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Inchiesta “Grecale”, tra gli indagati luminari e professori responsabili dei progetti all’Umg

Tra i nomi “eccellenti” quello del luminare Ciro Indolfi, di Vincenzo Mollace, Pierfrancesco Tassone e altri specialisti di fama internazionale

Pubblicato il: 15/01/2025 – 19:06
Inchiesta “Grecale”, tra gli indagati luminari e professori responsabili dei progetti all’Umg

CATANZARO Professori universitari e dirigenti Asp accusati di far parte del sistema su cui ha fatto luce la Procura di Catanzaro denominata “Grecale” e in cui è rimasto coinvolto anche l’ex rettore dell’Università Magna Graecia Giovambattista De Sarro. Nell’ambito dell’inchiesta che ha svelato il sistema illecito posto in essere mediante l’esecuzione “pilotata” di ispezioni da parte dell’Asp nei laboratori scientifici dediti alle sperimentazioni sugli animali nell’Università di Catanzaro, sono in totale 33 gli indagati (12 raggiunti da misure cautelari). Tra loro ci sono specialisti di fama internazionale che hanno rivestito il ruolo di “responsabili” dei progetti di ricerca portati avanti all’interno di laboratori dell’ateneo. De Sarro era il responsabile scientifico della maggior parte dei progetti. Le indagini hanno messo in evidenza come all’interno dei laboratori venissero perpetrati maltrattamento ai danni degli animali da laboratorio, cavie su cui fare sperimentazione ma anche su cui esercitare una crudeltà immotivata e che, anzi, andava ad alterare le analisi condotte.

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Le accuse

Tra gli indagati c’è anche il luminare della cardiologia Ciro Indolfi. Cardiologo di fama internazionale e Presidente della Federazione Italiana di Cardiologia, Indolfi ha concluso il suo incarico ordinario all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro per entrare in servizio lo scorso ottobre come professore straordinario all’Università della Calabria. Secondo gli investigatori, Indolfi in qualità di responsabile scientifico del progetto di ricerca è accusato insieme al veterinario Nicola Costa e ad Ernesto Palma, in qualità di responsabile del benessere animale dello stabulario Umg Roccelletta di Borgia, di aver fatto parte “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, nell’ambito delle sperimentazioni animali legate al progetto di ricerca “Modello di danno vascolare nel ratto per lo studio della reslenosi coronaria nell’arteriopatia obliterante periferica cronica” autorizzate dal Ministero della Salute“. E insieme a lui a finire nelle carte dell’inchiesta c’è anche Pierfrancesco Tassone, professore ordinario di Oncologia medica dal 2006 presso l’Università Magna Graecia, con un passato da ricercatore tra New York e Boston. Secondo l’accusa, Tassone, “in qualità di responsabile scientifico del progetto di ricerca “Immunoterapia dei tumori umani” autorizzato dal Ministero della Salute” avrebbe attestato “falsamente nella relazione tecnico-scientifica finale di aver utilizzato 50 animali a fronte di 69 topi realmente utilizzati”, “con l’aggravante di aver commesso il fatto in relazione ad un atto facente fede fino a querela di falso”. C’è poi il professore Vincenzo Mollace, che in particolare nell’ambito di un progetto è accusato di aver sottoposto con “crudeltà e senza necessità i 160 topi e 98 ratti impiegati nel progetto a sevizie e a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche” e di aver attestato “falsamente di aver adottato tutte le procedure necessarie per ridurre al minimo qualsiasi tipo di sofferenza e di dolore e di aver applicato i protocolli di valutazione del benessere quando, in realtà, sottoponeva gli animali alle vessazioni”.
Tra i responsabili dei progetti ci sono anche Emilio Russo, Daniele Torella, Elzbieta Janda, Angelo Lavano. Tra le accuse quelle di aver attestato falsamente il numero degli animali utilizzati per le sperimentazioni e aver ucciso senza necessità topi dopo averli impiegati illecitamente nelle attività di ricerca connesse ai progetti. (m.r.)

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