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l’intervista

Le carceri sono «piazze di spaccio e teatro di malaffare». In prigione il volume degli affari «si triplica»

La denuncia di De Fazio (Uilpa). Nelle ultime 48 ore, in Calabria, due suicidi e il rinvenimento di droga e cellulari nascosti nelle celle

Pubblicato il: 09/01/2025 – 16:28
di Fabio Benincasa
Le carceri sono «piazze di spaccio e teatro di malaffare». In prigione il volume degli affari «si triplica»

COSENZA Due suicidi nel carcere di Paola, droga e cellulari nascosti nelle celle dell’istituto penitenziario di Corigliano Rossano. In meno di 48 ore, in Calabria, le segnalazioni dei sindacati Sappe e Uilpa riaccendono i riflettori – qualora ve ne fosse un bisogno – sulla situazione di emergenza dovuta, da una parte, ai vuoti dell’organico in servizio nella polizia penitenziaria e dall’altra dal sovraffollamento. Due nodi che restano irrisolti, non solo alle nostre latitudini. Il Corriere della Calabria ha raccolto lo sfogo di Gennarino De Fazio, segretario Uilpa Polizia Penitenziaria.

Gli appelli inascoltati

«Non è bastato l’appello del Papa durante l’apertura della Porta Santa, ma neanche il più laico richiamo del Capo dello Stato nel messaggio di fine anno. Le carceri sono di fatto abbandonate: ci sono 16mila detenuti in più oltre i posti disponibili, mentre negli organici dalla Polizia Penitenziaria mancano almeno 18 mila unità», precisa De Fazio. «A parte i due suicidi di Paola – aggiunge ai nostri microfoni – sono già sei i suicidi nelle carceri nel corso dei primi 8 giorni dell’anno, 5 detenuti e un operatore. Un detenuto si è suicidato ieri sera (8 gennaio 2025, ndr) nel carcere romano di Regina Coeli».

Il carcere anche «una piazza di spaccio»

E’ stato il Sappe, invece, a denunciare quanto avvenuto nel corso di una operazione portata a termine dal personale della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Corigliano Rossano. Sarebbe stato intercettato lo spaccio di droga portato avanti da alcuni detenuti e rinvenuti alcuni dispositivi telefonici. Sul punto, De Fazio concorda con i colleghi di sindacato e attacca: «le carceri sono anche piazze di spaccio e teatro di malaffare, lo spaccio di sostanze stupefacenti o anche di semplici telefonini all’interno delle prigioni può fruttare il triplo rispetto a quanto frutterebbe fuori, quindi è interesse anche della criminalità organizzata smerciare sostanze e oggetti non consentiti». L’esercizio del controllo da attività di routine diventa una mission (quasi) impossibile. «La polizia penitenziaria fa quello che può, si mira più che altro alla sopravvivenza e come vediamo non sempre ci si riesce. E’ difficile operare in queste condizioni. La Polizia Penitenziaria è sottoposta a carichi di lavoro e turnazioni massacranti che superano spesso le 12 ore continue». La speranza è che gli ennesimi, disperati, appelli non restino senza risposte. (f.benincasa@corrierecal.it)

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