LAMEZIA TERME Una risposta integrata e sistematica, migliorando la protezione delle vittime, privilegiando la prevenzione, rafforzando il ruolo dei Cav e delle Case rifugio e creando percorsi di supporto e recupero. Sono queste le linee su cui si muove la proposta di legge contro la violenza di genere presentata oggi in una conferenza stampa a Lamezia Terme dalla consigliere regionale del Pd, Amalia Bruni. Il disegno di legge, depositato nelle scorse settimane nella segreteria del Consiglio regionale, affronta la violenza in tutte le sue forme – fisica, psicologica, economica e sessuale – con l’obiettivo di promuovere un ambiente sicuro e libero dalla violenza per le donne e i loro figli, elevando la Calabria come punto di eccellenza nella prevenzione e nel contrasto a questi crimini.
«L’obiettivo di questa proposta di legge – ha spiegato Amalia Bruni – è passare dalla precarietà degli interventi alla programmazione: questo perché la legge che attualmente in vigore in Calabria è del 2007 e non tiene conto delle evoluzioni normative che si sono succedute in questi ultimi anni. In Calabria abbiamo un numero di Centri antiviolenza e Case rifugio non adeguato rispetto alle necessità epidemiologiche che sono cresciute in una maniera stratosferica, come del resto in tutt’Italia e in tutt’Europa, strutture che hanno necessità di essere messe a sistema, di essere meglio definite, di avere la possibilità di contare su risorse stabili. Ci sono per questa tematica tre linee di finanziamento ma che non vengono messe a sistema, e allora uno degli obiettivi più importanti di questa proposta legislativa è proprio la definizione di un fondo unico in maniera tale che ci possa essere una regia di erogazione che superi l’attuale frammentarietà e punti a una programmazione triennale». La Bruni, che a partire da domani – prima tappa a Lamezia Terme – avvierà una campagna informativa e di sensibilizzazione itinerante sulla Pdl – ha poi posto l’accento sulla necessità di una «visione di prevenzione che coinvolga la collettività, a partire dalle scuole, perché il tema è quello culturale di superare una visione vecchia, stereotipa, cattiva nei confronti delle donne. Ovviamente lanciamo questa proposta non come un qualcosa di già definito e impacchettato ma come una proposta che si apre all’ascolto dei Cav, delle Case rifugio, delle associazioni e di tutti quanti possano dare un contributo per migliorarla. Non è una proposta che parte solo da me e dal Pd ma è una visione condivisa anche con l’assessore Capponi, con il presidente del Consiglio Regionale Mancuso che si è espresso anche nella giornata del 25 novembre. L’idea di questa proposta legislativa dunque c’era, l’averla presentata vuole essere un’accelerazione del percorso ma sono assolutamente convinta che dobbiamo essere tutti insieme, come Consiglio regionale, a portarla avanti».
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il capogruppo del Pd alla Regione, Mimmo Bevacqua, la dirigente dem e già parlamentare Enza Bruno Bossio e la coordinatrice delle Donne democratiche Teresa Esposito. «Questa proposta legislativa – ha detto Bevacqua – dimostra la sensibilità del Pd su questo tema e consente di affermare principi e valori in modo da rafforzare una rete di protezione. Per noi è una proposta prioritaria, per questo puntiamo a farla calendarizzare per l’8 marzo e comunque il prima possibile». «L’aspetto più importante della proposta è quella sulla programmazione dei fondi, ce ne sono già molti stanziati ma si perdono nel “mare magnum” del welfare, ha spiegato a sua volta Bruno Bossio specificando che «è fondamentale supportare soprattutto le Case rifugio, e attraverso questa legge si vuole perseguire questo obiettivo. Per Esposito «i Cav e le Case rifugio sono il front office sul territorio e con questa proposta di legge, per la quale abbiamo abbiamo lavorato insieme alla Bruni, puntiamo a un‘attenzione e a un riconoscimento ancora più forti». (c. a.)
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