Il Sud fanalino di coda, anche se cresce il Pil pro capite. Nella parte più bassa della classifica sono concentrate le province del Mezzogiorno, ma la maglia nera, quest’anno, va a Reggio Calabria (107), ultima tra le ultime. Tra gli ultimi posti c’è anche Crotone (105), Vibo Valentia (103) e Cosenza (102). Catanzaro è al 90esimo posto. E’ quanto emerge dall’indagine “Qualità della Vita” del Sole 24 Ore che fotografa il benessere nei territori. Nella top 10 trionfa il Nord-Est. I primi tre posti sono occupati rispettivamente da Bergamo, Trento e Bolzano. Mentre le grandi città, scendono di diverse posizioni: Milano è 12ª, Firenze 36ª e Roma al 59° posto.
L’indagine, arrivata alla sua 35esima edizione, fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. La classifica è una media delle medie calcolata su 90 indicatori da fonti certificate (Istat, Banca d’Italia, Istituto Tagliacarne, Infocamere e molti altri), su base provinciale e rapportati alla popolazione residente, divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, salute e società; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. L’obiettivo è rappresentare un concetto multisfaccettato come quello della Qualità della vita indagandone i vari aspetti. Dei 90 indicatori fanno parte anche dieci indici sintetici che nel corso dell’anno sono stati pubblicati sul Sole 24 Ore: l’Indice del Clima, i tre Indici Generazionali (Qualità della vita di Anziani, Giovani, Bambini); l’Indice di Sportività, l’Indice della Criminalità; Ecosistema Urbano; l’Indice di Fragilità del Territorio; Icity Rank e l’Indice della Qualità della vita delledonne. Alcuni indicatori sono rimasti uguali a quelli delle precedenti edizioni: dai depositi bancari alla raccolta differenziata, passando per gli iscritti all’Aire e il numero di librerie. Altri, in totale 27, sono di nuova introduzione: i rischi di frane e alluvioni, le mensilità di stipendio necessarie per acquistare casa, gli omicidi. L’indagine, che ha debuttato nel 1990, ogni anno si rinnova dando spazio a indicatori che possono raccontare al meglio l’evoluzione della società e dei territori.
“Il Sud rimane fanalino di coda, ma ci sono segnali positivi”, viene rilevato attraverso i dati. Le ultime 25 posizioni tutte occupate da province del Mezzogiorno. “Dalla posizione 83 del ranking in poi, infatti, è una sfilata di territori del Sud: città metropolitane come Catania (83ª), Messina (91ª), Palermo (100ª) e Napoli (106ª), ma anche realtà decisamente meno urbanizzate come il Sud Sardegna (93ª), le province di Enna (97ª) e Cosenza (102ª). Tra i peggiori piazzamenti dei territori del Nord, invece, si segnalano due province liguri: Imperia (79°), preceduta da Savona (69ª). Se dalla fotografia il Mezzogiorno sembra un malato cronico, alcuni dati evidenziano però un cambio di marcia: il trend del Pil pro capite che premia Palermo, Caltanissetta e Nuoro; il valore tendenziale delle presenze turistiche, con Isernia, Frosinone ed Enna a registrare i valori più elevati. L’aumento dell’attrattività sul piano economico, si accompagna a una maggiore accessibilità sul fronte dell’affitto o acquisto di immobili e a una minore inflazione, creando condizioni potenzialmente favorevoli per il futuro”. “A spingere le grandi città del Centro-Nord verso il basso – viene rilevato ancora – sono alcuni parametri, in particolare alcune novità introdotte. Tra queste spicca la variazione del Pil pro capite tra il 2023 e il 2024 che premia, di contro, aree come Palermo, Reggio Calabria e Messina“.
Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x