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Il centro storico di Cosenza vive se c’è chi lo vive

di Paola Militano*

Pubblicato il: 15/01/2025 – 11:45
Il centro storico di Cosenza vive se c’è chi lo vive

Bastano solo pochi passi nel centro storico di Cosenza, nient’affatto periferico rispetto al resto della città, per scorgerne i segni dell’incuria e dell’abbandono che alimentano povertà sociale, marginalità e miseria. Le cicatrici del degrado corrodono infissi, scrostano i muri, fendono i tetti nel dedalo di vie e vicoli dove si affacciano dimore nobiliari (molte disabitate o in vendita), antichi e fatiscenti palazzi di una Cosenza che ha dimenticato se stessa e la sua storia millenaria. Incapace di preservare luoghi di identità e di memorie. Di sostenerne la vitalità e l’economia, sacrificati sull’altare del progresso, di comodi stili di vita e caduti sotto i colpi di politiche urbane poco lungimiranti. Consentendo – al di là della retorica delle parole – che la vecchia Cosenza diventasse una periferia dov’è difficile sentirsi cittadini. Oggi è sostanzialmente la parte marginale della città divorata dall’indifferenza nonostante quell’infinitamente prezioso patrimonio storico, artistico e culturale potrebbe rappresentare la chiave di volta per un presente più sostenibile – se solo si valorizzassero le tante opportunità che offre – come per i Sassi di Matera, per Lecce in Puglia e per i tantissimi paesini delle Marche e dell’Umbria pieni di vitalità e animati da flussi turistici in crescita.

«Senza memoria non c’è futuro»

Una deriva che non può più essere sottaciuta perché il centro storico diventi essenziale nella visione futura di una «Città Unica» (questa si improcrastinabile!) con percorso virtuoso che favorisca l’integrazione di attività economiche, culturali e sociali; con finanziamenti dedicati e costanti che integrino risorse pubbliche e private; con azioni di sistema che coinvolgano più ambiti e più attori: dalle associazioni di impresa, di categoria del commercio, dell’artigianato, dell’agricoltura sino alle associazioni di quartiere e culturali uniti in una sorta di patto trasversale perché il “cuore” della città dei Bruzi torni a pulsare. Va da se che nei partiti, ognuno dovrebbe sentirsi politicamente impegnato.

*direttore del Corriere della Calabria

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