove vidi Grillo, che mi chiese se avevo contatti con Patrick».
E ancora: «Un altro carico caduto di 50 kg di cocaina è stato sequestrato a Santos nel 2018. Il motivo per cui io vengo in Brasile nel 2018 è proprio la gestione di questo carico per cui non c’era “salita”», racconta Vincenzo Pasquino agli inquirenti. «Mi dovevo occupare della salita da Santos a Gioa Tauro, il carico doveva riceverlo Bastiano, da cui avevo ricevuto incarico della “salita”. L’incarico l’ho ricevuto anche da Patrick su sua proposta, dopo il mio arrivo in Brasile (…) decisi di presentare Sebastiano Giampaolo a Patrick. Fu proprio Patrick allora a trovare gli uomini che si sarebbero occupati materialmente della salita. La mia funzione era da garante per l’Italia per conto dei santolucoti ed anche perché Patrick, che era latitante, non poteva muoversi. Io sono subentrato nella posizione di Michael Assisi quando venne arrestato nel maggio 2017, io prendo il ruolo ad agosto 2017. Patrick mi ha proposto di stare con lui qui in Brasile per fare da tramite, ma sono sempre stato comunque con Michelangelo Versaci». (g.curcio@corrierecal.it)
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