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LA VICENDA

Violentata dal branco e filmata per due anni nel Reggino. Le “stimmate” della ‘ndrangheta e la paura di denunciare

Altri tre giovani arrestati all’alba di oggi che si aggiungono al blitz “Masnada” dello scorso anno. Fondamentali i video ritrovati

Pubblicato il: 21/12/2024 – 18:32
Violentata dal branco e filmata per due anni nel Reggino. Le “stimmate” della ‘ndrangheta e la paura di denunciare

REGGIO CALABRIA Tre giovani avrebbero compiuto reiterate violenze di gruppo ai danni di una ragazza, anche lei all’epoca dei fatti minorenne. È la terribile storia che arriva ancora dal territorio Reggino e, in particolare, da Seminara. All’alba di oggi, gli agenti della polizia di Palmi con il supporto di agenti di Siderno hanno tratto in arresto tre giovani, all’epoca dei fatti minorenni, responsabili di violenza sessuale di gruppo aggravata nei confronti di una minore.
La custodia nell’Istituto penale per i minorenni è stata disposta lo scorso 17 dicembre e si collega all’inchiesta “Masnada” nell’ambito della quale la Procura di Palmi ha fatto luce su una inquietante vicenda sessuale di gruppo consumata a Seminara, nella Piana di Gioia Tauro.

Quasi due anni di violenze

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, dunque, si tratterebbe di reati che sarebbero stati commessi dagli indagati dal gennaio 2022 sino agli inizi di novembre 2023, quando erano ancora minorenni. Nei loro confronti è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni guidata da Roberto Di Palma.  Fondamentali nella ricostruzione della vicenda le intercettazioni telefoniche ed ambientali, dalle quali sarebbero emerso un dettaglio inquietante: i tre arrestati avrebbero una personalità «del tutto sganciata dalle regole del vivere civile e totalmente orientata verso il soddisfacimento dei più biechi istinti sessuali». L’inchiesta della polizia, inoltre, avrebbe evidenziato come gli indagati avrebbero fatto ricorso al metodo del reclutamento dei compartecipi al gruppo. La ragazzina sarebbe stata costretta ad accettare la ripresa video delle violenze.

I primi arresti nel 2023

Le violenze sarebbero cessate a novembre 2023. Il 15 novembre di quell’anno, infatti, era scattata l’operazione “Masnada” con l’arresto, da parte della Polizia, di tre “rampolli” di ‘ndrangheta mentre un quarto maggiorenne, figlio di un amministratore locale, si rese irreperibile – con l’accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di due minorenni, una delle quali fu costretta a subire le attenzione del branco in una occasione mentre l’altra numerose volte. Nel corso dell’operazione furono sequestrati computer, tablet e cellulari degli indagati, che si sono rivelati poi decisivi per gli sviluppi dell’inchiesta. Nel proseguo delle indagini, nell’ottobre scorso, altri arresti sono stati eseguiti a carico di soggetti dai 21 ai 32 anni. Nove sono state le ordinanze emesse su richiesta della Procura di Palmi, alcune delle quali nei confronti dei primi arrestati. Un risultato ottenuto anche grazie al ritrovamento dei video delle violenze. L’inchiesta, tra l’altro, non scaturì dalla denuncia delle vittime ma fu uno sviluppo di un’altra indagine.

Le stimmate della ‘ndrangheta

«Le violenze del “branco”, a causa dei legami familiari degli indagati, hanno chiaramente le stimmate della criminalità organizzata» aveva detto il procuratore di Palmi dell’epoca, Emanuele Crescenti. A distanza di due mesi dagli ultimi arresti, il nuovo sviluppo, grazie ancora una volta ai video delle violenze ritrovati nei cellulari di alcuni degli indagati, gli investigatori del Commissariato di Palmi coordinati dalla Procura per i minorenni di Reggio Calabria guidata da Roberto Di Palma sono risaliti ai tre ragazzini arrestati oggi. Per loro non si parla di parentele ‘ndranghetiste ma anche loro avrebbero fatto parte di quel gruppo. 

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