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“Liberi di scegliere”, cresce la ribellione dei ragazzi alla ‘ndrangheta e alla mafia

In aumento le adesioni al protocollo con cui lo Stato punta a recuperare i figli dei boss. Il procuratore Di Palma: «Ma ora diventi legge nazionale»

Pubblicato il: 03/01/2025 – 10:21
“Liberi di scegliere”, cresce la ribellione dei ragazzi alla ‘ndrangheta e alla mafia

REGGIO CALABRIA «Ricordo quello che disse un collaboratore di giustizia sentito in udienza a Palmi anni fa: “mio cognato, noto esponente di una famiglia di ‘ndrangheta di Gioia Tauro, si vantava che i maschi della sua famiglia non si erano mai dovuti rimboccare le maniche per lavorare”». Lo afferma Roberto Di Palma, procuratore del tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, intervistato da “Avvenire”.  Nell’intervista Di Palma fa il punto sul progetto con cui lo Stato punta a recuperare i figli di esponenti della ‘ndrangheta e di metterli a servizio della comunità in un ambiente sano e scevro di condizionamenti criminali, vale a dire il protocollo “Liberi di scegliere”, finanziato dalla Conferenza episcopale italiana coi fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. «Durante il 2024 – osserva Di Palma – abbiamo assistito ad un incremento significativo della applicazione del protocollo, siamo passati dai 9 ricorsi avanzati al tribunale nel 2023 ai 26 del 2024». Il protocollo prevede la sospensione della responsabilità genitoriale per i coniugi mafiosi e il consequenziale allontanamento dei minori che vengono affidati a strutture o famiglie lontane dal luogo di nascita e di residenza del nucleo di origine. L’incremento del 189% delle richieste di adesione fa ben sperare, tuttavia, il protocollo è ancora in fase sperimentale ed è quindi una misura provvisoria: «Il nostro obiettivo – prosegue Di Palma – è che diventi una legge dello Stato. Questo ci permetterebbe di poter disporre di una copertura finanziaria e di strutture che vengano pagate regolarmente, due requisiti essenziali per poter avviare le procedure di “Liberi di Scegliere” in maniera molto più sistematica». Dai dati del 2024 poi emerge che la procura ha iscritto un numero più elevato di fascicoli rispetto al 2023, complessivamente l’aumento è stato del 30%: «Questo ci porta a due conclusioni – chiarisce il procuratore -. da una parte c’è un maggior numero di persone che decide di denunciare e affidarsi alla magistratura, dall’altro è oggettivo che stiamo andando incontro a dei giovani che sono più propensi a commettere dei reati». Si registra un preoccupante incremento dei reati sessuali: «Dare in mano un telefonino in età ancora preadolescenziale – commenta ancora Di Palma – comporta che i minori usufruiscano di un mondo del tutto artefatto e alterato della sessualità, perché nei siti pornografici che i ragazzi sistematicamente frequentano, la sessualità è intesa in maniera completamente diversa rispetto a come dovrebbe essere intesa, c’è una fruizione totalmente sbagliata, anticipata nel tempo, falsata nei suoi contorni. Abbiamo letto alcune chat frequenti tra ragazzini al di sotto di 14 anni, in cui si fa riferimento ad approcci con ragazze basati tutti quanti su violenza, su brutalità, che sono dovute solamente a ciò che apprendono su internet».

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