REGGIO CALABRIA «Si chiude in Corte di Appello a Reggio Calabria un troncone della maxi operazione definiti “Lex” e che vedeva imputato Lamari N. , componente di spicco della omonima famiglia operante sul territorio laureanese e coinvolta in numerosi procedimenti per ’ndrangheta ». Lo riferisce una nota diffusa dallo studio Legale Ceravolo. «L’operazione Lex – prosegue la nota -partì nel 2016 e porto alla sbarra numerosi soggetti tra i quai, oltre a predetti Lamari anche esponenti della famiglie Chindamo – Ferrentino. Tutto furono accusati di gravi reati finalizzai al controllo economico e sociale del territorio. Nell’occasione fu sciolto anche il Consiglio comunale di Laureana di Borrello per il coinvolgimento di qualche amministratore (poi assolto, già in primo grado, dalla accusa di concorso esterno). Ne scaturì un maxi processo che portò a severe condanne per alcuni degli imputati ma anche molte assoluzioni, tra le quali, spiccava quella di Lamari N. per il quale la Procura Dda propose appello chiedendone la condanna. Dopo aver provveduto ad una nuova audizione dei collaboratori di giustizia (Zappia Diego e Di Masi Giuseppe) la Corte ha integralmente confermato l’impianto motivo di primo grado, ritenendo che il fatto contestato al Lamari, assistito dagli avvocati Mattia Ceravolo del foro di Palmi e Carlo Monaco del Foro di Cosenza, non sussiste. L’assoluzione – conclude la nota – va ad aggiungersi a quella già pronunciata per i fratelli dell’imputato Lamari R. e Lamari A. Lamari M. (per quest’ultimo addirittura la Corte di Appello ha annullato l ‘intero processo)».
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