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‘Ndrangheta, Francesco Barbaro e l’eredità del padre Rocco: anche lui scomparso nel nulla

Il 35enne, figlio di “U Sparitu”, non si è fatto trovare dai carabinieri del Ros al momento della notifica del fermo

Pubblicato il: 16/12/2024 – 11:43
‘Ndrangheta, Francesco Barbaro e l’eredità del padre Rocco: anche lui scomparso nel nulla

Sparito, Francesco Barbaro si è dissolto nel nulla. Come evidenziato, quando i Carabinieri del Ros si sono presentati alla sua porta per notificargli il decreto di fermo per l’operazione denominata “Samba”, il 35 anni, non era presente in casa. Un’assenza che per certi versi non sorprende, considerando il contesto familiare e la tradizione di latitanza che sembra attraversare le generazioni della sua famiglia. Francesco, infatti, è il figlio di Rocco Barbaro (in foto), noto come “U Sparitu”, per diverso tempo considerato uno dei latitanti più ricercati d’Italia e un personaggio di spicco nel panorama della ‘ndrangheta lombarda.
Rocco Barbaro, nel corso degli anni, aveva guadagnato fama come «il capo dei capi» della ‘ndrangheta calabrese nel Nord Italia, tanto da finire nel mirino delle forze dell’ordine per il suo ruolo di vertice nel narcotraffico. Nel 2017, dopo anni di latitanza, fu arrestato a Platì e condannato a 16 anni di carcere. Tuttavia, la sua scarcerazione nel 2022 non ha rappresentato la fine della sua influenza sul territorio. La tradizione del “dileguarsi”, del restare nell’ombra e sfuggire alla giustizia, è continuata con Francesco, detto “Ciccio Salsiccia” nell’inchiesta della Dda. È accusato di essere stato uno dei principali protagonisti nel traffico di stupefacenti che ha coinvolto diversi paesi europei. Secondo le indagini, avrebbe finanziato, ricevuto e distribuito enormi quantità di cocaina, fino al 2020. Le sue attività criminali non si limitavano solo al narcotraffico, ma si estendevano anche alla gestione dei contatti tra i clan.
Uno degli episodi chiave dell’inchiesta riguarda un carico di 440 chili di cocaina, proveniente dal Brasile e diretto in Italia. Il carico, partito da Malaga nel 2019, avrebbe dovuto attraversare il Mediterraneo per arrivare in Italia. Le chat decriptate dagli inquirenti hanno rivelato il disappunto dei narcotrafficanti per il fallimento del traffico.
L’indagine ha anche messo in luce la forte rete di relazioni familiari e di fiducia tra i Barbaro e altri clan, come quelli degli Agresta e degli Assisi. In una delle intercettazioni, Francesco riferisce di un altro coinvolto nell’indagine, Vincenzo Pasquino, che il padre, Rocco, sarebbe stato scarcerato di lì a poco. A conferma di queste forti alleanze Francesco avrebbe anche provveduto a far recapitare pacchi a diversi membri del clan in carcere.

L’operazione “Samba”

Con l’operazione “Samba” della Dda di Torino e dei carabinieri, è stato messo a segno un duro colpo al narcotraffico internazionale, con il sequestro di tonnellate di cocaina, 23 arresti (5 in Italia e 18 in Brasile) e il blocco di milioni di euro riciclati attraverso una rete di società fittizie e beni immobili. Si tratta di una rete criminale transnazionale strettamente legata alla ‘ndrangheta piemontese e alle locali di Volpiano e San Giusto Canavese. (f.v.)

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