COSENZA Mentre il sindaco Franz Caruso è a Roma per rivendicare l’Alta Velocità ferroviaria, la Cgil rinnova le proprie preoccupazioni sul futuro di Amaco. Nella sede di piazza Vittoria parlano i vertici provinciali e regionali della Filt, con il segretario Massimiliano Ianni che centra subito il punto: il rischio privatizzazione dell’azienda municipalizzata dei trasporti, dopo il fallimento e l’ultimo bando di gara che ha visto l’assegnazione del fitto di ramo d’azienda al Consorzio Autolinee.
Gianni Angotti, segretario generale della Filt Cgil Cosenza, punta il dito sulle responsabilità di Cometra: «Il bando è legittimo o no?» si chiede segnalando l’anomalia di una trattativa firmata anche dal curatore fallimentare: «La comunicazione non è aderente al bando, ci chiediamo se si possa bloccare. Di certo ci sembra una operazione per smantellare l’azienda in due anni e mandare a casa i lavoratori. I problemi ci sono – aggiunge Angotti – ma questa strada ci lascia perplessi. Cosa vuole fare la Regione sul trasporto pubblico locale, non solo a Cosenza? L’Amaco vale 6 milioni di euro di corrispettivi, un’azienda privata magari migliora i servizi ma a discapito della forza lavoro». Angotti segnala anche che nel passaggio sull’armonizzazione sei turni si citano «altre aziende del settore: ce ne sono altre in gioco?» incalza.
Salvatore Larocca, segretario generale Filt Cgil Calabria , parte dall’11 dicembre scorso, giorno dell’incontro in Cittadella con l’assessore Gianluca Gallo e il presidente di Cometra, «che in quell’occasione ci ha dato garanzie: raggiunta una intesa, una volta finita la riunione sono state cambiate le carte in tavola. Adesso siamo preoccupati per la tutela e il futuro dei lavoratori nel passaggio da pubblico a privato: la priorità è applicare il contratto nazionale». Anche secondo Larocca «il bando ha molte lacune su cui occorre fare verifiche». Della vicenda – avverte – è stata interessata anche la Filt Cgil nazionale. «La Regione – attacca – non mette un euro rispetto al fondo nazionale trasporti, e anche quest’anno le risorse sono diminuite. Così viene negato il diritto alla mobilità, il Tpl non è un business economico ma un servizio sociale. A Reggio Calabria Atam ha superato le difficoltà, a Catanzaro l’Amc è in forte crescita, investe e assume, a Cosenza l’azienda storicamente prima in Calabria rischia la privatizzazione».
Per i dipendenti parla Fabio Ponte, segnalando che «per anni ci siamo sentiti sicuri e tutelati, ora sentiamo cedere il terreno sotto i piedi. Perché Regione e Cometra non sono intervenuti ad oggi vedendo che un servizio viene loro sottratto, perché non lo difendono? L’articolo 10 dello statuto – aggiunge – dà ai lavoratori tutele e garanzie in caso di fallimento, su chilometri, dipendenti e mezzi. Un privato potrà garantire un servizio a domanda debole? Si tuteleranno i diritti di chi vive in periferia? I lavoratori da due anni non percepiscono una parte del salario, responsabilmente ci abbiamo rinunciato» conclude. Tra gli interventi dalla platea arriva un invito al presidente della Regione: «Roberto Occhiuto è andato a Roma con problemi di salute per difendere i lavoratori Abramo, anche noi siamo calabresi…». (euf)
Futuro dell’Amaco, i dubbi dei sindacati: «Così si privatizza il trasporto pubblico a Cosenza»
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