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Il procuratore Capoccia saluta Crotone: «Il Covid e la Strage di Cutro i momenti che non dimenticherò»

Pronto ad andare a Lecce, al suo posto arriverà Guarascio, il più giovane d’Italia. «Porterà la sua esperienza e la sua energia»

Pubblicato il: 09/01/2025 – 15:55
Il procuratore Capoccia saluta Crotone: «Il Covid e la Strage di Cutro i momenti che non dimenticherò»

CROTONE «Ormai sono diventato crotonese, almeno in parte, amo questa città che non conoscevo assolutamente 9 anni fa e ho amato tutti i suoi aspetti, anche quelli che voi crotonesi ritenete negativi come la sua fragilità che è probabilmente uno degli elementi che mi ha fatto impegnare ancora di più per affrontare i problemi che sono tanti ma che possono essere superati». Si congeda così da Crotone il procuratore della Repubblica Giuseppe Capoccia, pronto ad assumere il ruolo di capo alla Procura di Lecce dopo la decisione del plenum del Csm.

Il saluto di Capoccia

A margine dell’incontro con la stampa, Capoccia ha detto di portarsi via tantissima esperienza, «un lavoro che è stato proseguito con costanza, e porto ovviamente tante amicizie, tanti episodi e buona volontà che ho incontrato nelle persone che con me hanno lavorato e che ho incrociato. Porto la bellezza di luoghi e anche il fascino di luoghi come la città antica di Crotone che spesso i crotonesi disdegnano e che invece io trovo colma di tanto fascino». E alla domanda su che ufficio lascia dopo la sua esperienza a Crotone, Capoccia è stato chiaro: «Lascio un ufficio assolutamente organizzato, ordinato, in cui ciascuno sa bene cosa fare. Mi pare anche un ufficio che sia pienamente efficiente secondo le richieste, le esigenze sia dell’avvocatura che del territorio. Le forze dell’ordine sono ben contente, tutte le volte che mi sono state mosse delle osservazioni abbiamo provveduto a sistemare meglio anche l’informatizzazione è al livello di qualunque altra procura in giro per l’Italia quindi non siamo secondi a nessuno nemmeno in questo aspetto». Anche perché, ha spiegato ancora Capoccia, «quello che volevo realizzare è stato fatto, volevo un ufficio pronto ad accogliere i nuovi magistrati che arrivano sempre di prima nomina, un ufficio ben ordinato in cui il personale ha il suo posto, la sua posizione anche molto dignitosa, all’inizio anche l’arredo non era il massimo del comfort, e anche questo è stato fatto. Il riscontro con gli avvocati mi pare sia stato positivo anche in questo senso».

L’arrivo di Guarascio

A guidare la Procura di Crotone sarà il pm Domenico Guarascio, il più giovane d’Italia. «A lui non devo dire niente e né posso insegnargli niente», ha precisato Capoccia, «è un amico prima che un collega, abbiamo collaborato in diverse occasioni, saprà lui portare la sua esperienza, la sua sensibilità, la sua energia dovuta proprio alla giovane età, sia pur corredata da un’esperienza che voi ben conoscete veramente robusta».

Covid e la strage di Cutro

Sono due, in particolare, i momenti che l’ex procuratore di Crotone Capoccia ricorderà. «Per un verso il Covid, siamo stati travolti, non si poteva venire in ufficio, non si sapeva cosa si potesse fare e cosa no, dovevamo mettere in sicurezza il personale ma anche non far fermare la macchina della giustizia. E lì c’è stata collaborazione da parte di tutti. Ricordo con grande piacere le aziende che ci regalavano le mascherine per poterci far lavorare più in sicurezza». Poi, quello più triste: «Il momento in cui ho sentito tutto il peso è stata sicuramente la strage di Cutro, le prime fasi in cui però ho sentito anche una grande armonia delle istituzioni e del territorio, credo che sia in quei momenti in cui ci si sente parte di una comunità e ci si sente anche componenti operativi di un grande movimento collettivo».

«Fatto tutto quello che dovevo fare»

Al termine della sua esperienza alla guida della Procura di Crotone, Capoccia va via con serenità, anche riguardo all’inchiesta su Cutro. «Abbiamo fatto quello che c’era da fare, i tempi della giustizia sono quelli che sono e credo che sia stato fatto un lavoro eccellente. Il processo sugli scafisti è andato avanti, si è anche concluso. Per quanto riguarda le altre responsabilità, abbiamo concluso le indagini e adesso sta ad altri giudicare il materiale che noi abbiamo raccolto e organizzato. Sono assolutamente contento e devo dire che il riscontro complessivo, anche a livello nazionale, del modo in cui è stata condotta l’indagine, dei risultati raggiunti è pienamente soddisfacente».
«Io non devo dimostrare niente a nessuno» ha spiegato ancora Capoccia, «io sono un funzionario dello Stato che svolge un lavoro che deve essere al servizio del territorio, devo guardare alla popolazione, alle persone, alle attività che si svolgono in questo territorio e devo fare in modo che queste attività, queste persone, possano svilupparsi nella loro piena potenzialità. Questa è la finalità dello Stato. Diversamente saremmo degli autocrati». (Gi.Cu.)

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