LAMEZIA TERME Un ruolo da assolute protagoniste, svolto fornendo un contributo prezioso e, soprattutto, consapevole. È quello che avrebbero avuto la moglie e la figlia di Nicola Assisi, Rosalia Falletta e Rita Siria Assisi.
La prima era stata scarcerata il 6 febbraio del 2021 e poi sottoposta ad un’altra misura restrittiva dopo aver rimediato 8 anni nell’ambito del processo “Pinocchio” in quanto, già all’epoca, considerata organica al sodalizio capeggiato dai congiunti Nicola e Patrick Assisi. A fornirle aiuto sarebbe stata, dunque, la figlia Rita Siria Assisi, considerata un «elemento di connessione» con il padre e il fratello detenuti. Dall’inchiesta “Samba” della Dda di Torino – guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri – emergono dunque dettagli legati alle attività di narcotraffico (e non solo) degli Assisi tra Italia e Brasile, snodo cruciale degli affari della potente famiglia legata alla ‘ndrangheta calabrese stanziata in Piemonte e, in particolare, a San Giusto Canavese.
Ci sono una serie di episodi significativi ricostruiti dall’accusa. Come la richiesta di contatto urgente e di persone fatta pervenire da Falletta a Paula Simoes Assisi tra il 18 e il 19 ottobre del 2021, con la speranza che quest’ultima si recasse in Italia per una serie di questioni impellenti e che, soprattutto, avrebbero richiesto con urgenza l’intervento dei propri congiunti detenuti in Brasile. Dunque, guidata ancora dalla necessità di esporre alcune problematiche sorte in Italia a Patrick e Nicola Assisi, Falletta avrebbe continuato a cercare di contattare la nuora il 26 ottobre e poi il 23 novembre del 2021. La donna però sarebbe riuscita a trovare una strada alternativa, prendendo un appuntamento per Didi, ovvero il genero Nicola De Carne, per eseguire un colloquio in carcere con Nicola Assisi. Una visita, quella in Brasile, che pare abbia creato ulteriori problemi che hanno irrigidito i rapporti con gli Assisi sia in Brasile che in Italia.
Come sarebbe emerso dalle indagini delle Dda di Torino, dopo il 2 gennaio 2022 e quindi poco più di un mese dopo la visita in carcere di “Didi”, sarebbero sorte alcune complicazioni, poi risolte, legate alle disposizioni di Patrick Assisi per il cognato. E, ancora una volta, sarebbero state decisive le attività di intermediazione di Rosalia Falletta sul fronte italiano e di Paula Simoes Assisi su quello brasiliano. Sarà la suocera, infatti, a spiegare che “Didi” non era riuscito a trovare nulla e che quindi non era in grado di aiutarla, suscitando l’ira di Paula. Bisognerà attendere il 25 gennaio per “sbloccare” la situazione quando cioè Rosalia Palletta, utilizzando ancora un linguaggio estremamente criptico, avrebbe assicurato a Paula Simoes Assisi di aver trovato «le scarpe dei bambini», con la richiesta di trovare un modo per consegnarle quanto richiesto da quest’ultima per conto di Patrick Assisi. E così Paula avrebbe spiegato alla suocera che avrebbe inviato un ragazzo per prendere quanto richiesto.
L’incontro con l’inviato individuato dalla nuora avverrà nel Comune di Arluno: furgone giallo delle pulizie e uomo italiano, queste le uniche informazioni fornite. Per gli inquirenti sarebbe del tutto plausibile che l’inviato fosse Simone Palma. Si tratta – secondo l’accusa – di un soggetto molto vicino a Vincenzo Pasquino, ed ai suoi principali collaboratori, oltre che per le attività di narcotraffico anche per la relazione coltivata con la sorella del narcobroker. Solo dopo gli inquirenti riusciranno a scoprire le modalità con cui l’inviato della moglie di Patrick Assisi sia poi riuscito a mediare la consegna, attraverso gli accertamenti richiesti ed ottenuti dalla Policìa Federal brasiliana. Le verifiche eseguite, infatti, avrebbero permesso di accertare come Simone Palma, qualche giorno dopo aver incontrato Rosalia Falletta, il 3 febbraio 2022, si sia recato in Brasile per poi lasciare il territorio verdeoro appena quindici giorni dopo. (g.curcio@corrierecal.it)
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