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Vibo, il bilancio di Romeo tra debiti e cantieri: «Per avere servizi migliori bisogna pagare i tributi» – VIDEO

Il sindaco “critica” l’assenza di omogeneità nei lavori per le piazze. Poi parla della riapertura del teatro e delle tasse: «Incassato solo il 43%»

Pubblicato il: 27/12/2024 – 16:23
Vibo, il bilancio di Romeo tra debiti e cantieri: «Per avere servizi migliori bisogna pagare i tributi» – VIDEO

VIBO VALENTIA Dalla grave situazione finanziaria al teatro, ma anche cultura, servizi e infrastrutture. Si chiude il primo anno da sindaco di Vibo Valentia per Enzo Romeo, in carica dallo scorso giugno dopo aver vinto a sorpresa le elezioni con il “campo largo” del centrosinistra. Nella sala consiliare di Vibo, affiancato dalla giunta quasi al completo, il primo cittadino ha incontrato i giornalisti tracciando il bilancio di un anno caratterizzato dalle polemiche sui cantieri che hanno paralizzato la città e la grave situazione finanziaria dell’ente. Nel discorso di Romeo non mancano le critiche per i lavori nelle nuove piazze, privi di «omogeneità», e neanche i “rimproveri” ai concittadini rei di non pagare le tasse.

«Servizi ottimali se si pagano le tasse»

Un bilancio ancora solo di cinque mesi, precisa il sindaco, che elenca quelle che, per la sua amministrazione sono le priorità: economia, mobilità interna, valorizzazione dei beni culturali e polo di alta formazione tecnologica per i nostri giovani. Servizi per i quali è necessario il pagamento dei tributi da parte dei cittadini, tallone d’Achille per l’ente vibonese. Nel 2023 solo il 43% dei tributi totali è stato riscosso dal Comune: «Un dato che ci fa pensare, soprattutto al lavoro enorme che bisognerà fare i prossimi anni per far sì che l’economia di questa amministrazione possa diventare reale e non fatiscente come ora». Per il sindaco «per avere servizi ottimali, bisogna pagare i tributi. Questo è un obiettivo che ci poniamo». Anche per via della disastrosa condizione finanziaria dell’Ente, per cui il cosiddetto patto “salva-città”, per cui Romeo ha rivendicato la rimodulazione, non sarebbe sufficiente per uscire dalla situazione.

Le critiche alle piazze

Oltre a cambiare amministrazione, l’anno appena trascorso sarà ricordato per i grandi lavori di riqualificazione delle piazze principali della città. Un nuovo look che ha fatto e fa discutere ancora, a pochi giorni dalla riapertura di Piazza Martiri d’Ungheria e di Piazza Luigi Razza. Critico anche il sindaco Romeo che, pur considerando «estremamente positivi, anche al di là delle scelte progettuali che possono essere criticate» i lavori, sottolinea l’assenza di «un elemento uniforme che garantisse identità a tutte queste opere», come magari «poteva essere il lampione Vibo che ormai caratterizza la città». Più complicato è il discorso sul teatro, rimasto chiuso dopo l’inaugurazione avvenuta esattamente un anno fa. Ancora assenti le autorizzazioni dei vigili del fuoco. «Il sipario speriamo di alzarlo al più presto, ma abbiamo necessità che riapra nel modo giusto, con regolamenti ottimali sia per la gestione che per la fruizione. La struttura ha ancora bisogno di una messa a norma alcune zone in legno che dovevano essere impregnate di un prodotto ben preciso che doveva essere ignifugo» spiega il sindaco.

La crisi idrica e i depositi costieri tra le priorità

Per il nuovo anno priorità alla situazione idrica vibonese. «Già a gennaio faremo un consiglio comunale dedicato, ci confronteremo sia con Sorical che con il presidente della nascente Arrical». Rinviato al 2025 anche la questione dei depositi costieri di Vibo Marina, caso tornato al centro del dibattito politico dopo il caso di Calenzano e del sequestro dei depositi della Meridionale Petroli, le cui concessioni scadranno proprio a luglio: «Fino ad ora sono stati una risorsa non un problema, però è un qualcosa su cui dobbiamo discutere perché ormai la Meridionale Petroli si ritrova in una situazione urbanistica che è diversa dal 1956. È necessaria una delocalizzazione che deve essere definita insieme all’azienda stessa nel modo ottimale per non creare danni né a loro né alla cittadinanza». (ma.ru.)

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