TARSIA Fu l’unico campo appositamente costruito dal fascismo a seguito delle leggi razziali. Fu il più grande campo di concentramento per ebrei in Italia. Fu il primo campo di concentramento ad essere liberato durante la seconda guerra mondiale. Per tutte queste ragioni è considerato uno tra i più emblematici Marcatori Identitari Distintivi (MID) della Calabria. Adesso, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di insignire il Comune di Tarsia della Medaglia d’Argento al Merito Civile, perché intorno ad esso l’intera comunità del piccolo centro nella valle del Crati, si prodigò in una vera e propria gara di solidarietà per alleviare le sofferenze degli internati.
Le motivazioni ufficiali sono state presentate nel corso di una cerimonia solenne tenutasi questa mattina (martedì 17 dicembre) nella sede della Prefettura di Cosenza, alla presenza del Prefetto Rosa Maria Padovano che ha consegnato al sindaco Roberto Ameruso il prestigioso riconoscimento. Insieme al primo cittadino, al vicesindaco Cristian Barone, al presidente del Consiglio comunale Marco Cetraro, al consigliere delegato alla cultura Roberto Cannizzaro e al direttore del Museo Ferramonti Teresina Ciliberti, all’evento ha preso parte anche la presidente della Provincia di Cosenza Rosaria Succurro.
Durante il Secondo conflitto mondiale – si legge nella motivazione – la popolazione di Tarsia, sfidando i divieti e le minacce di punizioni e rappresaglie e dando testimonianza di elevati sentimenti di solidarietà e fratellanza umana, si adoperò per alleviare le sofferenze degli internati, molti dei quali ebrei, nel campo di concentramento ubicato in località Ferramonti. Straordinario esempio di virtù civiche e di espressione dei principi di libertà e di democrazia.
“Oggi – dichiara il primo cittadino, al quale si deve la richiesta al Capo dello Stato nel 2015 – si scrive una pagina di storia cruciale e preziosa per tutti e si porta a conoscenza del mondo intero, dopo anni di debole consapevolezza storica, il raro esempio di umanità e di solidarietà che la più alta carica dello Stato e della Repubblica ha inteso finalmente riconoscere attraverso questa Medaglia autorevolissima. Si tratta – ha aggiunto – di un tributo straordinario e commovente alla comunità, al territorio ed alla Calabria intera”.
Il lavoro di ricerca, lungo, complesso e rigoroso portato avanti dagli organi e volontari del Museo Ferramonti e dalle amministrazioni comunali succedutesi per tre consiliature sotto la guida del Sindaco Ameruso, ha preso corpo dalle testimonianze orali degli anziani e dei sopravvissuti. L’iter burocratico, seguito da ultimo dall’assessore alla cultura Roberto Cannizzaro, ha posto l’accento in particolare, non sui casi isolati, ma sul coinvolgimento collettivo dell’intera comunità nelle iniziative di solidarietà; tra le altre, quelle esemplari di chi, di nascosto, portava le uova ai bambini internati preoccupandosi che stessero bene.
“L’Amministrazione Comunale – fa sapere il consigliere Cannizzaro – presenterà il riconoscimento alla comunità nel primo Consiglio Comunale e organizzerà un evento regionale attraverso il quale valorizzare e condividere, soprattutto con le scuole e con i giovani della Calabria, il messaggio, i sentimenti e la prospettive derivanti da questo segno di identità, di memoria, di solidarietà, di pace e di futuro che oggi viene riconosciuto a Tarsia e simbolicamente a tutte le donne e gli uomini giusti, di tutte le epoche e di tutte le terre del mondo”.
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