COSENZA «Le incredibili, paradossali e schizofreniche vicende che si stanno susseguendo in queste ultime ore, rimaste nell’imbarazzante silenzio delle istituzioni preposte, in primis Regione Calabria e Consorzio CoMeTra, che riguardano solo in maniera apparente l’Azienda di Trasporto Pubblico Locale di Cosenza, ovvero, la ex municipalizzata Amaco Spa, già dichiarata fallita dal Tribunale di Cosenza, a nostro parere, se non fossero collocate in una situazione terribilmente seria, considerato che riguarda il presente e soprattutto il futuro del TPL nella nostra Regione, potrebbe tranquillamente farci impaurire, pensando di guardare un film di Dario Argento, oppure, al contrario, per essere ottimisti, farci morire dal ridere e credere, visto il periodo, che stiamo assistendo ad un bellissimo cinepanettone adeguato alle festività natalizie». Inizia così la lunga nota firmata da Giovanni Angotti, segretario generale della Filt Cgil di Cosenza, e da Massimiliano Ianni, segretario generale della Camera del Lavoro di Cosenza.
«Purtroppo, ahinoi, la realtà dice altro, tale situazione, a nostro avviso, fa pensare ad una condizione molto preoccupante oltre che bizzarra, che rischia di vanificare un processo di razionalizzazione ed ammodernamento del settore, riportando indietro lo stesso settore di 50 anni, con conseguenze dannose, poco efficienti e sicuramente di non facili rimedi a posteriori».
Angotti e Ianni – nella missiva inviata al sindaco Caruso, al curatore fallimentare di Amaco, Caldiero, al presidente di CoMeTra, Ferraro, alla sezione fallimentare del tribunale e ai vertici della Regione – ricordano che «solo qualche giorno addietro infatti, in occasione di una convocazione di una riunione ufficiale tenutasi presso la cittadella regionale, convocata e presieduta dell’assessore al settore Gianluca Gallo, con i sindacati, il presidente del Consorzio CoMeTra, l’assessore del Comune di Cosenza Damiano Covelli, e altri soggetti interessati, lo stesso assessore Gallo informava i presenti che il percorso quale stava per prospettarci, era stato esaminato e condiviso con il Presidente della Regione Roberto Occhiuto. Ebbene, l’assessore Gallo, alla presenza del Dirigente di settore, del Presidente del Consorzio CoMeTra, Sindacati, Assessore al ramo del Comune di Cosenza ed altri soggetti interessati, presentava ed indicava una strada la quale prevedeva in primis, il rispetto delle norme generali, che a loro dire, comprendono il fatto rilevante che i chilometri messi a bando della curatela fallimentare non rientrano assolutamente nella disponibilità di Amaco ma esclusivamente del Consorzio Cometra, ed in ragione di ciò, lo stesso assessore Gallo, il presidente di CoMeTra e il dirigente di settore, designavano una soluzione, che tra le altre cose ha registrato in quella medesima riunione la condivisione di tutti i soggetti presenti, ovvero, che i servizi attualmente gestiti dall’ex municipalizzata Amaco dovevano per le ragioni di cui sopra, essere svolti attraverso il Consorzio CoMeTra».
Angotti e Ianni fanno notare che «purtroppo, registriamo che nelle ultime ore, la vicenda stia prendendo una strada diametralmente opposta a quella indicata tramite l’assessore, dal presidente Occhiuto, dallo stesso assessore Gallo e dal presidente CoMeTra. Lo avevamo già detto e scritto in più occasioni, siamo convinti che rispetto alla strada che si sta percorrendo, si stia determinando una pericolosa condizione che va nella direzione di privatizzare il trasporto pubblico urbano della città di Cosenza», una deriva che «a nostro parere va in contrasto con le norme vigenti in materia in capo alla Regione Calabria, oltre che dello stesso statuto del Consorzio CoMeTra».
«La manifestata debolezza dell’Amaco invece, a parere di chi scrive, può rappresentare nell’ambito del consorzio CoMeTra un processo di riordino virtuoso del Trasporto Pubblico Locale Regionale e quindi nella Provincia di Cosenza, che andrebbe sicuramente nella direzione di semplificare il sistema delle imprese attualmente iniquo ed ancora polverizzato. Tutto ciò invece, provoca in maniera evidente conseguenze nefaste, tra cui, a nostro parere, scarsa efficienza e funzionalità dei servizi offerti ai cittadini, disparità tra imprese e soprattutto disuguaglianza di trattamento nel mondo del lavoro, che francamente non è più accettabile e sostenibile», aggiungono i due sindacalisti della Cgil.
«Non è sicuramente un segreto tra gli addetti ai lavori, che già adesso, figuriamoci dopo, l’attuale sistema, comprime ed in alcuni casi annulla i diritti fondamentali, sia rispetto all’iniquo e sproporzionato trattamento economico accessorio, il quale determina grandissima disparità salariale tra uguali lavoratori che svolgono le stesse mansioni in condizioni sicuramente più precarie e poco gratificanti; ragion per cuivogliamo ancora una volta ribadire che il percorso che si sta delineando, a nostro modesto avviso, va ad accrescere le palesi disuguaglianze che determineranno sempre di più, una platea di lavoratori diversificata, ovvero, lavoratori tutelati di serie A – e poi tutti gli altri».
Angotti e Ianni si riferiscono «a quei lavoratori che non percepiscono la retribuzione nei tempi dovuti, in qualche caso abbiamo dovuto registrare anche 10/11 mesi di ritardo, a quelli che non percepiscono un solo centesimo di salario accessorio se pur previsto, a quelli cui non vengono riconosciuti neanche alcuni diritti previsti dal CCNL, a quelli che il salario complementare se lo finanziano da soli, a quelli che divenuti loro malgrado inidonei alla mansione specifica, vengono cacciati via dall’azienda senza che per come previsto dalle norme e del CCNL, vengano ricollocati in altre mansioni, o in estrema e paradossale sintesi, a quelli che gli viene detto che se non gli va bene tale situazione possono tranquillamente andare a casa e cambiare lavoro».
«Per tutto ciò sopra descritto – aggiungono – vorremmo comprendere allora, per quale strana e nobile ragione, che francamente ci risulta incomprensibile, non si è proceduto nella direzione indicata nella riunione sopra citata e pertanto, come sia stato possibile sottrarsi all’auspicato confronto, dimostrando, a nostro parere, una inaccettabile insensibilità ed una gravissima mancanza di rispetto per le istituzioni, per tutti i lavoratori dell’ex municipalizzata Amaco, per l’utenza e i cittadini calabresi e non per ultimi, per i soggetti presenti nella riunione sopra citata, determinando una “comoda miopia di strategia” sul da farsi per il settore da parte della Politica e di tutte le istituzioni preposte».
«Vogliamo evidenziare che ai sensi dell’art. 10 dello Statuto del consorzio CoMeTra, la liquidazione giudiziale di Amaco comporterebbe di per sé l’attivazione del procedimento di esclusione della stessa dal Consorzio, per di più si aggiunge il contenuto dell’art. 7 ai commi 1 e 2 secondo cui “le quote sociali sono liberamente trasferibili solo tra soci ovvero in caso di trasferimenti effettuati da parte del socio in favore di società controllanti o controllate, di enti pubblici e/o società da questi ultimi costituite, ovvero di soggetti acquirenti l’azienda da società a totale capitale pubblico, ed in ogni caso quale conseguenza di disposizioni di legge. In caso di trasferimento di quote a terzi, lo stesso sarà subordinato all’autorizzazione da parte dell’assemblea dei soci, secondo le modalità previste per l’ammissione di nuovi soci» puntualizzano Angotti e Ianni.
Infine «in attesa di un’urgente convocazione finalizzata a ricevere chiarimenti in merito da parte della politica nonché delle istituzioni regionali preposte, a sostegno della proposta maturata nell’ambito del confronto in regione Calabria», la Filt Cgil e la Camera del Lavoro di Cosenza preannunciano che «nei prossimi giorni terranno una conferenza stampa aperta a tutti i lavoratori dell’ex municipalizzata Amaco, a tutti i politici interessati alla vicenda, di maggioranza e di opposizione ed a tutte le figure istituzionali interessate a partecipare, per assumere tutte le iniziative utili a sostegno del mantenimento del ruolo pubblico dell’azienda ex Amaco, finalizzate alla modernizzazione, razionalizzazione ed ammodernamento del settore del TPL nella nostra provincia, tentando di scongiurare una mascherata privatizzazione del settore».
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