Come ogni anno continuo a seguire il modello del maestro Gianni Mura con i cento nomi del 2024. Sono persone ma anche fatti. Non necessariamente i più importanti, sono legati a vittorie ma anche a sconfitte, diversi quelli che sono andati via e che comunque restano, non mancano i centenari.
CARMINE ABATE – Lo scrittore calabrese vince premi con il suo “Un paese felice”, controversa rilettura della stagione dell’industria a Gioia Tauro. Ha scritto nel 2024 anche “L’olivo bianco”, storia di emigrazione, ambiente e uguaglianza. Nove per radici e scrittura.
SIMONE ALESSIO – Bronzo a Parigi nel taekwondo, unica medaglia calabrese alle Olimpiadi. Indomito e generoso, cresciuto tra Sellia Marina e Catanzaro. Quando un terzo posto ti fa prendere dieci.
ASTENSIONE – Alle Europee con un’affluenza al 40,31 il partito dell’astensione è il primo assoluto della regione. La politica politicante si faccia delle domande e si dia delle risposte. Se ci riesce.
ARCANGELO BADOLATI – Il suo ultimo libro “Figli traditori” disegna i contorni antropologici dell’ultima generazione di ‘ndrangheta. È il ventitreesimo libro del caposervizio della Gazzetta del Sud a Cosenza. Dieci ad un autore sempre ben documentato.
MIMMO BATTAGLIA – È diventato cardinale il vescovo di Napoli che ha formato la sua Chiesa di strada nella sua Calabria. Non mette la berretta rossa e si fa chiamare ancora “Don Mimmo”. Come non dargli dieci.
DARIO BRUNORI – Il cantautore di San Fili è stato selezionato per la prima volta a Sanremo con la canzone “L’albero delle noci”. Il suo concerto a Roma nel marzo 2025 è già sold out. Voto nove per scaramanzia Ariston.
MIMMO CALOPRESTI – A quasi 70 anni si comporta ancora da regista da Nouvelle Vague. Il suo “Cutro, Calabria, Italia” è uno dei migliori documentari di stagione. Voto dieci a chi la lotta la continua.
FRANCESCO CALZONA – Allenatore di scuola sarrista, ha qualificato agli Europei la Slovacchia portandola agli ottavi mettendo in difficoltà l’Inghilterra. Torna a passeggiare spesso nella sua Cessaniti. Voto nove per tecnica e coraggio.
CAMERIERA DI CATANZARO – Grazie ad un paragone infausto di Vittorio Feltri (senza voto per mentalità razzista) con il look di Ilaria Salis, è stata difesa da tutta la Calabria. Voto dieci per eleganza e dignità.
CAPODANNO RAI – Ricorrenza mediatica della Calabria contemporanea. Un successo quello di Amadeus a Crotone. Aspettiamo il bis a Reggio Calabria. Le polemiche fisiologiche vanno scemando in mano agli incontentabili.
LA CATASTA – Sorge sul limes di Campotenese ed ha vinto l’Oscar ecoturismo 2024 di Legambiente. Dieci per sapere stare al passo con i tempi.
MARIO CARBONE – Ha raggiunto i 100 anni il fotografo di San Sosti. Grazie a Marilena Sirangelo 4 mostre lo hanno celebrato a Cosenza. Dieci all’iniziativa e all’uomo che ha immortalato l’Arte che conta e il meridionalismo.
FRANCESCO CATANZARITI– E’ morto a 89 anni un protagonista della sinistra calabrese perché a Platì non nascono solo i malamente. Dieci per l’impegno mai venuto meno.
CHIEN PHO TAN– Alias maoista di Pino Gallo emblema del Sessantotto cosentino. E’ stato il custode della memoria degli anni Settanta e di coloro che volevano cambiare il mondo. Il mondo per lui fu sempre nuovo.
ALFREDO CITRIGNO – Imprenditore sanitario privato ha affrontato con ferma discrezione intimidazioni mafiose e assoluzione giudiziaria. Quando i figli superano i padri. Punta all’eccellenza. Otto per la dedizione.
CHIARA COLOSIMO – Non in classifica per le sue origini calabresi ma perché da presidente dell’Antimafia ha posato a San Luca davanti ad un vecchio cartello sforacchiato dalle lupare. Non merita neanche il voto.
CITTÀ UNICA COSENTINA – Una possibilità di avanzamento bocciata al referendum in maniera schiacciante dagli elettori di Cosenza, Rende e Castrolibero. La sconfitta ha molti padri. Ha vinto la conservazione dei campanili.
FRANCO COSTABILE – Cento anni dalla nascita del poeta simbolo dell’emigrazione. Rubbettino ha ripubblicato i suoi versi (Voto dieci). Molte celebrazioni periferiche ma è mancata l’amalgama.
VITO CRISTOFARO – Direttore d’orchestra calabrese di caratura internazionale. Nel 2025 l’artista catanzarese omaggerà Alfonso Rendano in Germania. Va meglio valorizzato in Calabria.
FABIO CUZZOLA – Lo scrittore reggino che ha seppellito dall’oblio i 5 anarchici morti con il suo nuovo libro ha raccontato la Reggio Calabria del 1977. Dieci per coerenza e memoria.
FABIO – Detenuto ai domiciliari a Cosenza a Vaglio Lise è morto a 34 anni folgorato per aver tentato di rubare rame da una centralina Enel. Quando i poveri giocano a sorte con la morte.
FRANCESCO DE CICCO – Assessore comunale di Cosenza assolto dall’accusa di mafia. Era solo un imprenditore vittima del sistema. Efficiente manutentore di servizi comunali. Otto per resilienza nel fronteggiare le polemiche.
DARIO DE LUCA – La sua riscrittura in dialetto calabrese tratta da fabliex medievali e lo spettacolo di scavo su “Bella ciao” ne fanno uno dei migliori teatranti italiani. Voto nove per saper essere nazionale dalla periferia.
FILIPPO DEMMA – Direttore visionario pop che ha governato Parchi archeologici e strutture con una nuova gestione dei Beni Culturali. A Sibari ha segnato un aumento del 150 % in più degli ingressi. Un dieci all’archeologia contemporanea.
DERBY CATANZARO–COSENZA – Due quelli del 2024, tutti e due giocati al Marulla. Quello di marzo con le due tifoserie sugli spalti da dimenticare per la gestione demenziale dell’ordine pubblico. Quello di S. Stefano degno di Hitchcock con pareggio al minuto 106.
FILIPPO DI BENEDETTO – A 40 anni dalla strage di Ustica non si è sottratto a nuove interviste di giornalisti d’inchiesta per raccontare la sua anomala guardia militare al Mig libico caduto a Castelsilano. Dieci per il suo dovere civico.
ANDREA DI CONSOLI – È lucano ma ama scrutare la Calabria nei suoi diversi testi modellando frasi di questo tenore: “Non cercarmi a Roma…cercami in Calabria tra le agavi di Scilla, sulle spiagge di Diamante, nel pronto soccorso di Vibo”. Un dieci struggente. Da leggere i suoi libri e post.
NILO DOMANICO – Un ingegnere internazionale che in nome delle sue radici cerca con tesi scientifiche l’Atlantide perduta di Sybaris e Thurio. Dieci per il libro e per lo spirito sibarita.
PIERPAOLO D’URSO – Statistico, originario di Trebisacce, è il nuovo preside di Scienze Politiche alla Sapienza di Roma. In Calabria riceve solo premi. Meriterebbe funzioni dirigenziali.
ANTONIO FUOCO – Dai go-kart di Cariati al podio più alto alla 24 ore di Le Mans per il Cavallino rampante. Panchinaro di Formula 1 per Ferrari. Per il momento un nove lo tiene a giro.
RINO GATTUSO – Dopo 22 anni il leggendario allenatore calabrese si è tagliato la barba per raccogliere fondi per la ricerca sul cancro. Un cuore grande da dieci quello di Gennarino da Schiavonea.
SANTO GIOFFRÈ – A 70 anni scrive racconti di successo che demoliscono luoghi comuni, raccoglie olive a Seminara, non smette di far le pulci alla sanità calabrese. Dieci per la perseveranza.
LORENZO GOTTARDO – Giornalista Rai che con la troupe era andato a raccontare un omicidio a San Pietro di Caridà ed è stato aggredito a bastonate. Ha portato a casa il servizio e ha denunciato gli aggressori. Dieci per normalità del bene.
GEORGE GOTTLOB – Il professore austriaco già in classifica l’anno scorso va riposizionato per come ha spiegato a Bruno Vespa in tv che l’IA si studia meglio in Calabria che ad Oxford. Dieci come miglior testimonial del nostro cambiamento.
NICOLA GRATTERI – Anche lui presente in classifica nel 2023. A Napoli è ancora di più protagonista nazionale. Usa computer personali per difendere i dati e le canta alla politica come nessun altro. Voto 9 perché non fa autocritica sugli errori giudiziari.
RENATO GRECO – Ci lascia una toga democratica e autenticamente garantista. Era anche qualificato giurato del Premio Sila. Dieci alla memoria con il rammarico di non averlo omaggiato da vivo.
GROTTA DEL ROMITO – Primo sito preistorico al mondo accessibile ai disabili. Quando il passato diventa futuro. Dieci a chi lo anima, zero a chi non ci investe.
EUGENIO GUARASCIO – Conserva un abito mentale da cattivo il presidente del Cosenza più divisivo della storia dei Lupi. Quattro per ignavia manifesta.
PINO IACINO – Uno dei migliori sindaci di Cosenza del Novecento. Socialista lombardiano onesto e integerrimo. Uno dalla schiena dritta.
ROBERTO IACOBINO – Veniva da Cariati colui che insieme a pochi altri ha inventato lo spettacolo live in Calabria. La sua mano anche nello storico Vasco Rossi gratis a Catanzaro. Alla memoria un dieci per tenacia e simpatia sganassona.
ISABELLA INTERNÒ – Condannata a 16 anni di carcere per l’omicidio del calciatore Denis Bergamini a 35 anni della morte. Si proclama innocente. Resta in attesa di giudizio definitivo.
ETTORE LANZINO – È morto a 69 anni in carcere al 41 bis dopo 12 anni di detenzione il boss di Cosenza. Era stato latitante per anni. Centinaia di post sui social in sua memoria. Dieci al carisma se non fosse della ‘ndrangheta a Cosenza.
LA SOSTA – Ristorante a Swellendam in Sudafrica gestito dal giovane chef cosentino Salvatore Branda. Il locale è entrato nella rosa dei 50 migliori ristoranti italiani nel mondo. Nove aspettando di vederlo salire ancora.
NICOLA LEONE – Il rettore dell’Unical macina successi a ripetizione e numeri positivi per la sua università diventata tra le migliori d’Italia. Dieci in pagella e bacio accademico per un fiore della nuova Calabria.
FRANCESCO LEONETTI – Cento anni dalla nascita di un grande poeta pasoliniano di origini cosentine (rivendicata nei suoi versi). Si è promessa l’intitolazione di una strada a Cosenza. Dieci per mal comprensione.
MIMMO LUCANO – È diventato europarlamentare il sindaco di Riace simbolo dell’accoglienza, assolto dalle accuse giudiziarie più gravi. Dieci per direzione ostinata e contraria.
VINCENZO LUCIANO – Ad un anno della strage dei migranti di Cutro questo pescatore è il testimone privilegiato della memoria del soccorso. Tutte le mattine va a Steccato. Ha chiesto scusa per quello che è accaduto. Purtroppo, è successo ancora a Roccella Jonica. A lui dieci per la pietà umana.
JOHN MAGARO – È pronipote di nonni calabresi uno degli attori più emergenti della new Hollywood. Lo abbiamo scoperto grazie al delicato film “Past lives” uscito in Italia quest’anno.
GIOVANNA MARINI – Ci ha lasciato a 87 anni l’etnologa cantautrice degli ultimi. Ci lascia anche la canzone “I treni per Reggio Calabria”, epica ballata di una stagione indimenticabile.
ANDREA MAROTTA – Inviato della Tgr Toscana dai servizi preziosi, quest’anno ha debuttato nel romanzo e soprattutto ha convinto la voce di Francesco Repice (dieci a prescindere) a recitare in uno spettacolo al Rendano dedicato a Marulla e Bergamini. Quando il giornalismo ha anche un’anima passionale.
AMEDEO MATACENA – A due anni dalla morte torna in cronaca l’armatore e politico reggino per il sospetto di essere stato avvelenato con la mamma. Enigmatico come sempre.
MAYSOON MAJIDI E MARJAN JAMALI – Profughe iraniane sbarcate in Calabria e da vittime arrestate e processate come scafiste. Sono solo vittime della politica criminale del governo.
BARBARA MELE – Ex sindaca di S. Nicola Arcella assolta anche in Appello da un’inchiesta giudiziaria discutibile. Non si era ricandidata per difendersi meglio. Dieci per coerenza.
ILARIA MIRABELLI – Morta in un incidente stradale in Sila mentre era assieme al suo compagno. A furor di popolo aperta un’inchiesta per omicidio. Non sia un cold case infinito.
MONGIANA – Il sito industriale dei Borboni torna attuale grazie ad una canzone e un video (dieci al racconto per immagini) di Eugenio Bennato e riapre la contesa sul Regno delle due Sicilia.
VINCENZO MOLLICA – David di Donatello speciale e standing ovation al giornalista di spettacolo più popolare d’Italia che rivendica sempre le sue origini calabresi. Dieci per la passione.
CENZINO MORELLI – In Brasile dove è morto a 91 anni lo hanno pianto da compatriota. Nella sua Cosenza dove ha rifondato il calcio anche ma intitoliamogli qualcosa. Quando i presidenti avevano anima, cuore e intelligenza.
NICOLA MORRA – Il professore calabrese si è candidato in Liguria ottenendo lo 0,9 %. Ma il peggio è che continua ad usare la malattia di Jole Santelli per fare politica. Voto 0,9.
LUCA MUGLIA – È stato un Garante della difesa dei detenuti battagliero e risoluto. Voto nove perché lascia con stile ma c’era ancora bisogno del suo impegno. Ne prenda esempio chi succede.
FRANCO MUTO – Re del pesce e boss di Cetraro. Per anni ha avuto una casa popolare. Nonostante l’età continua ad essere un protagonista della storia criminale calabrese. Voto zero al patriarchismo che avversiamo.
PINO MUTO – Mezzo secolo di donazione del sangue e fondatore di una sezione Avis a Lago con 150 soci in gran parte giovani. Dieci per l’impegno solidale.
ROSA NETO FALCOMATÀ – È stata mente, braccio e fidata consigliera dei sindaci Italo e Giuseppe. Classicista raffinata, Reggio Calabria è più povera senza il suo attivismo culturale.
GIOVANNI NUCERA – Era un politico in carriera ed è stato assolto 16 anni dopo dall’accusa per mafia. Voto dieci per Giustizia ingiusta.
ALESSANDRO NUCCI – È fratello e socio del produttore Fabrizio, patron di Open Field (ultima perla il film su Tony Gaudio), lui per la serie Rai “Di là del fiume e tra gli alberi” ha firmato lo splendido documentario “Cosenza, Cosangeles”.
ROBERTO OCCHIUTO – Resta in classifica annunciando che si ripresenterà da presidente. Autorevole politico nazionale grazie alla posizione differenziata sull’Autonomia. Un incidente e un’operazione al cuore non lo fermano. Dieci.
FRANCESCA PALAMARA – È morta a 96 anni l’indomita donna che chiude le pagine di “Africo” di Corrado Stajano. Ai rivoluzionari figli il compito di scriverne la vera storia.
VITTORIO PALERMO – Altra vittima di malagiustizia l’imprenditore e docente universitario finito in un’inchiesta per mafia. Dieci per come si difende sui social con stile e rispetto per la Legge.
WALTER PEDULLÀ – Ha tracciato la linea calabrese della letteratura italiana. Critico, scrittore e docente di chiara fama nazionale alimentato da spirito locrideo. Dieci per ironia e competenza.
LUIGI PELLEGRINI – Cento anni dalla nascita del fondatore della più longeva casa editrice calabrese. Dieci agli eredi che ne continuano l’impegno.
ALESSANDRO PESS – Da tronista ad attore di successo in fiction internazionali. Per l’attore lametino una stagione da incorniciare. Storia di un talento perbene.
GIUSI PRINCI – Grazie ad Occhiuto e Cannizzaro è diventata europarlamentare di Forza Italia. Troppo peones a Strasburgo. Si adegui ai precedenti risultati da assessora e dirigente scolastico.
SANDRO PRINCIPE – Non si lascia fermare dalle avversità della vita e si carica il fronte del No da leader al Referendum sulla città unica in nome della “sua” Rende. Nove per cazzimma, esagerata quando nega la libera critica ai giornalisti.
NINA PRESTA MAGORNO – Prima donna italiana a dirigere un’Asl, promotrice di consultori, socialista vicina agli ultimi. Va oltre Diamante il suo esempio e il suo ricordo.
SALVATORE PUNTILLO – Tra i migliori attori caratteristi del grande cinema italiano, doppiatore e teatrante. Da Rende alla conquista della capitale quando era tutto più difficile. Merita più memoria.
PUNTALICE – Vino della Senatore Vini di Cirò Marina, miglior rosè biologico al Vinitaly. Quando la classe non è acqua.
REGGIO CALABRIA – Ultima provincia d’Italia per qualità della vita nella classifica del Sole. Ma la statistica non contempla la brioche con granita, albe e tramonti, il clima, i rapporti umani.
MINO REITANO – Per gli ottant’anni la Rai propone un bel documentario sul cantante di Fiumara ma lo programma nel pomeriggio. Dieci al regista Centomani, 3 a viale Mazzini.
ANTONIO RICCHIO – Tra i migliori giornalisti di nuova generazione calabrese. Il cronista politico di Gazzetta del Sud gode della stima di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Ha scritto un documentato libro sull’Autonomia differenziata.
JORDAN RIVER – È riuscito a portare sullo schermo Gioacchino da Fiore con “Il monaco che vinse l’Apocalisse”. Non ho visto il film ma merita dieci per come sta promuovendo gli eventi e la comunicazione su media e social.
NINO RIZZO NERVO – Colpo grosso in riva allo Stretto per il nuovo direttore della Gazzetta del Sud con la chiamata di un professionista nazionale. Il 10 per il momento è per Lino Morgante.
SAN LUCA – Piange vittime di tragici incidenti e non riesce ad esercitare il voto per commissariamento perpetuo. Dovremmo amarla di più e trasformarla in Capitale ideale della nuova Calabria.
FRANCESCO SAVINO – Il vescovo di Cassano è una voce possente del Mezzogiorno per autorevole esempio e denuncia. Dieci al pastore di anime che guida il popolo di Dio e quello laico verso la giustizia sociale.
ELISA SCUTELLÀ – Dieci per l’incalzante oratoria a Montecitorio sui treni in ritardo sulle tratte calabresi. Dovrebbe perdere il seggio a favore di Andrea Gentile. Spiace per una deputata tanto combattiva.
ANTONIO SEMINARIO – L’avvocato rossanese era stato eletto al soglio massimo del Grande oriente d’Italia ma ricorsi e sentenze esterne hanno trasformato la Massoneria in una sorta di partitino. Poteri molto morti più che forti. Attenti alle deviazioni.
SALVATORE SETTIS – L’indomito archeologo calabrese ha il merito di denunciare sui giornali i treni che anticipano l’orario e il “cold case” della Scure letterata rubata dal British museum alla Calabria. Dieci ad una sentinella civica repubblicana.
SOUTHBOUND PRESS – Buona stampa e tanta simpatia per la fabbrica di vinili aperta da quattro giovani a Rende. Quando il vintage incrocia la modernità. Dieci per sapere essere una piccola impresa meridionale.
MARIO SPAGNUOLO – A 70 anni va in pensione il magistrato che per 43 anni ha operato sempre in procure calabresi combattendo mafie e colletti bianchi. Nove per aver provato a cambiare le cose.
FLAVIO STASI – Si conferma sindaco di Corigliano-Rossano che ha contribuito a costruire su nuove fondamenta amministrative. Voto 8 per non aver parlato chiaro sulla vicenda Baker Hughes.
ANTONIO STRANGIO – Scomparso dall’11 ottobre da casa a San Luca. La sua auto bruciata ma ancora non si può dichiarare la morte. I parenti però hanno fatto i manifesti a lutto. Dieci alla sciarada nera del 2024.
SAVERIO STRATI – Dieci anni delle morte e cento della nascita dello scrittore calabrese. Dieci alla sua Sant’Agata del Bianco per averlo celebrato con la sua gente. Senza voto alla Regione che si è persa tra le carte e i regolamenti.
SARA TAFURI – Muore a 67 anni l’attrice catanzarese che recitò con Fellini e Rosi. Dieci al sindaco Fiorita per averla omaggiata per come meritava.
TAURIANOVA – Capitale del libro 2024 come lo era già stata Vibo Valentia. Si rovescia uno stereotipo con i consumi culturali ma la strada è in salita. Molti meriti e un 10 alla libreria Accardi che ha preparato il terreno.
VITO TETI – Consacrazione pop per l’antropologo vibonese che ha visto promuovere la sua restanza nel film “Un mondo a parte” di Riccardo Milani e a “Propaganda live” di Zoro. L’ebbrezza della top ten.
MIMMO TEDESCO – Un altro allenatore calabrese agli Europei di calcio. L’ex ingegnere ha condotto il “suo” Belgio agli Ottavi e resta in panchina fino al 2026. Un allenatore ancora da otto ma ha ancora tanto campo da far correre.
GLORIA TENUTA – La visita di Mattarella al suo stabilimento ha sancito l’ennesimo riconoscimento ad un’imprenditrice maiuscola per risultati e cultura aziendale innovatrice. Ad una personalità molto originale dieci tutta la vita.
TITO MINNITI – L’ aeroporto di Reggio Calabria ha incrementato rotte e passeggeri scalando molte classifiche nazionali ed europee. Voto nove per spronare a volare sopra ogni ostacolo.
TRENI – Si viaggia male a differenza degli aerei. In costante ritardo fanno spesso coppia con Odissea. L’alta velocità appare e sparisce come Fata Morgana. Dieci ai pendolari per l’eroica sopportazione.
TROPEA – Nonostante sia commissariata, resta la capitale del turismo estero. Anche grazie a “stranieri” come Emanuele Bertucci che si è inventato un bel festival di Cinema.
ULTRÀ A SAN SIRO – Mandamento di ‘ndrangheta con omicidi, pentiti e affari sporchi in casa Inter e Milan. Zero alle società e al sindaco Sala. Dieci a Giletti che li racconta come si deve.
ALBERTO VERSACE – Grand commis calabrese morto a 72 anni dedicati a servire l’economia e la cultura nazionale mai dimentico delle sue terre d’origine. Dieci per meridionalismo militante. (redazione@corrierecal.it)
x
x