CATANZARO Una gestione illecita degli stabulari dell’Ateneo che si inserisce nel quadro di un vincolo associativo che avrebbe portato giovamento ai singoli docenti dell’UMG di Catanzaro, potendo effettuare «attività di ricerca in vivo senza il rispetto di alcuna regola sul benessere degli animali», incrementando «il proprio prestigio scientifico a scapito della serietà dell’attività di ricerca».
È quello che gli inquirenti della Procura di Catanzaro avrebbero scoperto nel corso dell’indagine condotta sul campo dagli uomini della Guardia di Finanza, culminata con l’esecuzione di 11 arresti – ai domiciliari – e una interdittiva, per un totale di 33 persone indagate.
Dagli atti di indagine, dunque, sarebbe emerso come ogni appartenente al sodalizio avesse avuto un ruolo ben specifico, portando avanti il “disegno criminoso” anche in autonomia. Come nel caso di Domenico Britti (cl. ’64) di Reggio Calabria, presidente dell’Organismo Preposto al Benessere Animale (OPBA) nonché presidente, fino al 2023, della Scuola di Farmacia e Nutraceutica, finito ai domiciliari. Britti, nonostante ad un certo punto si sentisse “tradito” dall’ex rettore Giovambattista De Sarro – anche lui finito ai domiciliari – avrebbe portato avanti una difesa a spada tratta del suo operato. Ma sono tanti gli aspetti dai quali – sottolineano gli inquirenti e riporta il gip nell’ordinanza – sarebbe emerso il vincolo associativo.
È il giugno del 2023 quando la Procura notifica alcuni ordini di esibizione all’ex rettore dell’UMG De Sarro, in qualità di utilizzatore degli stabulari, poi avviate le intercettazioni delle conversazioni ambientali. Sia De Sarro che gli altri indagati avrebbero cominciato a manifestare una certa preoccupazione per le indagini in corso e, soprattutto, per la presenza di eventuali cimici. È per questa ragione, secondo il gip, che «gli associati a delinquere avrebbero deciso di utilizzare il balcone esterno alla stanza del Rettore» per parlare degli argomenti più delicati, lasciando all’interno dell’edificio i cellulari. Sono diverse le immagini che immortalano l’ex rettore insieme, ad esempio, a Rita Citraro (cl. ’69) e Antonio Leo (cl. ’78). Altre volte con Vincenzo Mollace (cl. ’60) ed Ernesto Palma (cl. ’62) anche loro indagati, e altri soggetti che gli inquirenti non sono riusciti ad identificare. Gli inquirenti sottolineano come l’obiettivo del gruppo sia stato raggiunto perché effettivamente i colloqui avvenuti nel corso delle plurime ‘”balconate” non vengono quasi totalmente captati.
Gli inquirenti della Procura catanzarese mettono poi in risalto anche l’atteggiamento tenuto da Domenico Britti durante le indagini, considerandolo “paradigmatico” in quanto avrebbe dimostrato quanto il presunto vincolo associativo fosse «ben più forte delle antipatie personali tra i gruppi di ricerca dell’UMG». Secondo quanto emerso dalle indagini, però, lo stesso Britti avrebbe iniziato ad esprimere la propria insofferenza nei confronti degli altri membri dell’organizzazione criminale già prima di venire a conoscenza dell’indagine in corso. Come quando si sarebbe mostrato irritato dopo essere stato avvisato da Giuseppe Viscomi dell’imminente controllo che sarà effettuato nello stabulario di Germaneto. Una insofferenza che peggiora ulteriormente quando viene a conoscenza dell’indagine, a seguito dell’ispezione effettuata il 1° marzo 2023. In una conversazione, in particolare, Britti punta il dito contro De Sarro e Rita Citraro «colpevoli di aver messo in piedi il sistema di sperimentazioni illecite nello stabulario di Roccelletta ma di non essere stati (fino a quel momento) raggiunti dall’inchiesta».
Secondo l’accusa, dunque, sarebbe stato De Sarro il “dominus” indiscusso dell’organizzazione criminale. Sarebbe stato lui a coordinare le attività del sodalizio, «mettendo in piedi la struttura associativa con lo specifico intento di poter tenere aperti gli stabulari seppur in assenza delle condizioni previste dalla legge». Rettore dal 2017 al 2023 e, in tale qualità, utilizzatore dello stabulario secondo l’accusa «è stato in quel periodo il responsabile scientifico della maggior parte dei progetti» che venivano svolti presso lo stabulario di Roccelletta di Borgia, «avendo dunque il duplice interesse a mantenere attiva la struttura, unitamente a quella di Germaneto, seppur in presenza delle numerose criticità evidenziate», annotano gli inquirenti. Secondo l’accusa, dunque, in veste di Rettore, avrebbe concesso agli altri professori universitari «di poter effettuare ricerche scientifiche in vivo utilizzando le strutture, così consentendo loro di aumentare il proprio prestigio accademico». E si sarebbe servito di Ernesto Palma, Nicola Costa e Fabio Castagna per gestire lo stabulario di Roccelletta di Borgia, di Domenico Britti, sempre Nicola Costa e Giovanni Loprete per gestire lo stabulario di Germaneto e di tutti costoro, insieme, quali membri stabili dell’OPBA per attestare falsamente il rispetto delle norme sul benessere degli animali.
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